I cittadini stranieri, inclusi quelli dell'Ue non saranno più trattati come richiedenti asilo dal Regno Uniito se sprovvisti di visto di lavoro. L'Inghilterra si ravvede e elimina la detenzione in centri raccolta, riservati ai migranti espulsi, a tutti quei cittadini dell'Ue (italiani inclusi) fermati all'arrivo sull'isola senza visto di lavoro - ora obbligatorio - introdotto in base alla stretta sull'immigrazione decisa dal governo di Boris Johnson nel dopo Brexit.
Insomma agli stranieri non sarà più rifiutato l'ingresso e, in base al diritto di immigrazione, potranno comunque entrare in Uk con un "ingresso su cauzione" se dimostrano di avere un domicilio in cui stare fino al primo volo per il ritorno in patria. A fare dietrofront è stato nelle scorse ore lo stesso esecutivo, dopo le contestazioni sul trattamento inflitto nelle ultime settimane ad alcune decine di persone in attesa di rimpatrio, soprattutto giovani fra cui anche diversi italiani. E così ora il governo britannico ha fissato nuove linee guida decisamente più buonista per la polizia di frontiera.
La circolare d'aggiornamento è stata annunciata dal ministero dell'Interno e prevede che, nei casi come quelli denunciati giorni fa dai media, sia appunto evitata la reclusione e consentito un "ingresso su cauzione" - specie a chi disponga di un domicilio dove stare, ospite di amici o di parenti - fino al primo volo disponibile per il ritorno a casa.
«Mentre i viaggi internazionali sono limitati a causa della pandemia» ha detto una portavoce del ministero, «abbiamo deciso di aggiornare le nostre linee guida per chiarire che ai cittadini stranieri in attesa di rimpatrio, inclusi quelli dell'Ue, cui sia stato rifiutato l'ingresso, deve esser garantito il diritto d'immigrazione temporaneo su cauzione». Insomma bisognerà versare dei soldi. Ma ribadendo comunque che «la libertà di movimento» automatica coi 27 «è finita» il 1 gennaio 2021 e che i cittadini dell'Ue sono sì «ben accetti in Uk, ma se vogliono venire per lavorare o studiare devono sottoporsi alle nuove regole».
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La polemica era nata dopo la pubblicazione di un'inchiesta di Politico.Eu che aveva rivelato come diversi ragazzi e ragazze provenienti da Paesi come Italia, Spagna, Grecia, Bulgaria e altri fossero, di recente, stati non solo fermati ai posti di frontiera degli scali di Londra dopo aver dichiarato di voler entrare in Uk per cercare lavoro. Ma si fossero ritrovati in molti casi a trascorrere una notte o più in luoghi come il centro di raccolta di Colnbrook. Una specie di prigione di solito destinata ai richiedenti asilo in attesa di risposta. Luoghi nei quali la prassi vuole che si venga privati di smartphone e effetti personali: un'esperienza descritta dai più come choccante e molto umiliante.
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