Francesco Grignetti per “la Stampa”
ocean viking, migranti sbarcano a taranto 6
Il virus che dilaga in Italia fa molta paura anche dall' altra sponda del Mediterraneo. E così, dati alla mano, da due settimane si sono azzerate le partenze di migranti clandestini in partenza da Libia, Tunisia e Algeria. Zero. Non prendono più il mare gli scafisti libici, che notoriamente si tengono molto informati di quel che accade da noi e dosano sapientemente quanto cinicamente il rubinetto delle partenze. Sono scomparsi anche i barchini veloci che portano gente sulle coste della Sicilia o della Sardegna.
Al ministero dell' Interno, dove in questi giorni hanno ben altre preoccupazioni, non è sfuggita la tregua del mare. L' ultimo sbarco ingente è del 27 febbraio scorso, quando fu concesso l' arrivo a Messina di 194 persone, tra cui 19 donne e 31 minori. Erano a bordo della nave umanitaria «Sea Watch 3». Si era già in emergenza da coronavirus, tant' è che il governatore siciliano Nello Musumeci protestò vivamente. E per misura di profilassi fu decisa a livello di governo, con scambio di lettere tra Roberto Speranza (Salute) e Luciana Lamorgese (Interno), la quarantena per tutti: i naufraghi in una caserma, l' equipaggio a bordo della nave.
Precedentemente, il 23 febbraio, ventiquattro ore dopo che era stata annunciata la zona rossa attorno a Codogno e agli altri comuni del Lodigiano, c' era stato un altro maxi-sbarco: 276 persone a bordo della «Ocean Viking», fatti sbarcare a Pozzallo, e in quel caso si era applicato un protocollo già più rigido, con il controllo della temperatura. Finirono in quarantena anche questi. Da allora, con il moltiplicarsi delle cattive notizie di contagi, ricoveri e morti in Italia, il flusso di clandestini è magicamente cessato.
Migranti scendono dalla nave Gregoretti
Le navi umanitarie stesse hanno preso a girare al largo dall' Italia. Comprensibile che non faccia piacere la decisione della ministra Luciana Lamorgese, che ha ordinato una quarantena di 14 giorni con i volontari confinati in porto. Nell' occasione, la presidente della Ong «Mediterranea Saving Human», Alessandra Sciurba, protestò che imporre la quarantena soltanto alle navi delle Ong e non a quelle commerciali era «una discriminazione, solo un pregiudizio che si fa prassi approfittando di un momento di shock collettivo».
alessandra sciurba portavoce mediterranea 7
Eppure è chiaro il ragionamento del Viminale: tirando a bordo persone che sono state esposte a un possibile contagio, perché certo non si può presumere che in Libia o in Tunisia gli scafisti adottino misure igienico-sanitarie per il povero carico di merce umana su cui speculano, il rischio si estende automaticamente anche agli equipaggi che hanno uno stretto contatto con i naufraghi. Sono a rischio tutti. Di qui la necessità della quarantena prima di entrare in contatto con altre persone in Italia.
La cautela serve a proteggere innanzitutto chi lavora e vive nei centri di accoglienza, dove i nuovi arrivati finiscono con la richiesta di asilo internazionale. Giusto ieri i radicali hanno chiesto a Lamorgese per quanto riguarda i Centri di accoglienza straordinaria e i Siproimi (ex Sprar) «di garantire presidi adeguati a tutela di chi vive e di chi lavora in quelle strutture, a cominciare dalla fornitura di guanti, mascherine e quanto possa servire nella gestione quotidiana».
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