Salvatore Garzillo per “Libero quotidiano”
Ufficialmente erano chirurghi specializzati nel trapianto di capelli, un' operazione ormai di routine in molti centri d' Europa. Assicuravano il totale successo dell' impianto e la propria professionalità era garantita dalla clinica presso cui esercitavano l' attività. Peccato che non avessero alcun titolo per farlo.
Niente, neanche un pezzo di carta finto per illudere i clienti, i carabinieri del Nas hanno scoperto che i quattro presunti professionisti non avevano mai aperto i libri della materia che trattavano. Sono sette gli indagati nel' indagine per esercizio abusivo della professione medica in concorso, oltre ai finti dottori ci sono il direttore sanitario della clinica di Milano, il legale rappresentante e il responsabile dell' équipe.
Tutti sapevano che chi operava non aveva le autorizzazioni, pur presentandosi come specializzati nel trattamento delle calvizie e del trapianto di capelli. Saranno stati anche bravi - del resto non sono mai stati denunciati episodi - ma erano abusivi del bisturi.
L' indagine nasce da una verifica dei Nas, che negli ultimi tempi si stanno concentrando sulle case di cura private e sulle cliniche per colpire i finti professionisti. È bastato un controllo nel centro milanese per far crollare il castello di carte.
TRAPIANTO DI CAPELLI IN TURCHIA
Un trattamento partiva da 3mila euro, era garantito un secondo tentativo in caso di rigetto del bulbo. Quello del prezzo è un dettaglio non da poco visto che negli ultimi tempi, per motivi economici, è esploso un turismo di massa verso le cliniche della Turchia, in particolare verso Istanbul.
Avere un prezzo più basso della concorrenza italiana consentiva di attirare tutti quei clienti scettici sulle condizioni sanitarie del Paese straniero. Salvo poi mettersi, a propria insaputa, nella mani di un truffatore. Nessuno dei pazienti ha mai dubitato della loro esperienza. Certo, non c' erano lauree, pergamene o attestati appesi al muro ma del resto, di fronte a un camice in un centro riconosciuto chi ha il coraggio di fare domande?
Le indagini dei Nas non si limitano a Milano. Ieri i colleghi di Genova hanno denunciato per esercizio abusivo di professione un uomo che lavorava in uno studio di agopuntura.
Anche in questo non c' era alcun titolo per farlo ma a differenza dei furbetti milanesi, il titolare di questo centro eseguiva le sedute di agopuntura dopo aver controllato gli esami diagnostici dei clienti, calibrando quindi i propri interventi in modo che risultassero trattamenti con azione curativa.
Scendendo più a sud la situazione non cambia, nella stessa giornata i militari del Nucleo Antisofisticazioni di Salerno, hanno denunciato una persona dopo una serie accertamenti sulle apparecchiature utilizzate al reparto di radiologia di un ospedale della provincia di Benevento. Le verifiche, infatti, hanno appurato che l' indagato, in qualità di direttore generale, aveva omesso di approntare i programmi di garanzia di qualità e di valutazione della dose/attività somministrata ai pazienti mediante le apparecchiature radiografiche in uso al reparto, con possibili danni alla salute dei degenti.
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