IL PARLAMENTO DELL'ESTONIA CHIEDE ALLA NATO DI ISTITUIRE UNA NO-FLY ZONE SULL'UCRAINA - E' IL PRIMO PAESE MEMBRO DELL'ALLEANZA AD AVANZARE FORMALMENTE LA RICHIESTA - IL GOVERNO DI TALLIN HA ANCHE INSISTITO PER UN "EMBARGO COMMERCIALE GLOBALE ALLA FEDERAZIONE RUSSA E ALLA BIELORUSSIA" - E IL MINISTRO DELLA DIFESA LETTONE ALL'ITALIA: "INDISPENSABILI I VOSTRI SOLDATI MA SERVONO SISTEMI ANTI-AEREI..."

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1. L'ESTONIA E' IL PRIMO PAESE NATO A CHIEDERE UNA NO-FLY ZONE SULL'UCRAINA

Dagotraduzione da Foxnews

 

ESTONIA ESERCITAZIONE NATO ESTONIA ESERCITAZIONE NATO

Lunedì il parlamento dell'Estonia ha chiesto agli Stati membri delle Nazioni Unite di «prendere provvedimenti immediati per stabilire una no-fly zone» sull'Ucraina per prevenire ulteriori vittime civili mentre infuria la guerra multifronte della Russia contro il paese.

 

L'Estonia è la prima nazione membro della NATO ad avere un organismo che chiede formalmente l'attuazione di una no-fly zone nel mezzo dell'invasione russa in corso.

 

«Il Riigikogu (Parlamento dell'Estonia) esprime il suo sostegno ai difensori e al popolo dello Stato ucraino nella loro lotta contro la Federazione Russa che ha lanciato una guerra criminale, e invita a mostrare sostegno assoluto all'Ucraina nella sua guerra per mantenere la sua libertà, sovranità e integrità territoriale», ha dichiarato lunedì il parlamento estone.

 

estonia estonia

Il parlamento estone «sottolinea» che «l'aggressione non provocata e le attività militari della Russia costituiscono un crimine contro la pace senza prescrizione e che tutti i crimini di guerra commessi dovranno essere puniti».

 

«Il Riigikogu chiede agli Stati membri delle Nazioni Unite di adottare misure immediate per stabilire una no-fly zone al fine di prevenire massicce vittime civili in Ucraina», ha affermato l'organismo. «Il Riigikogu esorta tutti i parlamenti nazionali ad adottare dichiarazioni che invitano i loro governi a sostenere l'imposizione di sanzioni aggiuntive contro la Federazione Russa e la Repubblica di Bielorussia che partecipa all'aggressione».

 

Il parlamento estone ha anche chiesto «l'imposizione immediata di un embargo commerciale globale alla Federazione Russa e alla Repubblica di Bielorussia, che limiterebbe la capacità degli stati aggressori di fare la guerra».

 

pioggia di missili in ucraina pioggia di missili in ucraina

«Il Riigikogu invita gli Stati a chiudere il loro spazio aereo e i loro porti agli aerei e alle navi della Federazione Russa», ha affermato l'organismo, invitando «i membri dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa a votare per l'esclusione della Federazione Russa dall'adesione del Consiglio d'Europa e invita gli Stati membri ad adottare immediatamente una decisione pertinente».

 

«Il Riigikogu invita gli Stati membri a sostenere la domanda ufficiale dell'Ucraina per lo status di Stato candidato all'UE e chiede di concedere all'Ucraina una tabella di marcia per l'adesione alla NATO», hanno scritto.

 

vigili del fuoco al lavoro un ucraina vigili del fuoco al lavoro un ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha implorato gli Stati Uniti e gli alleati occidentali di implementare una no-fly zone sull'Ucraina.

 

Biden e la NATO hanno escluso una no-fly zone sull'Ucraina, affermando che applicarla metterebbe gli Stati Uniti e la NATO in un confronto diretto con la Russia e amplierebbe il conflitto.

 

L'Ucraina non è un membro della NATO, quindi non è soggetta alla disposizione dell'articolo V dell'alleanza NATO che afferma che quando un paese membro viene attaccato, tutti i paesi membri agiranno per assisterlo.

 

 

2. "INDISPENSABILI I VOSTRI SOLDATI MA SERVONO SISTEMI ANTI-AEREI"

Francesco Moscatelli per “La Stampa”

 

bombardamenti a kharkhiv bombardamenti a kharkhiv

«Settimana scorsa abbiamo aumentato il nostro budget per la sicurezza portandolo al 2,5% del Pil. A Versailles anche gli altri Paesi della Ue hanno deciso di fare altrettanto. L'attacco russo all'Ucraina ha aperto gli occhi a tutti: abbiamo bisogno di nuove armi, munizioni e sistemi di difesa perché negli ultimi decenni gli eserciti europei non sono stati rinnovati».

