(ANSA) - Un sequestro da 9 milioni, 4 provvedimenti di arresti domiciliari e misure interdittive: è il bilancio di una indagine della Procura Europea e dei pm di Marsala su un giro di corruzione e su una frode all'Ue che vede coinvolto l'ex senatore Antonio Papania, tra i destinatari del provvedimento restrittivo, e alcuni consiglieri comunali.
L'inchiesta riguarda due centri di formazione. Gli indagati avrebbero utilizzato indebitamente più di 8,7 milioni di euro del Fondo sociale europeo (FSE) destinati alla formazione professionale. Il denaro sarebbe stato dirottato per spese personali e per il movimento politico di Papania.
In tutto le misure cautelari eseguite dalla Guardia di Finanza di Trapani sono 14. Alcune sono state disposte dal gip di Marsala, competente sull'indagine della procura di Marsala, altre da quello di Palermo che ha provveduto sulle richieste dell'ufficio siciliano della Procura Europea (Eppo). Sono ancora in corso nelle provincie di Trapani e di Palermo perquisizioni domiciliari e locali.
L'operazione nasce da una indagine della Procura di Marsala, guidata da Fernando Asaro e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle, che ha accertato una serie di truffe finalizzate a ottenere erogazioni pubbliche ed episodi di corruzione, malversazione, riciclaggio e autoriciclaggio.
Nell'ambito degli accertamenti è emerso che i fondi indebitamente intascati venivano dall'Ue, da qui la competenza dei pm di Eppo Gery Ferrara e Amelia Luise. Il personaggio chiave della vicenda è l'ex senatore ed ex deputato dell'assemblea Regionale Siciliana Antonio Papania, nei mesi scorsi finito in carcere per un'altra inchiesta.
Il politico, che aveva creato qualche anno fa un proprio partito chiamato Valore, Impegno e Azione, avrebbe potuto contare sulla complicità di un dirigente del Mpa,poi passato al Via, di un esponente del movimento Via di Marsala, e di un ex consigliere del comune di Cinisi (PA), interessati a ricercare e acquisire crescenti consensi intorno al partito di Papania allargandone la composizione e l'area di influenza sul territorio trapanese e regionale, anche in vista delle elezioni.
Gli indagati, servendosi degli enti Cesifop (Centro Siciliano per la formazione professionale), Ires (Istituto di studi e ricerche economiche e sociali) e Associazione Tai, avrebbero ottenuto indebitamente finanziamenti dal Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014/2020 per oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale molti dei quali mai tenuti.
Circa 800mila euro sono stati già incassati e impiegati per spese voluttuarie personali o connesse a iniziative di sostegno del movimento politico Via e a campagne elettorali, e ulteriori 2,5 milioni sarebbero stati a breve erogati. Le Fiamme Gialle hanno proceduto al sequestro, anche per equivalente, di circa un milione, pari all'ammontare delle somme malversate o riciclate e al sequestro preventivo dei circa 8 milioni di euro residui già finanziati.