Mauro Giordano per corrieredibologna.corriere.it
Un gruppo di ragazzi arrivati in Riviera per la Notte rosa viene intervistato da una troupe del canale web YouRimini per sapere come hanno intenzione di trascorrere la serata. «Dove andiamo? Al Cocoricò, alla Baia Imperiale» (tutti nomi di discoteche molto conosciute) e poi risate, fischietti e l’urlo «Bologna!» quando viene chiesto da dove siano arrivati. Nella comitiva spensierata si intravede Youssef Zaghba, il 22enne italo-marocchino che faceva parte del commando di terroristi protagonisti del recente attentato al London Bridge, che ha causato otto morti e una cinquantina di feriti: Zaghba e i suoi due complici sono stati uccisi dalla polizia.
LE IMMAGINI – Capelli tirati indietro con il codino, occhiali in testa e un grande sorriso. Il 22enne appare molto diverso dalla foto che ha fatto il giro del mondo, dove guarda la macchina fotografica con uno sguardo cupo. La sequenza dura una trentina di secondi. Il giornalista ferma i ragazzi e Zaghba fa capolino dietro un amico, poi si allontana, poi torna, anche lui urla «Bologna» ai saluti finali. La madre (italiana) e la sorella del ragazzo vivono infatti a Castello di Serravalle, vicino alle Due Torri: il 22enne veniva in Italia fin da bambino per trascorrere le vacanze e a Bologna arrivava spesso per stare con gli amici.
LE PERQUISIZIONI – Per questo nei giorni scorsi la Digos ha perquisito le abitazioni di tre persone vicine a Zaghba, amici di lunga data ai quali lui si appoggiava o che frequentava spesso: un atto dovuto in seguito a quanto avvenuto a Londra ma che non ha portato a riscontri di alcun tipo. Come raccontato dalla madre, dalla sorella e dai conoscenti, Zaghba si sarebbe avvicinato all’estremismo islamico tra il 2015 e il 2016, dopo il suo trasferimento a Londra per cercare lavoro. Nel marzo dello scorso anno venne fermato al Marconi mentre era in partenza con un biglietto di sola andata per Istanbul, diretto poi verso la Siria. Venne rilasciato perché non emersero elementi sospetti nei suoi confronti.
GLI AMICI – Nel video, ripreso anche dal tabloid britannico Sun (nel quale Zaghba viene descritto come un fondamentalista glamour, amante di discoteche e donne), il giovane è insieme agli amici di Bologna. Come raccontato al Corriere di Bologna da un 20enne che frequentava Zaghba, il 22enne non era per nulla un tipo chiuso e introverso, né tantomeno un fervente credente (qualche volta aveva frequentato la moschea di via Pallavicini). Le sue giornate sotto le Due Torri trascorrevano tra le partite di calcio e i giri in centro. Nel tempo però anche i contatti con gli amici bolognesi sarebbero diventati meno frequenti, fino al silenzio totale. Anche il profilo Facebook è scomparso, ma ben prima non arrivavano più notizie né risposte a chi gli scriveva.