Giulio Busi per ''Il Sole 24 Ore''
statua di cristoforo colombo abbattuta a minneapolis
Solitario, scontroso, testardo. Un eroe romantico, capace di superare, quasi senza aiuti, ogni avversità. Un bell' uomo, volitivo, dotato di grande fascino personale, amato dalle donne e ammirato dai maschi per la sua coraggiosa virilità. Un genio intrattabile, un grande parlatore e un cavaliere senza paura e, spesso, senza pietà. Cristoforo Colombo fu probabilmente anche tutto questo. Ma se fosse stato solo questo, la sua impresa sarebbe rimasta, al massimo, un romanzo di gesta, sullo sfondo di mari esotici. La verità è più complessa della trama di un romanzo.
La rotta del primo viaggio di Colombo
E meno rassicurante. Dietro l' eroe solitario, si stende la rete fitta delle amicizie, dei protettori e, perché no, degli investitori che puntano su di lui. Alla passione e al coraggio, s' uniscono violenza, sopraffazione, tradimento. Una biografia di Colombo, oggi, non può che essere un libro corale, con tanti personaggi, che manovrano la storia come i marinai portano una nave. Ciascuno al suo posto, quelli che si vedono in coperta e quanti non si fanno notare.
Solo il capitano ne conosce i nomi, sa impiegarli al meglio, li controlla e si fida di loro. E quale capitano è mai stato migliore di Cristoforo, nato lanaiolo e morto ammiraglio del mare oceano?
La Santa Maria in un dipinto di Leutze
Se la si guarda dall' alto della fama di cui godrà dopo il 1493, la prima fase ligure dell' esistenza di Cristoforo, artigiana e popolare, sembra davvero fuori scala, come se appartenesse a un altro personaggio, con un diverso destino.
La distorsione biografica ha fatto scorrere fiumi d' inchiostro. E ha alimentato un' inesauribile sequela di «Colombo» esotici. Nella fantasia di dilettanti, complottisti e novellatori d' ogni genere, il «vero» Colombo è sempre qualcun altro, venuto da un mondo impossibile e stralunato.
Dalla Galizia alla Catalogna, dal Portogallo alla Polonia, gli sono state attribuite infinite patrie, una più improbabile dell' altra. Lo si è immaginato ebreo, fedele alla propria tradizione o convertito al cristianesimo, a forza o per convenienza. Un dissimulatore nascosto sotto una seconda, terza identità - sfuggente, tormentato e tormentatore, dedito agli intrighi. Proprio perché lui, l' uomo in carne e ossa, di cui ci parlano i documenti, ha avuto una vita così strana, contraddittoria, segretamente fuori luogo.
Ma è di sproporzioni che vive la realtà. L' avventura di Cristoforo è tutta qui. Una dura risalita sociale, il riscatto dell' ennesimo parvenu che si trasforma - per genio, per fortuna, per avventura - in un capitolo, nuovo e travagliato, della storia mondiale.
Una volta divenuto celebre e potente, Cristoforo cerca di annacquare le sue origini modeste. Un compito, questo della nobilitazione a posteriori, in cui s' impegneranno con ancora maggior determinazione i suoi discendenti, ormai entrati a far parte dell' altezzosa aristocrazia spagnola.
Ritratto di Cristoforo Colombo
Qualcuno però, anche in Spagna, sa.
E chi sa, prima o poi parla. Decisiva, per sciogliere il mistero di Colombo, è una lingua tagliata. È la lingua di una povera donna. Ines de Malaver è il suo nome. Il suo torto? Quello di aver detto la verità. La lingua l' ha persa nel nuovo mondo, dove ha seguito Colombo e le sue ciurme riottose, in cerca di denaro e di mirabolanti ricchezze. Anziché trovare l' oro, Ines è incappata nel coltello del carnefice. Ha sparlato, come tanti altri, alle spalle di Cristoforo e dei suoi fratelli. Altro che ammiraglio, spiffera Ines, lui e i suoi fratelli sono stati garzoni, e il padre loro è un povero tessitore.
columbus day proteste cristoforo colombo era uno sterminatore 1
Nobili? Avete mai visto un grande di Spagna con la spola in mano?
Non fosse stato per l' inchiesta istituita contro Cristoforo nel 1500, a causa dei suoi abusi, probabilmente non avremmo mai saputo di questa brutta vicenda dell' amputazione della lingua.
Detto fatto, Bartolomeo Colombo, il fratello incaricato di amministrare la giustizia nei nuovi possedimenti, fa punire la pettegola in modo orribile.
«Delitto» e pena sono a verbale, riferiti da testimoni oculari durante il procedimento a carico di Cristoforo. Il fascicolo degli interrogatori, che per secoli si era creduto perso, è stato ritrovato in Spagna una quindicina d' anni fa. Ed ecco che, grazie a Ines de Malaver, e alla sua tragica mutilazione, le teorie fantastiche sulle origini principesche dei Colombo vengono a cadere di colpo. Speriamo che se ne accorgano i molti che ancora ricamano, in lungo e in largo, su pseudo-genealogie colombiane. Nessun documento d' archivio, per quanto autentico, può valere quanto una punizione così crudele.
L' origine genovese e la nascita di Cristoforo da un padre lanaiolo non è stata inventata a tavolino da storici manipolatori. Serpeggiava tra qualche bene informato, anzi, bene informata, già nell' anno di grazia 1500. Volete la storia vera? Attenti però a come parlate, perché potreste pentirvene.
Accanto alle luci, ci sono naturalmente le molte ombre, gli episodi di chiusura, di violenza, di durezza.
Quello di Cristoforo è un mondo smisurato e aperto come il mare. E, come il mare, può essere minaccioso, estraneo, mortale.
statua di cristoforo colombo vandalizzata a detroit
Il dramma degli indigeni, incontrati al di là dell' Atlantico e subito traditi, ridotti in servitù, sterminati, è lì a mostrarcelo, questo lato tenebroso del sommo scopritore. Negli ultimi decenni, e più che mai in queste settimane, l' immagine di Colombo è stata rivisitata, criticata, attaccata. Via il suo nome da strade e piazze. Le statue di Colombo cadono come birilli. In Minnesota, a Boston, a Richmond, a Baltimora, e chissà ancora dove, i monumenti, a quello che un tempo era considerato un grande della storia, perdono letteralmente la testa, vengono bruciati, buttati tra le onde. Dobbiamo mettere Cristoforo tra i più efferati criminali di ogni epoca?
Prima di condannarlo senz' appello, il lanaiolo-ammiraglio, facciamolo almeno cominciare. Lasciamo che prenda il mare, cerchiamo di avere pazienza, almeno quanto ha pazientato lui, per i lunghissimi anni in cui tutti lo schernivano, dicevano che era un illuso, gli davano del matto e del presuntuoso. Godiamo con lui l' ebbrezza della partenza. Speriamo ogni giorno di vederla, questa benedetta terra. Guardiamo negli occhi l' equipaggio, sempre più impaurito e rancoroso. Ve la sentite di cercare il nuovo mondo, senza sapere cosa sia e a cosa serva? Se la risposta è sì, allora vale la pena di partire. Per le disillusioni, le accuse, le recriminazioni, le condanne, le sopraffazioni, avremo tutto il tempo che vorremo.
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