Maria Giovanna Faiella per www.corriere.it
Fare il giro delle farmacie pur di trovare il medicinale necessario: per tanti pazienti il problema dei farmaci «introvabili» non è nuovo. Negli ultimi tempi, però, la situazione è peggiorata e gli stessi farmacisti hanno segnalato che fanno più fatica a reperire alcune categorie di medicinali di uso comune — e si sta allungando la «lista dei farmaci temporaneamente carenti». Ecco allora cosa sapere e alcuni consigli.
Cosa sta accadendo? Ci sono diverse cause. È aumentata notevolmente la richiesta di alcuni prodotti, come ibuprofene e paracetamolo. Nella maggior parte dei casi il farmaco carente può essere sostituito con l’equivalente (o generico) e, laddove possibile, le farmacie hanno contribuito e contribuiscono a sopperire alle carenze con preparati galenici, come nel caso dell’ibuprofene in versione sciroppo per i bambini.
Ci sono, poi, altri motivi che stanno provocando un aumento della carenza dei farmaci. A causa delle crisi internazionali, si è aggiunta la scarsità di alcune materie prime necessarie per produrre le confezioni ma anche di principi attivi che provengono dall’estero. Inoltre, l’aumento del costo del carburante sta determinando slittamenti delle consegne, che sono meno frequenti.
Alcuni farmaci mancano per 15 giorni o un mese, poi ricompaiono, poi tornano a mancare. L’Agenzia italiana del farmaco monitora costantemente la temporanea irreperibilità sul mercato nazionale di medicinali, in particolare di quelli indispensabili per la cura di determinate patologie.
In base alle norme in vigore, le aziende farmaceutiche titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio sono tenute a segnalare all’AIFA, con un anticipo di quattro mesi, che si verificherà una carenza del farmaco, di solito dovuta a problemi di produzione o a un aumento imprevisto della richiesta, o a cessata commercializzazione del prodotto.
Quando l’AIFA riceve la comunicazione, verifica se c’è un problema di sanità pubblica in modo da adottare i provvedimenti necessari coinvolgendo, se è il caso, i professionisti sanitari e le componenti della filiera, produttori, grossisti, importatori, farmacie.
Se il medicinale non può essere sostituito, perché non esistono equivalenti in commercio, viene rilasciata l’autorizzazione per l’importazione al titolare dell’autorizzazione in commercio del farmaco o alle strutture sanitarie interessate (Asl, farmacie ospedaliere).
In ogni caso, se non riuscite a trovare il vostro medicinale in farmacia, per non interrompere le cure, rivolgetevi sempre al vostro medico curante (o allo specialista) che vi prescriverà un medicinale equivalente, se esiste, o una terapia alternativa.
Potete anche verificare se il vostro medicinale è inserito nella lista dei «farmaci temporaneamente carenti», sul sito dell’Agenzia italiana del farmaco, che riporta in ordine alfabetico le informazioni sul prodotto mancante (sia principio attivo che nome commerciale), la data di inizio della carenza e quella prevista per il ritorno in commercio, i motivi per cui manca, i suggerimenti su cosa fare, l’esistenza o meno di un farmaco equivalente, cioè una «copia» del farmaco di riferimento (di marca) presente sul mercato già da molti anni e il cui brevetto sia scaduto, con lo stesso principio attivo, stessa forma farmaceutica e via di somministrazione (per esempio: compresse, sciroppo, soluzione iniettabile ecc), stesso dosaggio.
La carenza dei medicinali è cosa diversa dalle indisponibilità generate da distorsioni del mercato riconducibili al fenomeno del parallel trade, che sfrutta le differenze di prezzo dei farmaci sui diversi mercati (pratica legale consentita da norme europee), per cui dei farmaci destinati all’Italia sono rivenduti dai grossisti/trader (autorizzati) sul mercato estero perché è più remunerativo.
Da anni per questo problema sono stati attivati strumenti specifici; per esempio, le farmacie possono chiedere direttamente quei medicinali, quando non li trovano, per evitare accaparramenti per l’esportazione. Il ventaglio di strumenti messi in campo è veramente ampio. C’è un lavoro continuo per evitare che qualche paziente possa rimanere senza il farmaco necessario».
Qualora il medicinale mancante non risulti presente nell’elenco dei medicinali carenti pubblicato dall’AIFA, il farmacista dovrà provvedere a contattare almeno tre grossisti tra quelli a disposizione nel suo territorio per verificare la reale indisponibilità del medicinale in questione.
Nel caso in cui il medicinale risulta indisponibile nella rete distributiva, in base alle norme in vigore i farmacisti possono attivare la procedura di fornitura diretta. Per le richieste in emergenza, utilizzando i contatti messi a disposizione dai titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio.