LA PROTESTA DELLE PROSTITUTE: "NOI DIMENTICATE DALLA POLITICA”: AL VIA LA RACCOLTA FONDI – LE “LAVORATRICI DEL SESSO” SENZA TUTELE PER IL MANCATO RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONE DENUNCIANO: "SIAMO SULL'ORLO DEL BARATRO DI UNA POVERTÀ ESTREMA. SE NON FOSSE STATO PER CHIESE E ASSOCIAZIONI NON AVREMMO RESISTITO ALLA FAME. NOI NON SIAMO BESTIE”

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Roberta Lanzara per adnkronos.com

 

Sex worker, categoria reietta e dimenticata, per la quale neanche il Covid-19 è riuscito a mettere in quarantena i pregiudizi. In prevalenza donne e trans che "non possono accedere alle prestazioni sociali istituite come misure di emergenza dal Governo dopo il Dpcm 'Io resto a casa'"; Oggi come ieri "abbandonate dalla politica e senza tutele per il mancato riconoscimento della professione di 'lavoratrice sessuale'", adesso "sull'orlo del baratro di una povertà estrema".

 

prostitute prostitute

Uno scenario drammatico che Pia Covre, storica rappresentante del Comitato per i diritti civili delle prostitute, denuncia all'Adnkronos, lanciando un appello al Governo e agli italiani: "Non fermatevi a giudicare. Aiutate chi ha più bisogno di voi". Quindi annuncia: "Domani insieme alle organizzazioni anti-tratta e ai collettivi di sex worker lanceremo una raccolta fondi sulla piattaforma 'Produzioni dal basso' intitolata 'Covid 19, solidarietà immediata per le sex worker più colpite dall'emergenza".

 

Tra queste, le trans di Napoli: "Si stanno organizzando, scenderanno in piazza. Dicono: meglio morire di malattia, che come i topi, che di fame", racconta all'Adnkronos Loredana Rossi, vicepresidente Associazione transessuali del capoluogo campano. Parole ricalcate dalla collega, Gabriella Iovio, trans napoletana che con voce rotta dall'emozione domanda: "Dobbiamo restare chiusi per evitare di morire? Ma cosi moriamo lo stesso! Se non fosse stato per chiese e associazioni non avremmo resistito alla fame. Noi non siamo bestie. Dateci un contributo per una sopravvivenza dignitosa o qua scoppierà una rivolta".

 

Uno scenario ancor più devastante quando si guarda alle vittime di tratta: "come le nigeriane chiuse in casa dalle Madame, in condizioni di totale miseria, che per un rapporto completo prendono 10 euro, che non essendo in grado di gestire circuiti on line non hanno clienti e spesso non hanno da mangiare.

prostitute cinesi prostitute cinesi

 

O donne dell'est costrette a 'battere' in strada anche oggi, con altro tipo di rischio dovuto alla presenza di uomini che continuano a giocare il doppio ruolo di amante-protettore", riferisce Andrea Morniroli responsabile cooperativa Dedalus, capofila dei 21 progetti anti-tratta finanziati dal Dipartimento Pari Opportunità, ed impegnato nel progetto di crowdfunding.

 

"Noi come 'Comitato per i diritti civili delle prostitute' (fondato dalla Covre nel 1982 insieme a Carla Corso - ndr) raccoglieremo le donazioni e le distribuiremo attraverso la rete delle associazioni anti-tratta che fanno capo al numero verde del Dipartimento Pari Opportunità gestito dal comune di Venezia. E ci appelliamo alla politica. Segnaliamo -aggiunge Covre- che nei decreti straordinari di questi giorni è assente un popolo", migliaia di cittadini invisibili, non contemplati dai provvedimenti. "Denunciamo l'affollamento dei Ctr, dove sono recluse anche moltissime prostitute e transessuali senza rispetto delle norme di distanziamento previste. Chiediamo pietà per le sex worker costrette a tornare in strada per procurarsi da mangiare".

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"Ci sono situazioni di povertà estreme di cui non si può non tener conto. Ci sono circostanze di terrore, vissute dalle vittime di tratta, che non possono essere ignorate. Noi - conclude - finora abbiamo fronteggiato la situazione, ma abbiamo bisogno di aiuto".

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