QUANDO DE PASQUALE GELÒ BERLUSCONI – IN AULA AL PROCESSO CHE PORTÒ ALL’UNICA CONDANNA DEL CAV, SILVIONE TENTÒ UN APPROCCIO CON L’ALGIDO PM, CON UNA BATTUTA: “AH, LEI È QUELLO CATTIVO”. DE PASQUALE SI GIRÒ E RISPOSE RINGHIANDO: “SI CONTENGA”. A QUEL PUNTO BERLUSCONI RIMBALZÒ INDIETRO E SIBILANDO DISSE: “SI CONTENGA LEI CON LE SUE ACCUSE”. E DE PASQUALE RIBADÌ SENZA MAI SORRIDERE: “LE ACCUSE SONO IL MIO LAVORO, LE BATTUTE NO…” – LA PARABOLA DISCENDENTE DELLA GLORIOSA PROCURA DI MILANO

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Piero Colaprico per “la Repubblica”

 

FABIO DE PASQUALE FABIO DE PASQUALE

La condanna per Fabio De Pasquale è in primo grado, quindi potrebbe modificarsi, ma il segnale che arriva dal tribunale di Brescia è fortissimo. E obbliga a riflettere su che cosa sia accaduto alla Procura milanese, gloriosa e granitica nel passato, sotto la gestione di Francesco Greco, che pure di “Mani pulite” era stato un positivo protagonista.

 

È stato infatti Greco a volere fortissimamente De Pasquale come braccio destro nel dipartimento incaricato di castigare le tangenti che si pagano anche all’estero. Via via che si scoprivano le carte della procura sull’Eni, si levavano però da più parti polemiche e perplessità. E non (o non solo) perché l’Eni farebbe parte dei “poteri forti”, ma proprio per i metodi d’indagine e anche di “non-indagine” degli inquisitori.

 

paolo storari paolo storari

Comportamenti e atteggiamenti tali da turbare non solo le difese, ma anche un altro pubblico ministero: e cioè Paolo Storari, che — soprattutto dopo la segretissima e capillare inchiesta Doppia Curva sugli ultrà delle squadre milanesi — oggi spicca come il magistrato che sa come non tracimare dal ruolo.

 

Sono agli atti le sue varie mail che incalzano i colleghi sul perché non venissero prese in esame le prove a favore di Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. Com’è agli atti anche un’altra circostanza: non avendo ottenuto risposte, Storari si era rivolto per un consiglio a un’altra vecchia gloria del pool Mani pulite, e cioè Piercamillo Davigo, allora membro del Consiglio superiore della magistratura. E pure lui sanzionato da Brescia per la troppa disinvoltura nell’utilizzo delle informazioni ricevute.

 

FABIO DE PASQUALE SERGIO SPADARO FABIO DE PASQUALE SERGIO SPADARO

In altre parole, è emerso un “dietro le quinte” dell’investigazione molto preoccupante per il metodo: il pm, dice la legge, cerca prove anche a favore, se ci sono, e non solo contro. La memoria è d’aiuto: negli anni 90 la procura milanese, a guida Francesco Saverio Borrelli, era stata capace di ottenere migliaia di confessioni da parte di politici e imprenditori; di contribuire all’azzeramento della Prima Repubblica […].

 

GABRIELE CAGLIARI CRAXI GABRIELE CAGLIARI CRAXI

De Pasquale, in quella procura, non faceva parte del pool Mani pulite. Tra lui e Antonio Di Pietro non c’era il minimo feeling. Era stato De Pasquale a negare gli arresti domiciliari a Gabriele Cagliari, ex presidente Eni, che poi verrà trovato morto nel carcere di San Vittore nel tragico luglio del 1993, funestato dalla tragedia di Raul Gardini e dalla bomba di Cosa nostra in via Palestro.

 

Sempre De Pasquale, indagatore instancabile e segugio dei conti esteri, aveva ottenuto l’unica condanna di Silvio Berlusconi, quella a quattro anni per frode fiscale, che poi costò all’ex presidente del Consiglio la perdita dei benefici del parlamentare e l’affidamento ai servizi sociali in un centro Alzheimer a Cesano Boscone. In aula si tenne un siparietto non banale. Durante una delle troppe pause, Berlusconi si avvicinò quasi saltellando a De Pasquale per dirgli, con un sorriso: «Ah, lei è quello cattivo». De Pasquale si girò. Era una maschera di pietra: «Si contenga », ringhiò. L’imputato Berlusconi rimbalzò indietro, sibilando un gelido: «Si contenga lei con le sue accuse». Al che De Pasquale ribadì la sua essenza: «Le accuse sono il mio lavoro, le battute no».

 

fabio de Pasquale fabio de Pasquale

De Pasquale ha davvero fatto dell’accusa senza sconti il suo orizzonte. Ma  […] con Greco sboccia quel “qualcosa”, amicizia compresa, che costa la condanna di ieri: e cioè si dà il via a una specie di partita a testa bassa dei “buoni” (loro) contro i “cattivi” (Eni). Le regole del gioco giudiziario, però, non contemplano i personalismi, anche se si è convintamente alla guida di un’inchiesta costata molti milioni e molti anni di lavoro.

 

L’unico che cerca di arginare la macchina in corsa è — ripetiamo — Paolo Storari, il quale indagando sulla strana Loggia Ungheria si accorge del depistaggio ai danni di Eni: e lo proclama. Ma né Greco […] né De Pasquale […] rallentano la corsa.

 

[…]  Tale è stato insomma il ginepraio Greco- De Pasquale da convincere il Csm a far sbarcare al quarto piano del Palazzo di giustizia — per la prima volta — un magistrato non di “rito ambrosiano”, come Marcello Viola. […] Sembra una nemesi, questa condanna di De Pasquale; e magari per qualcuno, all’Eni come in procura, un po’ lo è.

Berlusconi in tribunale Berlusconi in tribunale SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE fabio de Pasquale fabio de Pasquale SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE PAOLO STORARI PAOLO STORARI PAOLO STORARI PAOLO STORARI Alessandra Dolci, Tiziana Siciliano, Laura Pedio, Letizia Mannella, Fabio De Pasquale Alessandra Dolci, Tiziana Siciliano, Laura Pedio, Letizia Mannella, Fabio De Pasquale paolo storari paolo storari FABIO DE PASQUALE FABIO DE PASQUALE

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME SI PUO’ CONTROLLARE UN PARTITO CHE HA QUASI IL 30% DEI VOTI CON UN POLITBURO DI 4-5 PERSONE? E INFATTI NON SI PUO’! - LE SORELLE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI NON TENGONO LE BRIGLIA DI FRATELLI D’ITALIA: SILENZIATA LA CORRENTE DEI “GABBIANI” DI RAMPELLI, AZZERATO IL DISSENSO, ELIMINATA OGNI DIALETTICA INTERNA (CHE SI CHIAMA “POLITICA”), TRATTATI I PARLAMENTARI COME CAMERIERI A CUI SI DANNO ORDINI VIA CHAT, COSA SUCCEDE? CHE POI QUALCUNO SI INCAZZA E FA “L’INFAME”, SPUTTANANDO ALL’ESTERNO IL PIANO DI GIORGIA MELONI PER IL BLITZ PER ELEGGERE FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA…

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?