Gian Pietro Fiore per “Giallo”
Dietro la morte di Fortuna c’è un complotto. Non è un omicidio d’impeto, ma un delitto premeditato, dove ognuno ha avuto il proprio ruolo. Titò continua a cambiare versione, ma è lontano dal raccontare la verità. Le sue affermazioni degli ultimi giorni hanno un preciso obiettivo: scrollarsi di dosso le pesanti responsabilità che la Procura ha individuato”. Sono parole pesanti quelle dette a Giallo da Angelo Pisani, l’avvocato che assiste i familiari della povera Fortuna Loffredo, 6 anni, la bambina di Caivano (Napoli) uccisa il 24 giugno del 2014 dopo aver subìto un tentativo di abuso.
Per quell’efferato delitto è finito in carcere Raimondo Caputo, detto Titò, pluripregiudicato napoletano, compagno di Marianna Fabozzi, la donna che un anno prima aveva visto morire suo figlio Antonio, di appena 3 anni, precipitando da una finestra dallo stesso palazzo del Parco Verde dove abitavano anche Chicca e la sua famiglia. Stando alla ricostruzione della Procura, Fortuna sarebbe stata lanciata giù dal terrazzo all’ottavo piano dell’edificio dopo essersi ribellata a un tentativo di violenza sessuale.
Domenica Guardato e Pietro Loffredo
A incastrare Titò è stata la testimonianza della piccola Sara (il nome è di fantasia), la prima delle tre figlie della Fabozzi, anche lei ripetutamente abusata dall’orco che avrebbe ammazzato la sua amichetta Fortuna. Ecco le parole di Sara, che hanno cristallizzato l’accusa contro Caputo, durante l’incidente probatorio:
«Chicca è salita su con Raimondo. Poi sono andata su a prendere Chicca per farla venire a giocare. Sono andata sopra le scale. Lì c’era Raimondo e Chicca. Lì ho visto che lui la buttava giù dal terrazzo. Lui la violentava. Lei era sdraiata e lui si buttava addosso a Chicca e lei gli dava i calci. Raimondo la prende in braccio e la butta giù. Chicca urlava mentre lui la buttava giù. Mia mamma mi ha detto che quello che ho visto doveva rimanere un segreto».
Le indagini difensive condotte dall’avvocato Paolo Bonavita, che assiste Raimondo Caputo, hanno portato invece a una pista che porta dritta alla pedopornografia. Secondo il legale di Titò, tra quei palazzi dell’orrore la rete di pedofili gestirebbe un redditizio traffico di filmati pedopornografici, che renderebbero più dello spaccio di droga.
Dunque, Caputo sarebbe finito in una trappola proprio per tenere al riparo la rete pedofila. Questa pista era già stata presa in considerazione dagli inquirenti all’inizio delle indagini. Gli investigatori, però, l’avevano presto abbandonata, perché la ritenevano insignificante nell’ambito dell’omicidio su cui stavano indagando.
A distanza di circa un mese dal loro arresto, sia Caputo, sia la Fabozzi negano qualsiasi responsa bilità. Proprio Titò, solo nell’ultima settimana, ha cambiato tre versioni: nella prima ha accusato del delitto la piccola Sara, nella seconda invece ha puntato il dito contro Sara e la madre Marianna Fabozzi, mentre nell’ultima ha sostenuto che il delitto sia stato compiuto solo da Marianna.
Spiega a Giallo l’avvocato Pisani: «Escludo categoricamente che la piccola Sara abbia avuto delle responsabilità. Che ci siano delle ombre sulla Fabozzi, è lecito. Ma questo continuo cambiamento di versioni ci lascia intendere in modo chiaro e inequivocabile che la povera Chicca è stata uccisa. Lo ammette, quindi, anche Caputo. Sicuramente tra le parole di Titò bisogna cogliere un altro aspetto: non ha agito da solo. Siamo sempre più convinti che un ruolo altrettanto determinante nell’uccisione di Fortuna l’abbia avuto proprio Marianna Fabozzi. La donna ha raccontato la stessa versione che aveva utilizzato l’anno prima dell’omicidio di Chicca, quando a morire era stato suo figlio Antonio.
Anche in quell’occasione aveva detto: “È precipitato dalla finestra”. Non mi stancherò mai di ripetere che solo scoprendo come è morto Antonio potremo comprendere meglio il delitto di Fortuna. Per questo abbiamo chiesto la riesumazione dei corpicini di Antonio e Fortuna, proprio per confrontare le ossa e capire bene se nelle due tragedie ci siano delle analogie. Siamo convinti che dietro la morte di Fortuna ci sia un complotto. Chicca potrebbe essere stata uccisa per gelosia, per rancore e per alcuni litigi avvenuti, poco prima dell’omicidio, proprio tra la sua mamma e la Fabozzi».
«hanno modificato la scena del crimine»
La Procura napoletana ha previsto per il 9 giugno l’interrogatorio di Marianna Fabozzi, che dovrà rispondere della misteriosa morte di suo figlio Antonio. L’avvocato Pisani è convinto che dietro la morte di Fortuna si nasconda più di un semplice delitto d’impeto: «È importante capire perché, dopo che Chicca è stata uccisa, qualcuno abbia modificato il terrazzo all’ottavo piano. È stato svuotato di tutti gli oggetti e chiuso a chiave: perché? Perché qualcuno ha avuto interesse a modificare quella che gli inquirenti ritengono essere la scena del delitto? Anche per questo abbiamo chiesto alla Procura di acquisire i filmati dei satelliti, che dimostrino i cambiamenti dei luoghi».
fortuna loffredo funerali fortuna loffredo funerali
Certo, è difficile vivere in zone infestate dalla camorra, dagli spacciatori e dai pedofili. Conclude l’avvocato Pisani: «Qui a Caivano sono a rischio centinaia di bambini. Lo Stato, infatti, li ha abbandonati al loro amaro destino. Adesso bisogna agire in fretta, o tra non molto ci ritroveremo a piangere altre vite».