PICCOLI CRIMINALI, GRANDI VIOLENZE – IL RAGAZZINO DI 16 ANNI SEVIZIATO NEL CARCERE MINORILE "BECCARIA" DI MILANO DOVEVA STARE IN CELLA DA SOLO “AI FINI DELLA SUA TUTELA” – IL RAGAZZINO ERA STATO ISOLATO NELL’INFERMERIA FINO A CHE UN ALTRO DETENUTO NON L’HA SFASCIATA - QUANDO I COMPAGNI DI CELLA HANNO SCOPERTO CHE IL RAGAZZINO È FINITO DENTRO PER REATI A SFONDO SESSUALE LO HANNO SEVIZIATO PER DUE ORE...

-

Condividi questo articolo


1 - CARCERE BECCARIA, IL RAGAZZINO TORTURATO E VIOLENTATO SAREBBE DOVUTO STARE IN CELLA DA SOLO

Luigi Ferrarella per www.corriere.it

 

carcere minorile cesare beccaria 1 carcere minorile cesare beccaria 1

Chi vuol continuare a far finta di non vedere quanto il sovraffollamento e l’inadeguatezza di personale e condizioni logistiche possano indirettamente determinare spaventose violazioni dei diritti umani delle persone detenute può farsene invece una idea dal caso del ragazzino ferocemente abusato in una cella del carcere minorile Beccaria la notte del 7 agosto, ad opera di tre altri minori detenuti tra i quali un giovane (che era appena maggiorenne da quattro giorni) arrestato mesi fa quale «gregario violento nella banda di trapper facenti capo a Simba la Rue e Baby Gang», nonché già condannato a 1 anno e 4 mesi per rapina, tentata estorsione e minaccia.

 

carcere minorile cesare beccaria 3 carcere minorile cesare beccaria 3

ll ragazzino abusato — 16enne, egiziano con una esperienza pesante già in un «campo» libico, finito al Beccaria con l’accusa di avere palpeggiato una donna in metropolitana — fin dal suo ingresso nell’istituto aveva mostrato quelle che gli educatori chiamano «difficoltà di adattamento all’ambiente penitenziario e di inserimento tra gli altri ragazzi detenuti», sicché proprio «a fini di sua tutela» era stato «collocato nel reparto infermeria».

 

Ma proprio il giorno prima di essere aggredito, 6 agosto, «è stato necessario spostarlo presso il secondo gruppo di orientamento (dove il 7 accadrà la violenza, ndr) per ragioni organizzative urgenti e non fronteggiabili in altro modo», e cioè per il fatto che l’infermeria fosse divenuta inagibile dopo che un altro detenuto l‘aveva sfasciata. E siccome (tra varie ristrutturazioni in corso e sovraffollamento) non esisteva nemmeno un altro posto dove tenere da solo il ragazzo, ecco che era stato messo in quella cella insieme a quei tre compagni che poi lo hanno aggredito, e che peraltro già all’ingresso del ragazzo avevano «preteso di sapere quale fosse il titolo di custodia cautelare a suo carico», con ciò tradendo il pretesto e la propensione a «una “rappresaglia punitiva”».

carcere minorile cesare beccaria 2 carcere minorile cesare beccaria 2

 

Sul punto il gip Guido Salvini ritiene di osservare che «nemmeno possono invocarsi a “giustificazione” culturale e ambientale di quanto commesso» dagli aggressori «alcuni comportamenti “punitivi” frequenti purtroppo in carcere nei confronti degli autori di alcuni reati, in particolare i violentatori di bambini e di familiari. Infatti il reato per il quale» il ragazzo abusato «era detenuto non era di particolare gravità e non era certamente un reato infamante».

 

Secondo le indagini della pm Rosaria Stagnaro con la Squadra Mobile e la Polizia penitenziaria, «approfittando del cambio di turno degli agenti» i tre compagni di cella sorpresero nel sonno il ragazzo, lo legarono con i polsi alla finestra del bagno fuori visuale, lo violentarono con oggetti, gli spensero una sigaretta in faccia e sul braccio, lo presero a calci inginocchiato, e gli gettarono addosso acqua bollente: «Una elevata crudeltà nel procurare atroci sofferenze, con una determinazione e per un lasso di tempo tali da comportare anche la contestazione del reato di tortura».

carcere minorile cesare beccaria 6 carcere minorile cesare beccaria 6

 

Con una conclusione incredibile in quella notte di violenze rievocata dal ragazzo abusato, oggi assistito dall’avvocato Daniela Frigione: infatti l’aggressore neomaggiorenne, quasi non percependo l’orrore della tortura inflittagli, «gli chiese scusa, gli offrì patatine, Coca Cola e sigarette, e gli propose di contraccambiare la violenza subìta con uno schiaffo a ciascun aguzzino, come se in tal modo potessero essere pari e riappacificarsi».

