Francesco Bisozzi per “il Messaggero”
bimba di 5 anni morta annegata a torre annunziata
Contratti pirata, paghe basse e poche garanzie. Se a questi ingredienti si sommano poi i sussidi, vedere alla voce reddito di cittadinanza, ecco spiegata l'emorragia di bagnini. A conti fatti ne mancano circa 4 mila sulle spiagge tricolori, secondo le stime del Sindacato italiano balneari di Confcommercio (Sib). Risultato? Si va verso un'estate al mare non in sicurezza, con regole poco chiare e controlli insufficienti.
bimba di 5 anni morta annegata a torre annunziata
E l'incidente avvenuto a Torre Annunziata, dove è annegata una bimba di 5 anni nei pressi di uno stabilimento, ne è la prova. Al via un'inchiesta tesa a fare chiarezza sulla presenza o meno dei bagnini sul luogo al momento della tragedia. Il personale era in spiaggia, ma secondo alcuni bagnanti qualcuno risultava in pausa pranzo.
Sentiti come persone informate sui fatti anche i genitori e i nonni di Vittoria, e in particolare la mamma Mina, che ha spiegato i concitati momenti tra le 13 e le 16, la bimba che si era allontanata per giocare sul bagnasciuga, lei che accudiva la neonata, fino al momento in cui ha realizzato che Vittoria era scomparsa. Sarà l'autopsia ad dire, poi, se la bambina può aver avuto un malore.
I NUMERI
bimba di 5 anni morta annegata a torre annunziata
Stando al Sib i guardaspiaggia in servizio sono attualmente il 30-40% in meno del necessario. Insomma, l'Italia non è (più) un paese per baywatch. Nonostante i suoi ottomila chilometri circa di costa. Attenzione però perché le aree libere, meno controllate, sono circa la metà, ovvero il 45% stando all'ultimo rapporto di Legambiente sulle spiagge italiane.
Tornando ai bagnini: sì, è vero, ci sono stabilimenti che offrono per questa posizione retribuzioni comprese tra 1.300 e 1.500 euro al mese in media. Poi però ci sono anche i cosiddetti contratti pirata, che portano l'asticella molto più giù, fino a 4-5 euro l'ora secondo quanto riportano i vari sindacati.
bimba di 5 anni morta annegata a torre annunziata
Non stupisce perciò che durante il Covid, quando il settore era in sofferenza e non si vedeva all'orizzonte un lieto fine per il turismo, molti bagnini abbiano deciso di reinventarsi. C'è chi ha trovato lavoro nelle costruzioni, chi è passato al settore della logistica, chi ha scelto la via dei concorsi pubblici per rifarsi una vita lontano dalle creme solari. Ma la carenza di baywatch a ogni modo rientra in un problema più ampio, quello della mancanza di stagionali.
Una tegola per il turismo, settore da tredici punti di pil prima del Covid, che proprio adesso che ha l'opportunità di uscire fuori dal tunnel della crisi si scontra contro l'assenza di camerieri, baristi, receptionist e non solo. Servono 300mila lavoratori, che non si trovano. Per uscire da questa impasse si punta per esempio sulla decontribuzione per gli stagionali. Sabato il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha espresso apprezzamento per il varo della circolare Inps che esenta, così come previsto dal decreto Sostegni, gli operatori del comparto dal versamento dei contributi per i lavoratori dell'estate.
Altra idea sulla quale si sta lavorando: per incentivare i percettori del reddito di cittadinanza ad accettare di lavorare nel turismo per tre mesi, il ministero del Lavoro sta pensando di lasciare loro come bonus aggiuntivo allo stipendio il 50% del sussidio dei Cinquestelle. Una soluzione che rischia tuttavia di creare disparità tra i lavoratori difficilmente digeribili e che per essere calata a terra necessita del via libera del Tesoro. E gli stabilimenti intanto si arrangiano. Se manca il bagnino ufficiale si chiede a un parente o a personale non formato di indossare la maglietta rossa e di fare il vigile sul bagnasciuga. Trucchetti che non possono durare a lungo, chiaramente.
ALLARME CAMPANIA
Solo in Campania, dove si è consumata la tragedia che ha portato alla scomparsa della piccola Vittoria, secondo il Sib mancano 2.500 bagnini su circa 1.200 lidi. Troppi. In estate sono in tutto 75 milioni le persone che frequentano gli stabilimenti balneari.
L'assenza di personale mette a rischio circa 6,5 miliardi di euro di consumi, ha calcolato Assoturismo Confesercenti. Un simile scenario avrebbe conseguenze per tutta l'economia. Si perderebbero anche 3,2 miliardi di investimenti delle imprese del comparto e 7,1 miliardi di Pil.