1 - «SU WOJTYLA ILLAZIONI OFFENSIVE» CASO ORLANDI, IL MONITO DEL PAPA
Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”
PAPA BERGOGLIO E PIETRO ORLANDI
C’è un limite, e questa volta è stato ampiamente superato, lo sguardo serio che papa Francesco rivolge alla piazza sopra gli occhiali da lettura è ancora più eloquente delle parole che ha appena finito di sillabare dopo il Regina Coeli, tra gli applausi dei ventimila nel Colonnato: «Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di san Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate».
Bergoglio non aggiunge altro e del resto non ce n’è bisogno, il riferimento è chiarissimo: le «voci» raccolte e diffuse in televisione sei giorni fa da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza quindicenne, figlia di un commesso della Casa pontificia, che viveva in Vaticano e scomparve a Roma il 22 giugno 1983. […]
PAPA BERGOGLIO PIETRO ORLANDI E LA MADRE DI EMANUELA
Poi, in tv, nella trasmissione Dimartedì condotta su La7 da Giovanni Floris, il fratello di Emanuela ha commentato l’audio di un uomo «vicino alla banda della Magliana» che parlava di un Wojtyla che si faceva portare ragazzine in Vaticano: «Io non ho prove, ma sento questo audio, sento l’ambiente vaticano e qualche dubbio mi viene... Qualcuno dice che la sera usciva con due monsignori polacchi, e non andava certo a benedire le case».
[…] Sabato Diddi ha convocato il legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, che ha opposto il «segreto professionale». Con relative polemiche: i media vaticani che titolano: «accuse a Wojtyla, Pietro Orlandi e l’avvocato Sgrò si rifiutano di fare nomi»; e il «pm» che parla di «atteggiamento irritante» di chi invoca le indagini e poi non collabora. […]
Del caso di Emanuela ha parlato ieri su Canale 5 anche monsignor Georg Gänswein, già segretario di Ratzinger: «Orlandi ha detto che io avrei un dossier. Non è vero, non ho alcun dossier. Una volta l’ho incontrato, ho parlato a lungo con lui, ho detto “io non so niente”. E ho chiesto ai nostri di fare un promemoria su quale fosse la situazione allora riguardo a Emanuela. […]».
2 - ESTERNAZIONI SENZA FRENI IN TV E ACCUSE «PER SENTITO DIRE» PER IL VATICANO LA MISURA È COLMA
Estratto dell’articolo Fabrizio Peronaci per il “Corriere della Sera”
[…] Interrogato martedì 11 aprile dal procuratore Alessandro Diddi, Pietro Orlandi all’uscita si dice sereno: «Ho presentato una memoria e fatto i nomi di chi andrebbe sentito, compresi alcuni cardinali. Ho percepito la volontà di andare avanti». […]
È tutto qui, in un crescendo che ha provocato inaudito sconcerto tra le sacre mura, il motivo che ha indotto papa Francesco a occuparsi in prima persona delle accuse al suo predecessore. […]
La difesa solenne, in mondovisione, va letta non solo come un segnale di irritazione a Palazzo Apostolico per il «fango» fatto circolare «senza uno straccio di prova», ma anche come un monito: ora basta, altre calunnie non saranno tollerate.
pietro orlandi, fratello di emanuela orlandi
[…] Fango nel ventilatore, null’altro. Il primo a intervenire è stato, venerdì scorso, il cardinale Stanislao Dziwisz, che del pontefice «gigante della storia» fu segretario personale: «Avventatissime affermazioni, ignobili insinuazioni, accuse farneticanti». A seguire l’ Osservatore romano : «Follia, un massacro mediatico. Prove? Nessuna. Indizi?
Men che meno».
[…] A esasperare gli animi ha contribuito anche l’ultima mossa di Sgrò che, convocata sabato, al procuratore intenzionato a sapere chi avesse messo in giro le false voci su Wojtyla ha opposto il segreto professionale. La notizia ha fatto il giro del web e Pietro Orlandi è saltato su tuonando: «Ma sono impazziti? Chi si rifiuta di fare i nomi? Ma se gli abbiamo dato una lunga lista!».
Un bluff, per la verità: l’unico nome che interessava a Diddi, quello del «propalatore» di fango, né la loquace avvocata né il fratello l’hanno fatto. Così ieri mattina — poche ore prima della reprimenda di Bergoglio — lo stesso Pietro ha tentato di metterci una pezza, rivelando qualcosa in più: la «talpa» è morta. […]