PER I PISCHELLI IL SESSO E' COME UN VIDEOGIOCO - A SAVONA SEI RAGAZZI (DI CUI UNO MINORENNE) SONO INDAGATI PER VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO E MINACCE SU DUE RAGAZZE DI 15 E 16 ANNI - IL GRUPPO HA SCAMBIATO SUI SOCIAL I VIDEO DEI RAPPORTI - "LA STAMPA": "LO SVILUPPO DELLE INDAGINI AVREBBE EVIDENZIATO UNO SCENARIO DIVERSO. LE DUE MINORI NON SONO STATE COSTRETTE A RAPPORTI SESSUALI"

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Giovanni Ciolina per "la Stampa"

 

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L' iscrizione del fascicolo è per violenza sessuale di gruppo e minacce su due ragazzine di 15 e 16 anni, ma lo sviluppo delle indagini avrebbero evidenziato uno scenario diverso. «Le due minori non sono state costrette a rapporti sessuali», è quanto trapela da una fonte investigativa accreditata che darebbe una chiave di lettura differente sul comportamento di sei giovani (di cui uno minore), tutti liguri ad eccezione di un piemontese, che domenica scorsa si sono visti i carabinieri irrompere in casa per una perquisizione al termine della quale i militari hanno sequestrato i telefoni cellulari dei giovani e visionato i computer.

 

A dare il via all' inchiesta della procura di Savona sarebbe stata la denuncia della madre di una delle ragazzine allertata da alcuni amici della diffusione sulla rete di un video a sfondo sessuale nel quale comparirebbe proprio sua figlia.

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Sono partite le indagini, con l' iscrizione dell' ipotesi accusatoria della violenza di gruppo, ma di quel video fino a ieri pomeriggio gli investigatori non erano entrati in possesso e soprattutto non ci sarebbe certezza sulla volontà delle minorenni per il presunto rapporto sessuale avvenuto in una località del savonese.

 

Per questo motivo i carabinieri sperano di avere risposte differenti dalla perizia sui telefoni cellulari dei sei giovani indagati. La procura savonese ha disposto un accertamento tecnico irripetibile e venerdì mattina verrà affidato l' incarico a un consulente che avrà il compito di visionare le apparecchiature elettroniche sequestrate nelle abitazione degli indagati e recuperare, nel caso della sua esistenza, il video incriminato diffuso sul web.

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Al momento questo appare l' unico elemento certo di una vicenda che il procuratore della Repubblica Ubaldo Pelosi, pur mantenendo il massimo riserbo, non ha esitato a definire «tutta da chiarire e soprattutto con molti lati su cui far luce».

 

«Posso confermare le ipotesi accusatorie - è il laconico commento dell' avvocato Erik Stefano Carlo Bodda che difende uno dei maggiorenni - mentre sul resto non ho nulla da dire. Già con la violenza di gruppo le prospettive sono pesantissime: da 8 a 12 anni.

Al momento però escludo l' emissione di misure cautelari nei confronti dei sei ragazzi indagati». Nessuna ordinanza di custodia cautelare per ora. Non resta che attendere gli sviluppi dalle indagini per avere un quadro più chiaro di una vicenda che con il passare delle ore sembra ridimensionarsi, almeno sotto il profilo della violenza sessuale di gruppo.

 

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