Camilla Conti per "la Verità"
FEDEZ ALESSANDRO ZAN MARCO CAPPATO 1
Mettiamo per un momento da parte le riflessioni amare da vecchi boomer sulla certificazione del ruolo sempre più attivo che ricoprono alcuni influencer nella sfera pubblica e politica. O su quello che Luca Ricolfi chiama «il bullismo etico della sinistra». Rimettiamo per un giorno nel cassetto anche i saggi sulla comunicazione, ci interrogheremo poi sulle conseguenze devastanti della teoria «il mezzo è il messaggio» di mcluhaniana memoria. Facciamo insomma meno gli snob e parliamo di soldi. Perché il dibattito social sul ddl Zan, con i like dei «bandierini» Lgbt, le stories e le dirette Instagram degli influencer da spunta blu, per qualcuno stanno diventando un grosso business color arcobaleno.
Non solo per i Ferragnez.
Poco importa se la soglia di attenzione di un follower attivo e convinto dura il tempo di una story, ovvero pochi minuti. Il marketing fa il giro del Web. E poi riempie i bilanci col magico «potere della condivisione» (copyright Ferragni).
Così mercoledì pomeriggio, proprio mentre Federico Leonardo Lucia - al secolo, Fedez - stava finendo di animare poco più di 20.000 followers (dai 46.000 collegati all' inizio) nella diretta Instagram con Alessandro Zan, Pippo Civati e Marco Cappato, sugli schermi di Instagram è partita un' altra diretta a colpi di pennello e blush illuminante. Protagonisti: il vincitore del Grande fratello, gay dichiarato, Tommaso Zorzi e Babila Spagnolo, proprietario e amministratore della Layla Cosmetics, che hanno lanciato un nuovo format di interviste live dall' eloquente titolo «Truccazzi».
Nella prima puntata la Spagnolo insegna a Zorzi a truccarsi, poi con cadenza mensile, promettono i due, si alterneranno nella discussione e nel make up personaggi noti del mondo maschile. L' obiettivo è invitare le persone «a riflettere su se stesse, affiancando alla crescita personale, ed alla consapevolezza, la conoscenza diretta dei prodotti» di Layla. Ovvero della Spagnolo, che con la sua azienda produce anche la linea di smalti per unghie «genderless» di Fedez chiamati Noon.
Poco importa, quindi, se i followers persi a un certo punto per strada dal rapper milanese durante la sua diretta con Zan abbiano preferito fare zapping e spostarsi su temi più #freevoli (hashtag coniato da Layla) e imparare a risaltare gli zigomi. Di certo l' imprenditrice ha colto la potenza della condivisione e dell' influmarketing su cui ha scommesso da tempo coinvolgendo come anche altri volti noti al palco social come la Spora, ma anche Mara Maionchi e il re del porno, Rocco Siffredi, testimonial perfetto per il nuovo mascara chiamato «The longer the better», che conduce sui social del gruppo la rubrica «Dr Rocco. Il sesso secondo Layla».
Milanese, classe 1977, la Spagnolo guida il gruppo fondato dal nonno, Emanuele Rossetti, che nel 1936 da Locri scoprì a New York (e importò in Italia) la produzione di smalti per unghie creando la sede e la storia di Layla. La società ha chiuso il 2019 - ultimo bilancio disponibile nella banca dati della Camera di Commercio - con 45 dipendenti, un valore della produzione di oltre 8,5 milioni di euro, un patrimonio netto di 4,7 milioni, 5,2 milioni di debiti e 287.000 euro di utile (197.249 euro nel 2018). In attesa di vedere sul bilancio del 2021 e sulle vendite online di Layla Cosmetics il ritorno degli investimenti social e anche l'«effetto Zan», la Spagnolo può contare anche su due società immobiliari, la Real srl e la Prima Immobiliare srl, e sulla Babale srl.
Noccioline rispetto alla galassia costruita dai Ferragnez che ora cavalca anche l' onda Lgbt mettendo - come ha detto lui stesso nella diretta di mercoledì - a disposizione la sua «utenza» per le battaglie sui dritti civili ma anche macinando profitti sospinti da un esercito di milioni di follower pronti a farsi le mani multicolor con gli smalti della Spagnolo. Del resto, anche i like sono ormai diventati una commodity.
rocco siffredi per layla cosmetics
La pecunia arcobaleno non olet, anzi è più buona e giusta. E l' ultimo sondaggio annuale sulla comunità Lgbtq+ di Community Marketing and Insights ha rilevato che il 72% degli intervistati è più propenso ad acquistare da aziende che inseriscono pubblicità sui media digitali e della carta stampata vicini alla comunità.
Mentre l' impero di Layla cresce, anche Zorzi getta la basi per il suo con la società «House of Tommy» su cui ha investito The Hundred, media holding creata nel 2019 dall' ex McKinsey Vincenzo Macrì, Marino Giocondi e dal venture capitalist Leonardo Bongiorno (figlio di Mike).
Obiettivo dichiarato dai soci: «Investire nei talent dell' entertainment così come i fondi di venture capital investono in startup». Il «talent dell' entertainment» con Zorzi si traduce, oltre che con i Truccazzi di Layla, anche nel sito di e-commerce sottoni.com dove si possono acquistare magliette (25 euro cadauna) e tazze (15 euro) del Club dei sottoni, che ha pure un manifesto: «Siamo un brand che strizza l' occhio a tutti quelli che come me, Tommaso Zorzi, vivono in un perenne stato di sottone nei confronti delle proprie relazioni e di tutto ciò che concerne gli aspetti sentimentali della propria vita».
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