LA PRIMA VITTIMA DELLA GUERRA E' LA VERITA' - LE INCONGRUENZE NEL VIDEO DELLA MAMMA DELL'OSPEDALE DI MARIUPOL DIFFUSO DAI RUSSI: I 28 TAGLI E LE FRASI LASCIATE SENZA SENSO COMPIUTO SEMBRANO INDICARE CHE CHI HA RIPRESO LE SUE DICHIARAZIONI NON È RIUSCITO AD OTTENERE CIÒ CHE SPERAVA E HA DOVUTO CREARLO AD HOC - ANCHE LA REAZIONE UCRAINA AL FILMATO APPARE ECCESSIVA: PARLARE DI "RAPIMENTO" O "RICATTO" SEMBRA ESAGERATO… - VIDEO

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Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

marianna podgurska marianna podgurska

 

La nuova intervista video della ragazza del reparto maternità di Mariupol ha già milioni di visualizzazioni. I siti russi titolano: «menzogna svelata» oppure «smontato il grande fake ucraino». Ma a guardare le immagini non si capisce che cosa smentisca la neomamma o cosa riveli che già non si sapesse. L'interesse mediatico pare fondarsi più sulla superficialità dei titoli e delle interpretazioni che non sulle affermazioni della ragazza. Anche la reazione ucraina al nuovo video appare eccessiva. Parlare di «rapimento» o «ricatto» sembra esagerato.

 

La puerpera, ancora convalescente dal suo taglio cesareo, avrebbe potuto facilmente essere obbligata a dire cose gradite a Mosca. I 28 tagli, le tante frasi lasciate senza senso compiuto, in 6,45 minuti di intervista dicono che chi ha ripreso le sue dichiarazioni non è riuscito ad ottenere ciò che forse sperava. Mariana Vyscemyrska era finita sui giornali di tutto il mondo come una delle vittime del bombardamento dell'ospedale di Mariupol del 9 marzo.

Marianna con la figlia Veronika Marianna con la figlia Veronika

 

La si vedeva col pancione di nove mesi camminare tra le macerie dell'edifico deturpato. In poche ore Mariana divenne la «ragazza dal pigiama a pois» che con un'altra gestante in barella rappresentavano le vittime di uno dei crimini di guerra più odiosi. Eppure, la propaganda russa non ha esitato. «La ragazza in pigiama è una beauty blogger», quindi un'attrice pagata per inscenare un falso. Ad accusare è la stessa ambasciata russa a Londra. Si semina l'idea che lo stesso bombardamento dell'ospedale sia un fake orchestrato dai «neonazisti del battaglione Azov» proprio per accusare Mosca.

Marianna Podgurskaya durante i bombardamenti a mariupol Marianna Podgurskaya durante i bombardamenti a mariupol

 

Dicono anche che Mariana abbia interpretato due parti in commedia: prima in piedi con qualche finta ferita sul volto, poi sdraiata in barella. La realtà emerge in poche ore: le donne ferite sono due, quella in barella muore con il bimbo che aveva in grembo, Mariana invece dà alla luce una bimba. Sembrava un caso da manuale di cattiva propaganda, ma la nuova intervista peggiora la reputazione russa.

 

Mariana è seduta su un divanetto d'ospedale. Dice di essere a Donetsk, capitale filorussa del Donbass. I tagli all'intervista riescono ad eliminare dal discorso della ragazza la parola «guerra» (vietata in Russia). Il video, presentato come prova del complotto, paradossalmente smentisce più le tesi russe che quelle ucraine. Mariana, ad esempio, spiega tra le lacrime di aver letto su Internet delle accuse a lei rivolte.

Marianna Podgurskaya durante i bombardamenti a mariupol Marianna Podgurskaya durante i bombardamenti a mariupol

 

«Nessuno mi ha truccata o fatto cambiare pigiama. La donna in barella non sono io. Era un'altra ragazza in pieno travaglio che non ce l'ha fatta. È morta lei e il suo bambino». Mariana dice però anche che nel reparto di maternità si aggiravano dei soldati e che ai pazienti era stato chiesto di trasferirsi in un altro ospedale. Sostiene anche di non aver sentito aerei e parla sempre di due bombe d'artiglieria. Questi particolari danno la possibilità di sostenere che il disastro sia stato compiuto dal Battaglione Azov ucraino che non ha aerei, ma cannoni sì. Esattamente la tesi russa.

Marianna con la figlia Veronika 2 Marianna con la figlia Veronika 2

 

I tagli non permettono di ricostruire un ragionamento pienamente coerente, ma è possibile che le bombe siano state sganciate ad alta quota. Mariana parla di colpi d'artiglieria, ma sarebbe fenomenale un proiettile capace di creare un'onda d'urto di tale violenza. Mariana racconta di soldati in ospedale e poi li confonde con i giornalisti dell'Ap che documentarono lo scempio. In compenso Mariana smentisce molte delle congetture russe. Piange quando nega di essersi travestita e, soprattutto, la giovane mamma è lì con la sua vita sradicata, la casa distrutta, il trauma delle bombe a provare che (senza poterla chiamare guerra) c'è qualcosa in Ucraina che sta seminando dolore e vittime ogni giorno.

 

 

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