Raffaella Troili per “il Messaggero”
La preside e lo studente. Gli unici a fuggire i riflettori, gli unici che sanno mentre tutti gli altri raccontano sentito dire, mozzichi e bocconi. Una relazione voluta da entrambi, compiacimento reciproco, per ragioni diverse. Lei - funzionario dello Stato soggetta a una deontologia ferrea e per giunta in prova - nel tritacarne, ieri convocata al Miur per dare la sua versione all'ispettore dell'Ufficio scolastico regionale in merito alla presunta storia con un ragazzo, maggiorenne, dell'ultimo anno.
E A.S. giovane di belle speranze, eccellente pagella, «ha vinto anche il certamen» che ha smesso di parlare, dopo aver però confidato ad amici e docenti del legame diventato con la preside, Sabrina Quaresima e che ora dice «io non ho fornito chat a nessuno, trattasi di velina». Il garante per la Privacy ha disposto il blocco d'urgenza della diffusione delle chat, «nulla aggiungono». E in molti nonostante le chiacchiere fossero all'ordine del giorno, si chiedono che razza di amici possano aver reso di dominio pubblico la vicenda, gli screenshot, le confidenze, gli audio. I ragazzi amplificano, tutti dicono di sapere, nessuno ha niente in mano.
Di sicuro tra la liaison tra i due e lo scandalo mediatico, sfugge ancora un tassello ma tutti gli interessati, assicurano che lo diranno solo in sede ufficiale. «Lui era oppresso da lei, lo provocava», dice una studentessa, «la preside non l'ha mai sopportata nessuno per il suo regime dittatoriale» ripetono altri. Di certo, una tessera del puzzle, il jolly, ancora non è stato tirato fuori. E se dalle relazioni e le testimonianze non emergerà potrebbe alla fine, restare solo un polverone. Anche se tutti dicono: «Girava, si sapeva che prima poi sarebbe uscita, un amico ha spifferato tutto». Aurora, Alessia, commentano: «Se è vero deve pagare, assurdo che una donna più grande di mia madre vada con uno studente della mia età».
E Flaminia: «Se è vero è grave, se non è vero è grave che l'abbiamo voluta diffamare. Ma non la tratterei come una questione di genere. Quanto a lui, ha una media eccellente, non aveva bisogno di notorietà».
LE DIVISIONI Gli studenti cominciano a dividersi tra chi proprio non ne vuole sapere «sono maggiorenni, fatti loro», chi grida allo scandalo «devi tenere un rapporto distaccato, sei un'istituzione, devi essere d’esempio» e chi come Federico, 18 anni, parla «di accanimento nei confronti del dirigente scolastico, forse lei si era pure innamorata mentre lui credo si sia all'inizio compiaciuto della donna più grande, poi la cosa è degenerata». Una parte la difende e mette in dubbio addirittura le chat. «Io li ho visti i messaggi» dice Luca e non erano di quel tenore, tipo come mi devo vestire e «lui si è pentito che sia uscita questa storia».
Qualcuno mette in dubbio la veridicità. «Sono screenshot, li puoi legare a qualsiasi chat non hanno valore per la Postale», aggiunge un altro fan della preside. I ragazzi raccontano che «i più indignati alla fine sono i prof».
Arriva una mamma e non le manda a dire: «Macron si è sposato la sua prof conosciuta a 15 anni, ci sono problemi più gravi qui davanti come lo spaccio. Lui è pure maggiorenne, lei si è difesa male noi donne sbagliamo, io solidarizzo per lei, il ruolo dei docenti è cambiato, sono più cordiali e aperti, più esposti alle chiacchiere. Un peccato la pubblicità negativa per la scuola e il quartiere, questa storia doveva rimanere dentro queste mura». Oggi rientra in servizio il vice preside rimosso dalla preside e con cui si è confidato A.S. «Voglio bene alla dirigente e la stimo. Lei non stima me. E sono in attesa di raccontare quel che so...».
RISCHIO LICENZIAMENTO PER LA PRESIDE E IL RAGAZZO SI PENTE
Valentina Lupia per “la Repubblica - Edizione Roma”
L'ispettrice dell'Ufficio scolastico regionale ha ascoltato la preside del liceo Montale, Sabrina Quaresima, accusata di aver avuto una storia sentimentale con suo studente maggiorenne. Oggi gli accertamenti proseguiranno e il fascicolo sarà arricchito con le testimonianze del giovane, dei vicepresidi e di altre persone potenzialmente informate sui fatti. Se chi è in possesso di prove determinanti - le chat che il maturando non ha cancellato, l'audio del loro ultimo incontro - le consegnerà all'Usr, l'ispezione potrebbe chiudersi nel giro di poco tempo.
L'aria è tesa, nell'istituto di via Bravetta. Lo studente, riporta un suo compagno, si dice « pentito » che la storia sia uscita. Alcuni compagni difendono la dirigente: « Sono adulti, qual è il problema?». E a ribattere sono gli attivisti e le attiviste del Collettivo del Montale: ieri hanno affidato a Instagram un lungo sfogo per spiegare che il problema non starebbe nell'atto sessuale tra due maggiorenni, bensì tra due figure ben distinte. Un problema di ruoli, insomma.
Quando la notizia è esplosa è stato come « gettare benzina sulla fiamma già divampata all'interno dell'istituto » , dove le « voci avevano cominciato a circolare tramite passaparola » , creando « a scuola un clima di tensione » . Le voci, sempre più insistenti, hanno girato in «tutto il quartiere».
E sono sfociate appunto in una segnalazione all'Usr. Quindi, scrivono ancora gli studenti del Collettivo, «se le indagini intraprese confermassero tali voci, chiederemmo le dimissioni della dirigente ».
Per loro «è inammissibile un comportamento del genere da parte di una figura istituzionale che dovrebbe essere un esempio per gli studenti e dovrebbe rendere la comunità scolastica un luogo di crescita e apprendimento e un ambiente sicuro per gli studenti e le loro famiglie » . Una delle critiche che i liceali muovono alla dirigente è di non aver smentito categoricamente la relazione davanti alla comunità scolastica. La preside, proseguono, « non dovrebbe permettere che "pettegolezzi" del genere prendano piede nel suo istituto e in caso di calunnia dovrebbe dare spiegazioni alla comunità scolastica».
Invece la notizia della presunta relazione è uscita fuori: a chi ha raccolto la sua testimonianza il giovane ha raccontato che è durata un mese, cominciata con uno scambio di email nel periodo dell'occupazione del liceo ( avvenuta a dicembre dello scorso anno) e proseguita con messaggi su WhatsApp, fino a vedersi in zona Roma est per consumare un rapporto sessuale.
Poi, ancora secondo la narrazione del giovane, i due hanno rotto per sua iniziativa: fallito il tentativo di archiviare tutto con un messaggio i due si sono incontrati per chiarire e dirsi addio durante il quale il giovane ha cercato di limitare la frequentazione alla sfera istituzionale, stando almeno a quanto ha detto lo studente in una registrazione che ha potuto ascoltare Repubblica. Registrazione fondamentale ai fini dell'accertamento in corso.
Se il giovane la consegnerà all'ispettrice e lei la riterrà sufficiente per confermare l'esistenza di una relazione, allora i giochi potrebbero chiudersi presto. E gli studenti del Collettivo, che con la dirigente hanno avuto un rapporto travagliato fin dall'inizio a causa della stretta sul dress-code, potrebbero essere accontentati. La preside, infatti, rischia il licenziamento.