Carlo Valentini per “Italia Oggi”
Il Covid ha picchiato duro in una parte della Cina, in particolare laddove è nato. Le drastiche e autoritarie misure anticontagio attuate con rigore anche se con ritardo hanno consentito di arginare l'epidemia ed essendo la Cina un vasto Continente questo difficile 2020 si chiuderà con risultati più che soddisfacenti: la caduta del 6,3% del Pil nel primo trimestre è stata per metà già riassorbita nel secondo (+ 3,2%) e la previsione è che a fine anno l'economia crescerà attorno al 2,5% (+6% nel 2021), unico caso importante al mondo di crescita economica nell'anno, inoltre gli scambi commerciali con l'estero sono cresciuti di 7 punti nel terzo trimestre, in agosto l'export è aumentato del 9,9% e il clima di fiducia è confermato dal fatto che mezzo miliardo di cinesi si sono recati in vacanza in questi giorni, in occasione della Settimana d'oro, che celebra la fondazione della Repubblica Popolare.
Se quanto indicato dalle autorità cinesi sarà confermato, aumenteranno i dubbi sull'efficacia della politica economica di Donald Trump, che non solo non è riuscito a isolare e contenere l'espansione economica cinese ma con le guerre commerciali ha creato turbolenze, provocando danni soprattutto all'Europa.
In realtà l'America First, tolti gli orpelli politicamente accattivanti, non significa più, nelle mutate condizioni dell'economia globale, l'America al primo posto grazie alla sua intraprendenza, alle capacità tecnologiche, alla forza del suo liberismo bensì un autoisolamento difensivo alla ricerca di un primato ottenuto con minacce (Tik Tok), sgambetti alla tecnologia altrui (Huawei), egoismi (l'accaparramento del vaccino anti-Covid).
Ma in questo modo gli eventuali progressi sono effimeri e alla prima burrasca il castello di affloscia. Non è un caso che la campagna elettorale di Trump sia questa volta concentrata sul law & order e assai meno sui temi economici poiché la disoccupazione (quella reale) è a livelli inusitati e sono tanti coloro che hanno subìto un calo del proprio tenore di vita. Trump potrà anche essere rieletto, aiutato da un avversario un po' scolorito ma, senza una sua quasi impossibile autocritica, l'America si risveglierà assai fragile (anche se pianterà la bandiera su Marte).
Il villaggio globale in cui ci troviamo non è privo di tensioni, ma esse vanno affrontate e regolamentate seguendo un cammino certamente complicato (e per il quale c'è bisogno di leader politici all'altezza) ma da percorrere con buon senso.
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