I DRONI FERMI VANTAGGIO PER I TERRORISTI COSÌ PROVERANNO A FUGGIRE DAI TUNNEL
Estratto dell'articolo di Raffaele Genah per “Il Messaggero”
L'accordo non è ancora entrato in vigore ma è già tempo di domande. Una soluzione migliore per la liberazione degli ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre scorso era possibile? A chi tornerà più utile il momentaneo fermo nei combattimenti in corso da quasi 50 giorni? E Hamas ne uscirà rafforzata e cercherà di allungare il periodo di 4 giorni, centellinando con il contagocce altri rilasci?
Già la diversa definizione dell'accordo che danno gli israeliani e i terroristi palestinesi lascia intendere quali siano le possibili aspettative dei due contraenti. Per i primi si tratta di una pausa nella guerra che riprenderà allo scadere della tregua, gli altri tendono a parlare di cessate il fuoco, formula che in genere indica una fase preparatoria verso possibili trattative sulla fine definitiva dei combattimenti.
[...] La pressione militare di queste settimane ha fatto capire ai dirigenti del gruppo di tagliagole jihadisti che questa volta sarebbe andata diversamente. E, nonostante ciò, sono riusciti a spuntare alcune condizioni favorevoli.
La tregua proposta doveva inizialmente durare 3 giorni, poi la posta è stata alzata fino a 5 giorni e, alla fine, ci si è accordati a metà strada: 4 giorni. Poi è stata disposta la sospensione totale delle attività aeree di droni e ogni tipo di aeromobile senza pilota (UAV): l'accordo - che inizialmente Israele respingeva - prevede la sospensione solo nella zona meridionale mentre nella parte nord il sorvolo sarà comunque vietato per 6 ore al giorno.
Basteranno ai terroristi per uscire dai tunnel e spostarsi verso altri rifugi?
Israele risponde di avere altri mezzi a disposizione per tracciare ogni movimento (satelliti?). E inoltre le truppe dell'Idf non si sposteranno di un centimetro, presidiando il territorio, e anche il mare continuerà ad essere pattugliato.
CORAGGIO, FATTI HAMASSARE - MEME BY EMILIANO CARLI
Di certo Hamas, che è riuscita anche a imporre il rapporto di uno a tre tra ostaggi rilasciati e prigionieri detenuti nelle carceri israeliane, oltre all'esclusione totale di militari dagli scambi, userà questo tempo per riorganizzarsi dopo i colpi subiti. E cercherà di fermare lo slancio offensivo dell'esercito israeliano.
Probabilmente secondo alcuni analisti - la tregua comporterà anche una riorganizzazione, forse solo parziale, dopo la grande quantità di informazioni raccolte dallo Shin Bet con gli interrogatori dei terroristi arrestati dopo i massacri e le loro rivelazioni. E inoltre come sostiene il direttore del Times of Israel, Horovitz - Sinwar, il capo di Hamas a Gaza, si sarebbe «preoccupato di impedire l'estensione delle operazioni al sud, dove molti ritengono si nascondano diversi leader», compreso lui stesso. [...]
ORA GLI ARABI PUNTANO A UNO STOP DURATURO
Estratto dell'articolo di Giordano Stabile per “La Stampa”
BENJAMIN NETANYAHU AL CONFINE CON GAZA
L'accordo per la tregua e lo scambio di prigionieri è una vittoria della diplomazia internazionale ma segna anche la sconfitta dell'ala oltranzista del governo di Benjamin Netanyahu, rappresentata dai due ministri Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. La loro tesi era che gli ostaggi dovevano essere liberati «con la forza militare» e che un cessate-il-fuoco avrebbe rappresentato una vittoria per Hamas. Netanyahu ha sostenuto questa posizione finché ha potuto, pressato da potenti spinte sia all'interno, soprattutto le famiglie dei rapiti, e dall'esterno, con gli alleati occidentali preoccupati dalle ricadute sull'opinione pubblica mondiale.
ITAMAR BEN GVIR - BEZALEL SMOTRICH - ZVI SUKKOT - AMIHAI ELIYAHU
[...] Dopo la tappa a Pechino ieri la delegazione arabo-islamica, guidata dal ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan, è arrivata a Mosca. L'obiettivo è lanciare una campagna diplomatica per un cessate-il-fuoco duraturo, a partire dalla prossima tappa a Roma della delegazione. Washington e Bruxelles devono tenerne conto. Le pressioni su Netanyahu perché dia continuità alla tregua, in prospettive fino a fine mese, sono destinate a crescere. Ma i vertici politici e militari israeliani restano convinti che l'operazione dentro la Striscia debba andare fino in fondo, e cioè fino alla distruzione di Hamas e alla cattura o eliminazione dei suoi leader. I tempi sono destinati ad allungarsi. [...]
BENJAMIN NETANYAHU Itamar Ben Gvir BENJAMIN NETANYAHU AL CONFINE CON GAZA