PERCHE’ E’ STATO UCCISO LUCA SACCHI? TROPPE OMBRE NEL RACCONTO DELLA FIDANZATA ANASTASYA (CHE SECONDO IL SETTIMANALE ‘GIALLO’ È INDAGATA) - LA SUA VERSIONE NON RITENUTA ATTENDIBILE DAGLI INQUIRENTI. LA 25ENNE HA NEGATO CON FERMEZZA OGNI IPOTESI RELATIVA A UN PRESUNTO GIRO DI SPACCIO MA NEL SUO CI SAREBBERO STATE PARECCHIE BANCONOTE DA 50 E DA 20 EURO PER UN TOTALE, SI DICE, DI 70MILA EURO: PERCHÉ TUTTI QUEI SOLDI?

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luca sacchi luca sacchi

Brunella Bolloli per “Libero quotidiano”

 

Da «parte lesa» a «potenzialmente iscrivibile nel registro degli indagati» a «indagata». A poco più di un mese dall' omicidio di Luca Sacchi, la posizione della fidanzata Anastasya Kylemnyk appare decisamente cambiata. Sebbene non vi sia stata una comunicazione ufficiale da parte dei pm che indagano sulla triste fine del personal trainer 24enne di Roma, da più fonti trapela che l' inchiesta si è ormai sdoppiata: da una parte c' è il filone sull' omicidio del ragazzo che insegnava in palestra, conduceva una vita sana ed era innamorato della sua fidanzata e attaccatissimo alla sua famiglia, dall' altra il filone relativo alla droga con la guerra tra bande di pusher titolari delle varie piazze dello spaccio romano.

 

il papà di luca sacchi il papà di luca sacchi

Una guerra di cui forse qualcuno conosce i dettagli ma non intende svelarli.

Anastasya ha assistito all' omicidio del suo ragazzo, ha di sicuro subìto lo choc di un agguato compiuto da due giovanissimi spacciatori armati di mazza da baseball e di pistola (la prima è stata ritrovata, la seconda no); è stata sotto pressione, distrutta dal dolore, braccata, mediaticamente ricercata, ma da povera e innocente vittima che piange il fidanzato ucciso da due balordi di periferia, è passata ad essere più che una semplice persona informata sui fatti.

 

Secondo il settimanale Giallo, specializzato in cronaca nera e giudiziaria, la bionda baby sitter di origini ucraine è stata iscritta nel registro degli indagati. Non certo per concorso nell' omicidio di Luca, visto che i due responsabili, Valerio Del Grosso, esecutore materiale del delitto, e Paolo Pirino sono in cella con accuse precise e avrebbero confessato i rispettivi ruoli tenuti quel giorno, quanto per spaccio di sostanze stupefacenti. E i suoi silenzi non aiutano a cercare la verità.

 

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Com' è noto, del resto, fin dall' inizio la versione di Anastasya non è stata ritenuta attendibile dagli inquirenti. La 25enne ha negato con fermezza ogni ipotesi relativa a un presunto giro di spaccio: «La droga non c' entra», ha detto a caldo, ma nel suo zainetto, ritrovato e posto sotto sequestro, ci sarebbero state parecchie banconote da 50 e da 20 euro per un totale, si dice, di 70mila euro: troppo per far credere che fosse solo per comprare un po' di fumo da consumare in solitudine. Più probabile che quella somma fosse destinata per altro, un giro molto più grande di lei. Ma in che situazione si era ficcata Anastasya? Perché nella sua borsa c' erano così tanti soldi su cui, infatti, si sono avventati Del Grosso e Pirino?

 

Che cosa è accaduto davvero in via Teodoro Mommsen, quartiere Appio Latino, la sera del 23 ottobre, dove Luca è stato colpito a morte?

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Anastasya ha negato di conoscere i due assassini, mentre resta il mistero sul rapporto con Giovanni Princi, amico e compagno di liceo di Luca Sacchi, presente la sera del delitto al pub e fuori dove, presumibilmente, sarebbe dovuto avvenire lo scambio droga in cambio di denaro. Anche la posizione di Princi deve essere approfondita, così come resta da chiarire il ruolo del gruppetto di giovani arrivato mentre il 24enne istruttore di arti marziali era steso a terra in via Mommsen gravissimo. Lo stesso gruppetto avvistato nella sala d' attesa dell' ospedale dove i medici hanno tentato di tutto per salvare la vita a Luca, ma invano.

Si tratta di 3 ragazzi che non rientrano nella cerchia di amici della vittima né della fidanzata. E allora perché stavano lì, a chi dovevano riferire?

 

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Secondo gli investigatori non vi è dubbio che il delitto sia avvenuto in conseguenza di uno scambio tra bande di pusher. Uno scambio finito malissimo per il giovane romano che le analisi hanno rivelato essere pulito, come confermato più volte dai genitori. Mamma Tina e papà Alfonso tramite i loro legali, Armida Decina e Paolo Salice, fanno sapere di avere chiesto un prelievo del campione biologico del Dna di Anastasya da comparare con quelli eventualmente trovati sulla mazza da baseball, visto che la 25enne aveva dichiarato di essere stata picchiata in testa con la mazza e per questo difesa da Luca che poi sarebbe stato freddato da un colpo alla nuca. «Se Luca è stato colpito a bastonate e ha vari lividi sul corpo, perché la ragazza non ha neanche un segno?», chiedono gli avvocati dei Sacchi.

 

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«La mia assistita parlerà quando le sarà richiesto di parlare dal suo unico interlocutore naturale, ovvero il pubblico ministero», ha replicato l' avvocato Giuseppe Cincioni, legale della Kylemnyk, al quale non risulta che la ragazza sia indagata.

 

Intanto proseguono gli accertamenti degli investigatori: ieri sono state analizzate le autovetture usate la notte dell' omicidio. La prossima settimana sarà la volta dell' analisi sulla mazza a caccia di impronte e di materiale biologico. Il cerchio si stringe e molte risposte arriveranno anche dai tabulati telefonici dei soggetti coinvolti. Sempre che Anastasya non si decida a raccontare ciò che sa. «Se davvero amava Luca, allora dica tutta la verità», la implorano i genitori del fidanzato.

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