Giuseppe Filetto per www.repubblica.it
Mauro Risone, l’unico figlio di Clara Ceccarelli, la donna ammazzata il 19 febbraio del 2021 con oltre 100 coltellate davanti al suo negozio in via Colombo, è morto lo scorso 12 luglio. In ospedale. Si disse per cause naturali legate alla patologia degenerativa che si portava dietro dalla nascita. A due mesi di distanza, però, da Palazzo di Giustizia trapela la notizia di un’inchiesta aperta per omicidio: non si sa se per ipotesi di reato “volontario” o “colposo. È certo, invece, che sul corpo del giovane è stata effettuata l’autopsia da parte del medico legale Camilla Tettamanti e ora si attendono i risultati degli esami istologici per definire lacausa del decesso.
Una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è l’avvelenamento, conseguenza del potenziale movente legato ai beni che l’uomo di 41 anni aveva ereditato dopo la morte della mamma, appunto la pantofolaia di via Colombo uccisa dall’ex compagno Renato Scapusi. L’altra ipotesi investigativa è il bullismo: la vittima potrebbe essere stata presa di mira. In entrambi i casi Risone costretto ad assumere una abnorme quantità di farmaci che lo avrebbe portato fino al coma e al ricovero a “Galliera” in rianimazione.
Stando a quando trapela, dopo la morte sarebbe stata proprio la stessa direzione sanitaria dell’ospedale a segnalare il caso alla Procura: sospettandoappunto una sorta di avvelenamento. Da lì poi l’apertura del fascicolo da parte del pm Paola Crispo, che per consentire l’espletamento degli esami autoptici ha formulato l’ipotesi di omicidio.
Sia la magistratura che il medico legale si aspettano una morte dovuta a cause naturali. Anche se, nei giorni successivi al decesso la Squadra Mobile su mandato del pm ha perquisito l’abitazione di piazzetta Brignole dove il giovane uomo risiedeva con il nonno materno adottivo, ancora in vita: il compagno della mamma ( pure lei deceduta) di Clara Caccarelli. Nell’appartamento che si trova a pochi passi dalla pantofoleria di via Colombo la polizia avrebbe sequestrato farmaci ed altri prodotti tossici.
Si vedrà. Ma al momento vi sono tutti gli elementi di un giallo. Con al centro dell’attenzione la cospicua eredità dell’uomo, nato disabile e con parecchie patologie, peraltro rimasto orfano del padre morto in giovane età. Poi della madre, massacrata appunto dall’ex compagno Scapusi, già condannato all’ergastolo.
Dopo il femminicidio Mauro (molto ben voluto nel quartiere) era rimasto a vivere con il “nonno”. Secondo le indagini della Squadra Mobile una domenica dei primi giorni di luglio era tornato a casa accusando mal di pancia. Fino al punto di chiamare il “112” e rendersi necessario il ricovero all’ospedale Galliera. Secondo i referti del pronto soccorso nel suo stomaco sono state trovate tre grandi ulcere causate da sostanze caustiche. Uno dei sospetti è che qualcuno possa avergli fatto bere delle sostanze tossiche o fatto ingerire del veleno.
Non si esclude nemmeno l’assunzione volontaria. Anche se a sentire i parenti Mauro non avrebbe mai manifestato intenzioni suicide. La Squadra Mobile, guidata da Stefano Signoretti, comunque, è concentrata sull’eredità, in questo caso contesa dai parenti: cinque appartamenti collocati tra Genova e Imperia; gioielli di valore e depositi bancari per oltre 130mila euro. Seppure i parenti, interrogati, avrebbero raccontato al magistrato ed alla polizia che durante una serata di luglio in corso Italia, Mauro era stato aggredito verbalmente da un gruppo di ragazzi.
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