Estratto dell’articolo di Lodovico Poletto per “La Stampa”
D'accordo, il vaiolo delle scimmie fa paura. È già un'«emergenza sanitaria globale», come ha dichiarato pochissimi giorni fa l'Organizzazione mondiale della Sanità. Miete morti in Congo. Il rischio contagio è alto. Lì. Ma chi è che realmente corre i rischi maggiori di infettarsi?
Regione Piemonte, sezione sanità pubblica. Il documento arrivato alle direzioni generali e sanitarie delle Aziende regionali non ha dubbi su chi sono le persone maggiormente a rischio. E punta il dito sul mondo gay.
DOCUMENTO DELLA REGIONE PIEMONTE SU GAY E VAIOLO DELLE SCIMMIE
[…] bisogna andare alla seconda pagina della segnalazione. Paragrafo numero due. Prima categoria (era così anche per il Covid): «Personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus».
Seconda riga. «Persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (msm) che rientrino nei seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi tre mesi) con più partner sessuali; partecipazione ad eventi sessuali di gruppo; partecipazione a incontri sessuali in locali, club, cruising e saune; recente infezione sessuale trasmessa; abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche».
La sentenza è già scritta. Chi contrae il vaiolo rientra tra questi casi. Ma è davvero così? Il professor Giovanni Di Perri, direttore del Dirmei - Dipartimento regionale malattie ed emergenze infettive -, è un'autorità assoluta in tema di malattie da contagio. Studioso di peso, ascoltatissimo durante il periodo del Covid, storce il naso davanti a chi gli domanda che cosa ne pensa del documento che individua le persone a rischio firmato dalla Direzione della sanità pubblica piemontese. E la sua è una battuta che vale una bocciatura senza appello: «Lo disapprovo in modo pesante».
Professore, perché? «Perché l'atto sessuale in sé non è la sola scriminante. Lo scambio di umori potrebbe fare da veicolo al virus». Dunque saliva, oppure sudore o lesioni e altri fluidi corporei. E Di Perri, a questo punto, fa un esempio che inquadra perfettamente la questione: «Penso ad esempio ai giocatori di una squadra di rugby che si abbracciano magari negli spogliatoi dopo il match. Non c'è atto sessuale. Ma scambio di umori corporali».
VAIOLO DELLE SCIMMIE - IDENTIKIT DEL VIRUS - LA STAMPA
[…] Insomma: il Vaiolo delle scimmie non è l'Hiv. Il sesso c'entra, ma non la chiave del tutto. Ed elencare le categorie «a rischio» è una semplificazione quantomeno scivolosa che gli scienziati disapprovano. Anche perché - diversamente dall'epidemia di due anni fa - che interessava essenzialmente uomini, quest'anno il contagio è diffuso anche tra bambini piccoli e donne. […]
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