Chiara Pizzimenti per www.vanityfair.it
«Non sapevo nemmeno cosa fosse la peste. Sono andato immediatamente dal dottore perché tossivo e usciva sangue. Sono stato preso dal panico». Andrianjaka Rafamantanantsoa ha 25 anni ed è una delle oltre 1000 persone che hanno contratto la peste quest’anno in Madagascar.
Per l’Europa la peste è legata al medioevo, per l’Italia c’è il ricordo dei Promessi Sposi. Nel mondo invece esiste ancora. I paesi più colpiti sono Congo, Perù e Madagascar che quest’anno ha avuto la peggiore epidemia degli ultimi anni, accompagnata da paure e stereotipi nella popolazione.
«La mia famiglia ha paura – ha spiegato Andrianjaka ricoverato nel centro di Medici Senza Frontiere – ha paura di venire a trovarmi. La gente ha l’idea che la peste sia una malattia sempre mortale. Io non mi vergogno più. Sono stato curato e non ho più paura».
Dalla peste invece si può guarire. 8 giorni e 35 iniezioni. Seguono tre settimane di riposo. Questo il caso del giovane. «La peste è ovviamente una malattia che spaventa, ma attraverso azioni concrete e rapide si può ridurre drasticamente il numero di morti e porre fine all’epidemia» spiega Luca Fontana, esperto di acqua e potabilizzazione per MSF. «La peste polmonare è trattabile e i pazienti hanno il 100% delle possibilità di rimettersi completamente se iniziano il trattamento in tempo».
L’organizzazione mondiale per la sanità ha contato, dal primo agosto 2119 casi con 171 morti. Nel 2016 i morti sono stati 63 in tutto l’anno con 275 infezioni. La peste è considerata endemica in Madagascar, ma è di solito limitata a zone isolate, nelle campagne, non in città. Quest’anno invece il focolaio è più ampio e la malattia si è diffusa anche nella capitale Antananarivo e in altre grandi città, come Taomasina.
Per limitare la diffusione sono state chiuse scuole e università. Il governo ha fatto partire una campagna di disinfestazione delle aule e cancellato tutti i raduni pubblici. Le vendite di Cotrim, un medicinale che è considerato utile per prevenire il contagio sono andate alle stelle e si scambia al mercato nero.
In Madagascar, la peste è riapparsa attorno al 1980. Di solito ritorna annualmente da marzo a ottobre. L’organizzazione mondiale della sanità la considera una delle malattie della povertà. È provocata da un batterio, lo Yersinia pestis, che si sviluppa nei ratti e viene portato dalle pulci. Se si è punti dagli insetti la peste tende a svilupparsi nella forma bubbonica. Il batterio invece colpisce i polmoni. Provoca la polmonite e la trasmissione avviene per aerea. Il 77% dei casi in Madagascar. Se diagnosticata in tempo la peste è curabile con antibiotici, ma bisogna contenere il contagio.
Nove paesi sono a rischio dopo l’isola secondo l’Oms: Isole Comore, Etiopia, Kenya, Mauritius, Mozambico, isola di Réunion, Seychelles, Sud Africa e Tanzania.
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