UN POPOLO DI FURBETTI E DI COGLIONCELLI - FESTE DI COMPLEANNO ABUSIVE, FUGHE NOTTURNE, GIUSTIFICAZIONI ASSURDE: NELL’ITALIA STROZZATA DALL’EMERGENZA CORONAVIRUS NON MANCANO QUELLI CHE SE NE STRAFOTTONO DEI DIVIETI DEL GOVERNO, TIPO CHI IMPROVVISA UNA PARTITA DI PALLONE - DUEMILA DENUNCE, NELLA CAPITALE 7 ARRESTI. ANCHE SE I CONTROLLI…

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Michela Allegri per “il Messaggero”

 

parchi roma parchi roma

Feste di compleanno abusive, fughe notturne, giustificazioni assurde. Nell'Italia strozzata dall'emergenza coronavirus, non mancano i furbetti che pensano di giocare d'astuzia per aggirare i divieti imposti dal governo. Da Nord a Sud, il bilancio della prima giornata di serrata generalizzata, con chiusura di bar, ristoranti e negozi, è di 106.659 persone controllate, 2.162 denunciate per inosservanza al provvedimento dell'autorità e altre 35 per false dichiarazioni. Gli esercizi commerciali in cui sono state fatte verifiche sono stati 18.994, mentre i titolari denunciati per violazioni sono stati 113.

 

I dati, aggiornati alla metà del pomeriggio di ieri, sono stati diffusi dal Viminale. E sempre il ministero dell'Interno ha disposto che anche i militari siano autorizzati a fermare i cittadini per controllare se rispettino le disposizioni previste dai decreti. Nella circolare firmata dal ministro Luciana Lamorgese si legge infatti che, considerata l'emergenza, «al personale delle forze armate impiegate, previo provvedimento del prefetto competente, per assicurare l'esecuzione delle misure di contenimento è attribuita la qualifica di agente di pubblica sicurezza».

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Anche se la maggior parte degli italiani sta rispettando i divieti, le storie che arrivano da diverse regioni sono impietose. Solo a Roma si sono registrate 43 denunce. Nella Capitale ci sono stati anche alcuni arresti: sette persone, tutte di nazionalità straniera, sono state fermate dai carabinieri mentre giocavano a carte su una panchina davanti alla stazione Eur Fermi della metro B. L'arresto è scattato per false dichiarazioni nell'autocertificazione: alle domande dei carabinieri hanno risposto di essere usciti per motivi lavorativi, mettendo la giustificazione nero su bianco nell'autocertificazione. Ovviamente, si trattava di una dichiarazione falsa: sono bastati pochi controlli per scoprirlo. I sette sono stati liberati dopo l'udienza di convalida davanti al giudice.

 

L'altra sera, addirittura, un circolo privato è rimasto aperto e l'ingresso è stato consentito anche ai non iscritti. Il locale è stato chiuso e la titolare, una nigeriana di 38 anni, è stata denunciata, mentre quattro suoi connazionali sono stati accompagnati per ulteriori accertamenti presso il centro di foto segnalamento del Comando Generale visto che erano privi di documenti.

 

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Ma il problema riguarda tutta l'Italia, dove circa 40mila uomini e donne di Polizia di Stato, Arma e Guardia di Finanza, sono al lavoro, per controllare il rispetto delle norme. Mentre il capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato in una circolare ai prefetti che «la veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi». A metà pomeriggio solo ai Carabinieri erano arrivati a oltre 200 denunce. A Napoli il caso clamoroso di un laboratorio medico che aveva messo in piedi un'attività parallela: nella struttura si svolgeva la raccolta a domicilio - ovviamente a pagamento - di tamponi per valutare la positività al coronavirus. Prestazioni che si svolgevano senza autorizzazione. Sempre nel napoletano è stato smantellato un capannone dove si produceva - abusivamente - un igienizzante per mani. In provincia di Bologna, a Castel Maggiore, due giorni fa, un uomo ha organizzato in un bar la sua festa di compleanno: hanno partecipato 50 persone. I Carabinieri hanno sgomberato l'area. Ma, un'ora dopo, tutti gli ospiti erano tornati all'interno del locale. Così sono scattate le denunce.

 

 

LE GIUSTIFICAZIONI

A Bergamo, una delle città più provate dall'emergenza, c'è chi ce l'ha messa davvero tutta per aggirare il decreto . «Ho litigato al telefono con la mia fidanzata e quindi la sto raggiungendo per chiarire di persona», ha detto un ragazzo alla pattuglia che l'ha fermato. La giustificazione di un concittadino è stata ancora più assurda: «Ero uscito a comprare liquori per 150 euro per una festa che sto organizzando a casa con un gruppo di amici». Le verifiche nella provincia sono già state più di mille. E le denunce più di 40.

