LE PUNTATE PRECEDENTI:
IL PRESIDENTE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI LOMBARDI, CHE HA DEFERITO SELVAGGIA LUCARELLI PER LA CONTESTAZIONE DEL FIGLIO A SALVINI, STA CON L'AUTRICE DI UN LIBRO CON LA PREFAZIONE DI SALVINI E LA POSTFAZIONE DI FELTRI
LA PRECISAZIONE DI GALIMBERTI A DAGOSPIA
STEFANO PIAZZA FEDERICA BOSCO - SBIRRI MALEDETTI EROI
LA PRECISAZIONE DELL’EDITORE
Riceviamo e pubblichiamo da Luciano Tirinnanzi, editore Paesi Edizioni
Caro Dago,
in merito alle polemiche tra Selvaggia Lucarelli e Alessandro Galimberti apparse sul vostro quotidiano, tengo a precisare - a parte il fatto che la casa editrice si chiama Paesi Edizioni (e non Paese) - che l'intemerata contro la compagna di Alessandro Galimberti, Federica Bosco, appare ingiusta e strumentale.
Sembra che la nostra autrice, che ha scritto il libro "Sbirri maledetti eroi" insieme con Stefano Piazza, sia stata tirata dentro una polemica perché ha "osato" scrivere un libro la cui prefazione è del mefistofelico Matteo Salvini, origine e ragione di tutti i mali di questa sventurata terra.
E perché è "colpevolmente" la compagna del presidente dell'Ordine dei Giornalisti, che a sua volta ha "osato" andare contro Selvaggia Lucarelli. Io non commento le simpatie politiche di nessuno, e non mi interessano le ragioni dell'una o dell'altra parte. Figuriamoci.
Ma prego i protagonisti di questa vicenda, Selvaggia Lucarelli in primis, a non usare un libro come scusa per attaccare chicchessia che ha un punto di vista differente dal suo. E poi c'è la questione Matteo Salvini. Capisco che il soggetto possa essere divisivo e al centro di infiniti scontri al calor bianco. Ma anch'egli, specie se e quando investito di un'alta carica dello Stato, ha diritto di parola. Oppure no?
il figlio di selvaggia lucarelli contesta salvini 3
Si scrive che è stato inserito Matteo Salvini nel libro perché l'autrice (o, peggio, la stessa casa editrice) nutrono simpatie leghiste. Per quanto riguarda Paesi Edizioni, niente di più lontano dalla verità: a noi non piacciono le etichette e tantomeno le bandierine politiche. E chi ci segue, scoprirà che abbiamo titoli di ogni genere e molteplici autori ben lontani da quella corrente politica.
Spiace che, siccome abbiamo ospitato il parere di un leader politico, dobbiamo essere subito tacciati di essere filo-qualcosa. Ho fondato la casa editrice proprio per superare questi ridicoli automatismi e manicheismi sterili. Che forse Mondadori o Feltrinelli fanno diversamente? Ma non scherziamo.
VITTORIO FELTRI E MATTEO SALVINI
Come se Salvini, all'epoca in cui è uscito il libro, non fosse stato il ministro dell'Interno, e come se le sue parole non avessero diritto a essere stampate, così come quelle di qualsiasi altro rappresentante delle istituzioni.
Ho personalmente voluto per quel libro-inchiesta sulle forze dell'ordine la prefazione del ministro dell'Interno. Perché? Chi meglio del titolare del Viminale ha titolo ad analizzare la realtà delle forze dell'ordine? Tra quando è iniziata la scrittura e quando è stato pubblicato al Viminale si sono succeduti due ministri, Marco Minniti e Matteo Salvini appunto. E non mi sarei meravigliato se nel frattempo che veniva dato alle stampe il ministro fosse cambiato ancora (come peraltro è accaduto dopo poco); d'altronde l'Italia è questa.
Avremmo ospitato e ospiteremo sempre qualunque voce autorevole o interessante abbia qualcosa da dire, e voglio che questo si sappia e la si smetta di qualificare gli operatori della cultura secondo schemi novecenteschi, il che è ridicolo per quanto mi riguarda. E la si smetta anche di bullizzare chi la pensa diversamente dal proprio credo politico. Il confronto è sempre possibile, e noi come gli altri editori siamo qui apposta per ospitare le idee e le opinioni di tutti.
Senza per questo portare la bandiera di un partito (come giornalista seguo l'esempio di Enrico Mentana, che ha smesso di votare per non farsi coinvolgere o etichettare come megafono di una qualche parte politica).
Dunque, nessuna simpatia per un leader o un partito, e nessun rapporto speciale. Solo professionalità e voglia di incidere nel panorama intellettuale e politico italiano. Penso che ci sia - da parte di tutti - meno bisogno di fanghiglia gossippara da destinare ai social per gonfiare l'ego, e serva invece un'iniezione di democrazia nella cultura, di libero pensiero e di confronto intellettuale.
il figlio di selvaggia lucarelli contesta salvini 5
E devo dire che a voi di Dagospia vanno i miei più sinceri complimenti e il mio plauso, perché non siete mai stati schiavi di questo meccanismo. E questo vi fa onore. Noi non vogliamo essere da meno. Siamo liberi e indipendenti, e sempre lo saremo.
Grazie per voler pubblicare questa precisazione,
Luciano Tirinnanzi
editore Paesi Edizioni
FEDERICA BOSCO ALESSANDRO GALIMBERTI