Da la Stampa
Metà dei contagiati, ossia due milioni di italiani, hanno accusato disturbi psichiatrici. Un milione i colpiti da depressione e tanti ragazzi che hanno chiesto aiuto ai servizi di salute mentale. La punta di un iceberg rispetto ai giovani e giovanissimi colpiti al petto da dad e lockdown. È la pandemia nascosta del disturbo psichico generato dal Covid. Anzi, la «sindemia», ossia quella tempesta perfetta costituita dall' intrecciarsi dei problemi di salute con quelli di natura sociale, ambientale ed economica.
Di fronte a questo quadro fornito dalla Società italiana di Neuropsicofarmacologia non ci si deve stupire che il ministro Speranza proprio ieri abbia convocato dopo 20 anni la seconda Conferenza nazionale sulla salute mentale. Anche perché, come lui stesso ha ricordato, «in questi anni coloro che hanno sperimentato periodi di sofferenza mentale non sempre hanno trovato servizi adeguati ai loro bisogni». Questo, andrebbe aggiunto, perché la psichiatria era ed è la cenerentola della sanità, con un finanziamento che ammonta appena al 3,5% del fondo sanitario, rispetto all' obiettivo nemmeno troppo ambizioso del 5% fissato in passato.
Così l' Italia vive il controsenso di avere una legge sull' assistenza psichiatrica, la famosa «Basaglia» del '78, giudicata tra le più avanzate al mondo, ma poi rimasta spesso sulla carta per la carenza di strutture sul territorio in grado di sostituire l' inferno degli ospedali psichiatrici.
Chiusi i quali «è toccato alle famiglie supplire ai limiti strutturali di un sistema che anche la pandemia ha contribuito a mettere alla prova», ha ricordato il Presidente della Repubblica Mattarella rivolgendosi ieri alla Conferenza. E quanto sia stata dura la prova del Covid lo dicono i numeri. Chi è entrato in contatto con il virus ha visto aumentare fino a 5 volte la probabilità di accusare sintomi depressivi, che si stima abbiano colpito 800 mila persone con Covid, più altre 150 mila che non si sono contagiate, ma che il colpo lo hanno accusato per via della crisi economica e della disoccupazione.
Metà dei contagiati ha denunciato un qualche disturbo psichico, con un' incidenza del 42% dei casi di insonnia, del 28% di disturbo traumatico da stress e il 20% di disturbo ossessivo-compulsivo.
Ma tra i più colpiti sono stati i ragazzi e gli adolescenti. «Quelli che si sono rivolti ai servizi di salute mentale sono aumentati del 30%», rivela Massimo Cozza, che dirige quello forse più grande d' Italia della Asl Roma 2 e autore del bel libro «Positivi, ritrovarsi dopo il disagio emotivo da pandemia» scritto insieme a Maria Emilia Bonaccorso. «Molti di loro avevano problematiche legate a disturbi depressivi o del comportamento alimentare e non sono pochi i casi di autolesionismo». Mentre fa gelare il sangue quel più 20% di suicidi giovanili durante la pandemia.
«Le cause principali di tutto questo malessere - spiega ancora Cozza - sono da un lato la chiusura delle scuole, che rappresentano un luogo di apprendimento ma anche di socializzazione fondamentale, soprattutto per chi vive situazioni di disagio familiare anche grave. Il secondo fattore scatenante sono stati lockdown e coprifuoco che hanno costretto in casa tanti giovani e giovanissimi. E questo ha accentuato le diseguaglianze, tra chi il tempo lo ha trascorso in ambienti confortevoli e chi invece vive il disagio abitativo abbinato magari a situazioni familiari difficili, rese ancora più tese dai problemi legati al lavoro».
Per uscire dal tunnel il primo passo, spiega ancora Cozza, «sarebbe creare nel territorio luoghi accoglienti dove i ragazzi possano venire liberamente e incontrare operatori qualificati capaci di dare loro ascolto». Che è poi quello a cui pensa anche Speranza, che sta mettendo a punto un piano per il rafforzamento dei servizi sul territorio e intanto ha finanziato l' assunzione di duemila psicologi per affrontare il disagio giovanile.
Un progetto dal quale il ministro vuole escludere una volta per tutte i letti di contenzione dei quali ancora si fa uso per i casi più gravi nei centri di igiene mentale, nelle rsa e nei pronto soccorso. Retaggi di un passato duro a morire. Che la legge Basaglia avrebbe cancellato da tempo se qualcuno avesse pensato di investire nella salute mentale. pa. ru.