EMERGENZA CORONAVIRUS - FOLLA A FREGENE INCURANTE DEL RISCHIO EPIDEMIA EMERGENZA CORONAVIRUS - FOLLA A FREGENE INCURANTE DEL RISCHIO EPIDEMIA

 

2 - A SPASSO PER ROMA: ZERO CONTROLLI IN 7 KM «SE MI FERMANO DICO CHE VADO IN FARMACIA»

Lorenzo De Cicco per “il Messaggero”

 

Dalla Balduina, Roma Nord, fino al cuore del centro storico, nel Tridente, passando nei dintorni del Vaticano e deviando dalla traiettoria impostata da Google Maps per addentrarsi tra i platani di Villa Borghese, dove in tanti scorrazzano con le airpods nelle orecchie (e la mascherina sul viso). Jogging in tempi di coronavirus. In tutto, dicono le mappe del web, 7 chilometri. Lungo questo percorso, però, non arrivano stop dagli agenti di stanza che si vedono di tanto in tanto. Fermano più che altro le automobili. Si può passeggiare, quindi? Tra i pochi che svicolano sui marciapiedi, magari con Fido al guinzaglio, o che sudano in tutina facendo dribbling tra le buche perché le palestre sono off limits, ci si ferma, sempre a un metro l'uno dall'altro, e si pone l'interrogativo più frequente nelle conversazioni da quarantena: «Ma l'autocertificazione ce l'hai? Per uscire di casa a piedi, senza macchina o motorino, serve sempre portarla dietro?». In realtà no, come si capirà poi (in caso, la fornisce chi controlla). Ma va detto che gli annunci, nelle ultime 48 ore, non sono stati proprio unidirezionali. Anzi.

 

Per dire: mercoledì la Protezione civile informava che «anche se si va a piedi» tocca sempre motivare la «necessità» dello spostamento. Ieri invece dal Viminale hanno chiarito che passeggiare o fare una corsa si può. Insomma, evitare di camminare o di fare jogging, per quanto fondamentale e utilissimo per arginare l'avanzata del Covid-19, è un invito, al momento. Non un obbligo.

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«Ieri ho camminato per 15 chilometri e nessuno mi ha fermato», raccontava per esempio all'ora di pranzo, seduta su una panchina di piazza Cavour, Lauretta Z., psicologa costretta ora alle sedute di terapia via Skype. «Mia figlia mi dice di non uscire di casa, si raccomanda tanto. Ma a volte non riesco...». E l'autocertificazione, ce l'ha? «Eccola! C'è scritto che devo andare in farmacia e in effetti ci sono andata, ho comprato le mascherine nuove, quelle che proteggono meglio».

PARTITE DI PALLONE

L'invito a restare a casa ed evitare il passeggio - che appunto è solo un invito, per ora - non viene seguito. Non tanto nelle strade, svuotate di folle dappertutto, quanto nelle ville storiche e nei giardini pubblici, dove invece si riversano i ragazzi magari per una partita di pallone, come a Villa Pamphili, o seduti in cerchio, uno accanto all'altro, modalità pic nic, a Villa Torlonia. Mentre tutt'intorno altri si allenano, non sempre a distanza di sicurezza.

coronavirus controlli alla stazione termini 4 coronavirus controlli alla stazione termini 4

I più giovani hanno nello smartphone, a portata di clic, il sito web del Ministero dell'Interno. «È consentito fare attività motoria all'aperto?», è una delle domande che si leggono sul portale del Viminale. Risposta: «Lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare assembramenti». Altra domanda: «Posso uscire con il cane?». La risposta è «sì, per la gestione quotidiana delle sue esigenze fisiologiche e per i controlli veterinari». Anche il ministro Francesco Boccia ieri sera ha spiegato quanto sia importante evitare gli spostamenti che non servono davvero: «Faccio un appello, in questi 15 giorni diamo una spinta forte al contenimento del contagio. Più stiamo in casa e meglio è. Non si poteva fare una norma che vietasse di uscire per un giro del palazzo, per la spesa, per portare fuori il cane, ma la passeggiata al parco si può evitare». Prima di tutto perché è decisivo non diffondere il contagio e poi perché in caso di infortunio si rischia di ingolfare ulteriormente i pronto soccorso che in questi giorni sono in grande difficoltà.

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