Estratto dell'articolo di Luigi Ippolito per www.corriere.it
«Tutte quelle 72 morti erano evitabili»: è la conclusione cui è giunta l’inchiesta pubblica sul rogo della Grenfell Tower, il blocco di appartamenti nel quartiere londinese di North Kensington che bruciò come una torcia in una notte maledetta del giugno del 2017 uccidendo schiere di abitanti, fra cui la coppia di giovani architetti italiani Gloria Trevisan e Marco Gottardi.
Tutti colpevoli per quella strage: i governi, i costruttori, i pompieri. La commissione d’inchiesta, presieduta dall’ex giudice Sir Martin Moore-Bick, ha individuato un «cammino verso il disastro» che parte addirittura dai primi anni Novanta: successivi governi hanno «ignorato, rinviato e trascurato» le preoccupazioni sulla sicurezza edilizia; c’è stata una «sistematica disonestà» da parte dei produttori del rivestimento del palazzo, responsabile della rapidissima propagazione delle fiamme;
i costruttori hanno fatto affermazioni «false e fuorvianti» sulla sicurezza della coibentazione dell’edificio; i produttori del rivestimento hanno «deliberatamente nascosto» i rischi di incendio; e il corpo dei pompieri di Londra mancava di addestramento adeguato e di una strategia per evacuare l’edificio a causa di una «cronica mancanza di leadership».
[…] Al momento ci sono 19 organizzazioni e 58 persone indagate per il disastro, ma bisognerà aspettare ancora anni per arrivare a una conclusione giudiziaria. P
roprio lo svolgimento di un’inchiesta pubblica ha rallentato l’iter della polizia e della magistratura, che solo ora prenderanno in mano le conclusioni dell’indagine e impiegheranno fino a 18 mesi per esaminarle: questo vuol dire che per eventuali incriminazioni bisognerà attendere il 2026 e se i procedimenti approderanno in tribunale sarà ormai passato un decennio dalla tragedia. […]
quel che resta di grenfell tower
«Sette anni e state ancora aspettando giustizia», ha ammesso in Parlamento il primo ministro laburista, Keir Starmer, che si è scusato a nome dello Stato britannico: «Voglio dire molto chiaramente da parte dell’intero Paese – ha aggiunto il premier – che siete stati abbandonati in malo modo: prima, durante e dopo questa tragedia», definita «un fallimento che solleva questioni fondamentali su che tipo di Paese siamo».
Il leader del governo ha assicurato che esaminerà attentamente il rapporto e le sue raccomandazioni, per fare in modo che eventi simili non si ripetano.
E a memento per tutti, nell’aula della commissione, al termine del suo resoconto Sir Martin ha scandito a uno a uno i nomi delle 72 vittime, mentre i presenti chinavano il capo in silenzio.
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