F.L. per “il Messaggero”
Da due mesi è in una cella di San Vittore con un'accusa pesante: violenza sessuale. Ora per Paolo Massari, ex assessore all'Ambiente del Comune di Milano ai tempi della giunta Moratti e giornalista Mediast (sospeso dall'azienda), si profila il processo con giudizio immediato. A firmare l'istanza, trasmessa al gip Lidia Castellucci, è stato il pm Alessia Menegazzo, che ritiene di aver raccolto elementi sufficienti per andare subito a processo. Il giudice scioglierà la riserva nei prossimi giorni e la difesa può comunque chiedere l'abbreviato.
FUGA DAL LOFT
Stando agli elementi raccolti dagli investigatori Massari, la sera del 13 giugno, ha incontrato un'ex compagna del liceo Parini, imprenditrice in difficoltà a cui avrebbe promesso aiuto e consigli per rilanciare la sua attività piegata dal lockdown. I due, dopo un aperitivo in locale in Porta Venezia, decidono di andare a cena. A quel punto lui le propone di lasciare lo scooter nel suo box per andare al ristornante insieme, ma una volta arrivati nel garage, dal quale si accede direttamente al loft del giornalista, lui avrebbe cambiato atteggiamento trasformando la serata in un incubo.
Dopo l'aggressione e la violenza l'imprenditrice riesce a scappare, corre in strada senza vestiti, piangendo e chiedendo aiuto. Arrivano le volanti, per Massari scattano la denuncia e l'arresto. Nell'ambito dell'inchiesta i magistrati, oltre alla vittima, hanno ascoltato altre sette donne che avrebbero contattato l'imprenditrice di 56 anni. In sede di incidente probatorio la procuratrice aggiunta Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo hanno ascoltato la donna che, in base ai riscontri degli investigatori e al referto della clinica Mangiagalli, è stata violentata e picchiata. Con una modalità che alla luce delle altre testimonianze i magistrati definiscono «seriale».
Seduta di fronte ai pm e all'avvocato di Massari, l'ex compagna di liceo ha ripercorso quella tragica serata e ha riferito di essere stata contattata da altre donne che, negli anni, sarebbero state vittime come lei di Massari. «Donne che non si conoscono tra loro e che vengono da mondi diversi», ha specificato. Come le presunte vittime che, alcune settimane fa, hanno raccontato le molestie nella trasmissione Chi l'ha visto. Ma queste vicende non possono sfociare in denunce, poiché sono trascorsi più dei sei mesi concessi alle vittime di stupro per formalizzare l'accusa.
Nessuna di loro si è fatta avanti ai tempi della presunta aggressione e davanti agli inquirenti hanno motivato il loro silenzio dicendosi spaventate dal fatto che Massari fosse un personaggio noto. E non hanno sporto denuncia nemmeno la funzionaria del Consolato norvegese, infastidita durante una serata ufficiale, né una impiegata che nel 2010 inviarono una lettera per raccontare quanto avevano subito al sindaco Letizia Moratti, la quale rimosse l'ex assessore dal suo incarico sebbene lui sostenesse di non essere «un molestatore sessuale».
LE TESTIMONIANZE
Pertanto la richiesta di giudizio con rito immediato, sulla quale il giudice dovrà decidere e fissare direttamente la data in cui comincerà il processo senza celebrare l'udienza preliminare, riguarda solo lo stupro dell'ex compagna di liceo. Gli episodi raccontati dalle altre donne serviranno comunque agli inquirenti per fare un quadro del contesto in cui è maturata la violenza sessuale. E non solo dovrebbero irrobustire le già pesanti accuse contro Massari che, non si esclude, potrebbe scegliere di essere giudicato in abbreviato per evitare la pubblicità del dibattimento.
Le loro testimonianze serviranno infatti a contestualizzare il comportamento definito «seriale» dell'ex consigliere. Nell'interrogatorio di garanzia il giornalista ha riferito al gip che in quella notte tra sabato e domenica di metà giugno fra lui e la donna ci sarebbe stato un rapporto consensuale, nessuna aggressione. La sua versione però, alla luce del referto medico e delle macchie di sangue sul divano, non ha convinto il giudice che ha convalidato l'arresto per violenza sessuale. Massari non ha mai fatto richiesta di domiciliari.