Giuseppe Scarpa per “la Repubblica - Edizione Roma”
Anziano, affetto dall'Alzheimer e con un conto corrente milionario. Queste le condizioni in cui si trovava uno dei più quotati commercialisti romani quando Delia Scala, consulente finanziaria di 30 anni più giovane, lo ha sposato nel febbraio del 2019.
Poco tempo dopo le nozze il vecchio professionista si è ritrovato con il suo conto corrente spolpato: un meno due milioni e mezzo di euro che Scala, a colpi di bonifici, le avrebbe portato via. Per inquirenti e investigatori ci sono pochi dubbi, si è trattato di un matrimonio di interesse.
Almeno da parte della signora che pur di raggiungere il suo scopo, racimolare un tesoro, «ha imposto al marito l'interruzione delle terapie e dei trattamenti per la cura dell'Alzheimer». In questo modo la vittima sarebbe stata meno lucida. Più arrendevole. I due figli del commercialista, però, si sono accorti delle manovre della donna e così hanno denunciato tutto. Una tesi, la loro, che ha trovato sostegno in procura.
Infatti il pm Carlo Villani, dopo una delicata indagine della Guardia di Finanza di piazzale Clodio, ha chiesto il processo per la consulente finanziaria per circonvenzione d'incapace e impiego di denaro di provenienza illecita.
È una vicenda complessa quella che lega i due. Di certo questa storia inizia con i soldi e sempre con i soldi si conclude. La futura coppia si conosce, infatti, per questione di investimenti. L'anziano commercialista, classe 1935, ha un importante patrimonio. Scala è una apprezzata private banker. Passa qualche anno e i due, dopo una convivenza, convolano a nozze.
La data del matrimonio è sospetta per i pm, perché si celebra « il giorno precedente all'inizio delle perizie per l'accertamento dell'infermità di mente del commercialista e per la nomina di un amministratore di sostegno » . La cosa, tuttavia, non impedisce ai due di pronunciare il fatidico «sì» di fronte al prete.
Passa poco tempo dalle nozze e Scala, per gli inquirenti, si trasforma: «ha un controllo pressante sul marito » , scrive il sostituto nel capo d'imputazione. «Lo conduce in banca con atteggiamenti intimidatori anche verso il personale degli istituti di credito pretendendo il rilascio di carte di pagamento e credenziali di accesso ai conti e all'home banking».
Per i due figli è troppo. Inizia una guerra familiare.
Nel frattempo i soldi vengono dirottati su conti correnti riconducibili alla donna. La procura, a questo punto, interviene ma il denaro ormai non c'è più, trasferito chissà dove. Il sequestro preventivo spinge la finanza a congelare l'unica cosa che non poteva essere spostata, il lussuoso appartamento in via Cortina d'Ampezzo dal valore di un milione di euro e di proprietà della coppia. Il 17 febbraio è fissata l'udienza di fronte al gup.