Antonio Gurrado per www.ilfoglio.it
Mi ero illuso leggendo su Panorama che ci sono le Olimpiadi del sesso e, domandandomi qual mai canale le trasmettesse, ho tuttavia scoperto che queste Libidolympics sono in realtà un sondaggione internazionale, niente di più, in cui a popolazioni di tutto il globo viene richiesto di collocare la propria eccitazione su una scala da uno a dieci. Scrive il trafiletto che il record mondiale, in quest’autovalutazione dell’arrapamento, spetta a Hong Kong, insospettabile primatista che l’articolo definisce pertanto “mecca del peccato”.
Ora, non so voi ma vaghi ricordi mi rafforzano nella convinzione che, se uno ha voglia, è perché non fa abbastanza sesso; mentre, se ha appena fatto sesso, se fa sesso di continuo, se vive immerso nel sesso fino alla nausea, la voglia inevitabilmente gli passa.
La vittoria pseudo-olimpica degli abitanti di Hong Kong pertanto, malamente interpretata, non deve indurli a fregiarsi del titolo di popolo più caldo del mondo, tutt’altro; deve incoraggiarli a smettere di vantarsi e a correre a cercare in un modo o nell’altro soddisfazione urgente, che li faccia precipitare in classifica. Il discorso vale anche per la nazione medaglia d’argento, l’Italia.