Sergio Troise per Il Messaggero
Nella storia dell'auto del Novecento c'è un esempio di originalità, innovazione e sofisticazione inimitabile. È rappresentato dalla francese Citroen DS, un' auto che nel 1955 sembrò una sorta di avveniristico concept proiettato nel futuro, e invece era già pronta per scompigliare il mercato delle berline di categoria premium offrendo un comfort inusitato e prestazioni da grande e rassicurante stradista.
Disegnata dall' italiano Flaminio Bertoni, esibiva linee anticonvenzionali e disponeva di soluzioni all' avanguardia come i freni a disco e un sofisticato sistema di sospensioni idropneumatiche che assisteva idraulicamente anche freni, sterzo, cambio e frizione automatica. Presentata al Salone di Parigi del 1955, consentì alla Citroen di raccogliere 12.000 ordini in 24 ore. Roba mai vista prima. E mai più verificatasi in nessun salone.
Rimasta in produzione fino al 1977, la DS è stata venduta in un milione e 330.750 unità. Di queste, una piccola parte (1.365) è stata trasformata dal carrozziere Henri Chapron in una versione cabriolet che oggi rappresenta il vanto di pochi fortunati collezionisti: un esemplare in ordine può valere dai 150.000 ai 250.000 euro! La filiazione italiana del marchio francese (DS è un brand del gruppo PSA nato da una costola di Citroen e diventato autonomo dal 2014) ha organizzato un evento in cui ha esibito cinque esemplari della storica Chapron a fianco della compatta DS3 Cabriolet attualmente in vendita.
Cinque capolavori restaurati a regola d' arte che hanno fatto da testimonial per la novità dell' estate 2017. Un modo per sottolineare il legame tra tradizione e innovazione. Tra i gioielli in passerella a Roma uno è appartenuto in passato a Ennio Morricone, un altro è di Aurelio De Laurentiis. Datato 1964, l' esemplare del presidente del Calcio Napoli è il più anziano tra quelli esibiti da DS Italia nell' evento romano. È stato acquistato ad un' asta a Parigi e poi affidato alle cure del Centro di documentazione storica che la casa francese possiede in Toscana, a Sinalunga, dove su richiesta del proprietario l' auto è stata riverniciata in un bell' azzurro metallizzato prima d' essere imbarcata su una nave che la porterà negli Usa, a Palm Beach.ù
Quella del produttore è una delle prime DS19 Cabriolet prodotte. Ha un motore 1,9 litri da 75 cv/137 Nm, che non offre grandi prestazioni (velocità massima 140 km/h), ma è un raro esempio di eleganza e comfort, con il valore aggiunto di pregiatissimi interni in pelle color crema. Guidarla tra Roma e le strade attorno al lago di Bracciano s' è rivelato un autentico privilegio: è stato come navigare a bordo di uno yacht di lusso, rigorosamente dislocante, godendosi il sole e il vento nei capelli.
Al volante della DS 19 Cabriolet le curve si affrontano come virate, con l' accortezza di procedere adagio, viste le dimensioni vicine ai 5 metri. Il cambio a 4 marce è al volante e la manovrabilità è buona, anche se la prima non è sincronizzata. Stupefacenti l' efficienza dei freni e le soffici sospensioni idropneumatiche. Ma non solo: quest' auto ultracinquantenne stupisce anche per la disposizione dei comandi di fari, indicatori di direzione e clacson, sistemati in modo da non staccare mai le mani dal volante.
André Citroen era proprio avanti La DS19 Cabriolet fu presentata al Salone di Parigi del 1959 su iniziativa, come detto, della Carrosserie Henri Chapron, la stessa che ha allestito le DS presidenziali di De Gaulle e Pompidou e che realizzerà successivamente le due SM Cabriolet usate da tutti i capi di Stato francesi. Una tradizione appena rinnovata con la DS7 Crossback scelta da Emmanuel Macron nella giornata dell' investitura ufficiale all' Eliseo.
Dopo la DS 19, Chapron modificò anche la DS 21 e la DS23, con relativo aumento della cilindrata, della potenza e delle prestazioni. Dal 1964, con l' arrivo della Pallas, la DS Cabriolet fu disponibile esclusivamente nell' allestimento top di gamma. L' ultima evoluzione fu la versione con alimentazione ad iniezione elettronica, capace di sfiorare i 200 km/h, disponibile a partire dal 1970. Alla carrozzeria di monsieur Chapron arrivava il telaio completo di meccanica che poi veniva completato lavorando in proprio le lamiere specifiche per le cabriolet, costruendo l' enorme capote ed il relativo telaio, allestendo le sellerie con pellami specifici, moquette e rivestimenti in molti colori e combinazioni. Tutto ciò rende oggi quasi impossibile trovare due DS Cabriolet con il medesimo allestimento.