 

Artis Pabriks, vice premier e ministro della Difesa della Lettonia, il Paese della Nato in cui è già schierato un contingente italiano nell'ambito della Enhanced Forward Presence, in questi giorni è impegnato all'estero in una serie di colloqui con i leader degli altri Paesi occidentali.

 

Ministro Pabriks, domenica l'aviazione russa ha attaccato una base ucraina a 25 km dal confine con la Polonia, un Paese Nato. Cosa significa?

«Dimostra che i russi temono che noi potremmo avere una linea di rifornimento per aiutare gli ucraini a difendersi. Non dobbiamo essere spaventati dai loro vecchi missili di epoca sovietica anche perché sembra che stiano esaurendo le scorte.

 

Artis Pabriks Artis Pabriks

Piuttosto l'Occidente dovrebbe far capire alla Russia che non tollereremo oltre questo tipo di attacchi. E penso che dovremmo fare un passo avanti nella nostra assistenza militare all'Ucraina, e con questo intendo anche i sistemi di difesa aerea che sono disponibili».

 

Parla di aerei militari?

«Spererei in un'apertura alla fornitura di jet da attacco all'Ucraina. Credo che questi mezzi debbano essere messi a disposizione perché i russi stanno entrando in una guerra di lungo periodo.

 

Se non dovessero riuscire a prendere Kiev perché la resistenza ucraina sarà abbastanza forte, la loro prossima strategia sarà quella di trincerarsi nelle zone che hanno occupato congelando il conflitto per poi provare a negoziare. In questo momento è chiaro che non hanno intenzione di avviare una vera trattativa».

 

palazzo distrutto a kharkiv palazzo distrutto a kharkiv

La Lettonia è uno dei Paesi Ue più esposti dato che confina con la Federazione russa. Quali sono i vostri sentimenti in questi giorni?

«Prima di tutto c'è una grande solidarietà verso gli ucraini: tutti vogliono aiutare i rifugiati che stanno arrivando. Inoltre molti cittadini si stanno arruolando come volontari nel nostro esercito. Siamo pronti a difenderci anche se in questo momento non ci sono avvisaglie di un pericolo imminente per il nostro Paese visto che i russi sono molto impegnati in Ucraina».

 

L'Italia è presente in Lettonia dal 2017 con un contingente di 240 militari. Chiederete all'Alleanza atlantica e all'Italia un sostegno maggiore?

«In questo momento non abbiamo bisogno di altri soldati. Siamo grati all'Italia per il suo contributo ma siamo interessati a una pianificazione generale delle forze schierate dalla Nato nei diversi Paesi. Abbiamo bisogno di una presenza permanente di soldati americani insieme a quelli italiani. E abbiamo bisogno anche di più tecnologia militare.

 

guerra in ucraina guerra in ucraina

Come agli ucraini, anche a noi mancano sistemi di difesa antiaerea. Non possiamo acquistare questa tecnologia in tempi brevi e quindi se alcuni Paesi potessero fornircela per un certo periodo risponderebbero a una delle nostre priorità».

 

Confinate anche con la Bielorussia. Pensa che Lukashenko aiuterà Putin da un punto di vista militare?

«La Bielorussia ha smesso di esistere come Paese indipendente. È una nazione-marionetta: il territorio bielorusso è usato dai russi per lanciare missili e attacchi di artiglieria e come base da cui partire per bombardare i civili ucraini. Putin spinge per avere anche i loro soldati dato che sta subendo molte perdite in Ucraina.

 

Ma la popolazione bielorussa ha accesso ai media occidentali ed è molto poco disposta a farsi coinvolgere».

 

bombardamenti russi bombardamenti russi

La Russia minaccia di utilizzare armi chimiche. Cosa accadrebbe se lo facesse?

«I russi stanno cercando di terrorizzare la popolazione occidentale dicendo che potrebbero usare armi chimiche, batteriologiche e persino nucleari. Non dobbiamo farci intimidire.

 

Dobbiamo guardare Mosca negli occhi e dire al regime di Putin che la Russia non è la sola potenza nucleare e che qualunque uso di queste armi incontrerà la feroce resistenza dei Paesi occidentali. I leader di Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia, Germania e Francia sanno che non si può giocare con queste cose. Queste minacce ci spingono a supportare ancora di più l'Ucraina».

 

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