Estratto dell’articolo di Antonella Scott per “il Sole 24 Ore”
[…] Kiev e diverse altre città dell’Ucraina hanno subìto un pesante bombardamento missilistico, il terzo in una settimana: le forze aeree ucraine riferiscono di aver abbattuto 22 missili su 35, e 20 droni su 23.
Nel mirino, per il terzo giorno consecutivo, anche Kharkiv, dove i bombardamenti di domenica su diverse strutture civili – un palazzetto dello sport, un centro commerciale - avevano lasciato 50 persone ferite, tra cui cinque bambini.
ATTACCO RUSSO IN UCRAINA 26 AGOSTO 2024
Per la seconda volta in una settimana, gli attacchi russi sulle regioni occidentali dell’Ucraina hanno spinto la Polonia, Paese membro della Nato, a far decollare caccia polacchi e dell’Alleanza lungo il confine sud-orientale, per proteggere lo spazio aereo che il 26 agosto scorso sarebbe stato violato da un drone. E se i bombardamenti russi spingono ogni giorno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a insistere con Europa e Stati Uniti per poter utilizzare le armi occidentali per colpire più in profondità in territorio russo, Varsavia ieri è andata oltre, raccogliendo anche l’auspicio del presidente ucraino di effettuare operazioni congiunte per intercettare e abbattere missili e droni russi in territorio ucraino. Un’ipotesi scartata dalla Nato.
In un’intervista pubblicata ieri dal Financial Times, il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha chiarito che per Varsavia «è un dovere costituzionale» abbattere missili russi in volo sull’Ucraina ma rivolti contro il territorio polacco. L’appartenenza alla Nato, ha detto Sikorski, «non annulla la responsabilità di ciascun Paese di proteggere il proprio spazio aereo. Io ritengo che quando missili ostili stanno per entrare nel nostro spazio aereo, colpirli è legittima auto-difesa. Perché una volta che sono entrati, il rischio che i resti colpiscano qualcuno è alto».
La preoccupazione della Nato di provocare così un’escalation, ritrovandosi direttamente coinvolta nel conflitto contro la Russia […]
A Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ritiene che l’Occidente si sia già comunque spinto «troppo oltre». […] il vice ministro degli Esteri russo Serghej Rjabkov è entrato in territorio proibito: avvertendo che il comportamento dell’Occidente sta spingendo Mosca a modificare la propria dottrina nucleare.
[…] L’attuale versione della dottrina, revisionata e firmata da Putin nel settembre 2020, prevede il ricorso al nucleare in risposta a un attacco convenzionale in due circostanze: un’aggressione alla Russia che possa mettere a rischio la sopravvivenza dello Stato, oppure attacchi a infrastrutture militari o governative tali da mettere a rischio la capacità di risposta nucleare della Federazione.
VOLODYMYR ZELENSKY VLADIMIR PUTIN
[…] Rjabkov non specifica il tipo di cambiamenti a cui allude, ma dice che «c’è una chiara intenzione di apportare delle correzioni»: presumibilmente abbassando la soglia all’utilizzo del nucleare, come chiedono a Putin da tempo i “falchi” del Cremlino «per calmare i nostri avversari».
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