 

2 - VIOLENTATO A 17 ANNI DAI COMPAGNI DI CELLA "UNA PUNIZIONE PER I SUOI REATI SESSUALI"

Andrea Siravo per “la Stampa”

 

Non pensava di rivivere i maltrattamenti subiti nei campi libici durante il viaggio per arrivare in Italia. E invece in una cella dell'istituto penitenziario minorile «Cesare Beccaria» di Milano, Mohamed (nome di fantasia, ndr) una sera dello scorso agosto ha passato un inferno peggiore. È stato vittima di abusi sessuali, botte e altre sevizie tremende. I suoi aguzzini - secondo l'inchiesta della procura milanese - sono stati i suoi tre compagni di stanza coetanei. Tra loro anche il neo maggiorenne Gnagne Lath, ritenuto il «gregario violento» della banda dei trapper di Simba La Rue e Baby Gang fiaccata dai recenti arresti in seguito alle indagini di almeno tre procure lombarde.

carcere minorile cesare beccaria 5 carcere minorile cesare beccaria 5

 

A «Nesco», soprannome del giovane ivoriano arrivato con la madre in Italia a dodici anni, l'altro ieri è stata notificata nel carcere di Pavia un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Guido Salvini. Violenza sessuale di gruppo, lesioni e addirittura tortura le accuse mosse dal pm Rosaria Stagnaro sulla base degli esiti dell'indagine congiunta della Squadra mobile e della polizia penitenziaria.

 

Un reato, l'ultimo, già scoperto nelle carceri ma finora per le violenze degli agenti sui detenuti. Mai per quelle reciproche tra detenuti. Al Beccaria Mohamed, diciassettenne egiziano, era entrato ai primi di maggio dopo aver palpeggiato una ragazza sulla banchina della fermata Duomo della linea gialla della metropolitana. L'arresto in flagranza era coinciso anche con la prima identificazione del minore sul territorio italiano.

 

carcere minorile cesare beccaria 4 carcere minorile cesare beccaria 4

Per una difficoltà di adattamento all'ambiente carcerario e di inserimento tra gli altri ragazzi, Mohamed era stato collocato nel reparto infermeria. Poi però il 6 agosto un altro giovane detenuto aveva danneggiato e reso inagibile l'area. Un contingenza imprevedibile in una realtà già in difficoltà dai soliti problemi di sovraffollamento, di organici sottodimensionati e carenze strutturali.

 

Mohamed è stato quindi trasferito nella cella numero 306. Appena entrato «Nesco» e gli altri due avrebbero preteso di sapere per quale motivo il diciassettenne fosse finito dentro. E sarebbe stata la scoperta di essere accusato di reati a sfondo sessuale a far decidere ai tre di organizzare una «rappresaglia punitiva».

violenza sessuale su minore 5 violenza sessuale su minore 5

 

Un piano messo in atto la sera successiva: «Dopo che mi sono addormentato sono arrivati e hanno fatto così perché se fossi stato sveglio avrei potuto chiamare e chiedere aiuto», ha raccontato agli educatori e poi agli inquirenti. Mentre in due gli avrebbero legato i polsi con i lacci delle scarpe alla finestra del bagno, il terzo avrebbe fatto da palo rimanendo sulla porta. Per poi scambiarsi i ruoli durante quelli che il gip ha descritto nell'ordinanza come «atti sessuali brutali», prima di passare a «violenze fisiche gravissime e umiliazioni di ogni tipo» come botte, morsi, bruciature di sigaretta e ustioni con l'acqua bollente della doccia.

 

violenza sessuale su minore 6 violenza sessuale su minore 6

Dopo circa due ore i soprusi sarebbero cessati. Quando gli aguzzini avrebbero visto il sangue e le altre ferite sul corpo di Mohammed. «A questo punto hanno cambiato atteggiamento - ha spiegato la vittima -. Nesco mi ha chiesto scusa per quello che mi avevano fatto e per farsi perdonare mi ha detto di tirare uno schiaffo a ognuno di loro così da essere pari». E ancora, gli avrebbero regalato una Coca Cola, patatine e sigarette. Per il giudice, però il diciottenne della Costa d'Avorio «ha dimostrato una elevata crudeltà nell'usare violenza e nel procurare atroci sofferenze con una determinazione e per un lasso di tempo tali da comportare anche la contestazione del reato di tortura». E le scuse non sono altro che una «mancanza di qualsiasi percezione del disvalore» delle proprie azioni. Solo martedì Mohamed, assistito dall'avvocato Daniela Frigione, ha lasciato il Beccaria per passare in una comunità per minori.

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI

 

 

 

 

 

 

violenza sessuale su minore 4 violenza sessuale su minore 4

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…