"ERO NERVOSO, VOLEVO SCARICARMI E SONO USCITO. ROZZANO DI NOTTE È PERICOLOSA, PER QUESTO AVEVO IL COLTELLO" - LA CONFESSIONE DI DANIELE REZZA, IL 19ENNE CHE HA ACCOLTELLATO A MORTE MANUEL MASTRAPASQUA NEL TENTATIVO DI RAPINARLO: "HO PRESO LE CUFFIE CHE AVEVA AL COLLO. LUI MI HA MESSO UNA MANO IN FACCIA E L'HO COLPITO" - DOPO IL DELITTO, IL RAGAZZO HA CONFESSATO AI GENITORI, CHE DICONO DI NON AVERGLI CREDUTO - IL GIORNO DOPO, IL PADRE LO HA ACCOMPAGNATO ALLA STAZIONE E POI HA GETTATO LE CUFFIE IN UN CASSONETTO - LA MADRE DELLA VITTIMA: "DOVEVA PORTARLO IN CASERMA, NON FARLO SCAPPARE E LAVARGLI I PANTALONI SPORCHI DI SANGUE…"

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Estratto dell'articolo di Monica Serra per “la Stampa”

daniele rezza daniele rezza

 

«Non era stata una bella giornata. Ero nervoso, volevo scaricarmi un po' e sono uscito. Rozzano di notte è pericolosa, per questo ho portato il coltello». Quando ha ucciso Manuel con una coltellata al petto non era la prima volta che usciva armato il 19enne Daniele Rezza. […] «Ogni tanto fumo hashish ma quel giorno no. Prima ero uscito con un amico e avevo bevuto qualche cocktail». Secondo il padre «aveva anche litigato con dei nigeriani».

 

[…] Aveva già avuto guai giudiziari, per il furto di uno scooter da minorenne, per una tentata rapina con altri sui Navigli qualche tempo fa. Aveva iniziato le superiori ma non le ha mai finite, a scuola ci andava poco e niente, frequentava compagnie sbandate, tanto che il padre a fatica era riuscito a portarlo con sé, a lavorare a chiamata nello stesso supermercato in cui era impiegato lui.

 

manuel mastrapasqua manuel mastrapasqua

Quando, venerdì mattina, alla madre ha detto: «Ho accoltellato un uomo», la donna non gli ha creduto. «Raccontava spesso storie di questo tipo» a cui i genitori non credevano più. Nel pomeriggio, la notizia dell'omicidio del 31enne Manuel Mastrapasqua era su tutti i siti, ai tg, così lui ha detto al padre: «L'ho ucciso io» e l'iniziale pensiero di costituirsi è diventata volontà di fuggire verso la Francia con un Flixbus che avrebbe preso a Torino e 10 euro nel borsello.

 

Alla stazione di Pieve Emanuele lo ha accompagnato il padre: «Mi ha detto che andava da un amico», avrebbe spiegato in lacrime. Poi, sempre il genitore ha gettato quelle cuffie azzurre da 14 euro in un secchio della spazzatura a pochi isolati da casa: nel posto in cui le hanno trovate i carabinieri, su sua indicazione ma dopo qualche resistenza. «Mi aveva chiesto di buttarle perché erano rotte», ha spiegato il papà all'avvocato, negando di sapere che quelle cuffie che non valevano niente sono costate la vita di Manuel.

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[…] Alle 2,54, […] dopo il turno di notte in un Carrefour milanese e il lungo tragitto fino a Rozzano, Manuel «camminava nel senso opposto al mio. L'ho incrociato per caso e l'ho affrontato. Gli ho detto: "Dammi qualcosa"». Che ti ha risposto? «Non mi ricordo». Così, «ho preso le cuffie che aveva al collo. Lui mi ha messo una mano in faccia. Ho preso il coltello e l'ho colpito. Ma non pensavo di averlo ucciso, all'inizio non ho visto neanche il sangue».

 

Manuel in quel momento stava chattando con la fidanzata, Ginevra, che è in Liguria: «Ci sentivamo tutto il tempo finché non arrivava a casa». La ragazza si preoccupava, tanto da avere, così come la mamma di Manuel, un'app per localizzare il suo cellulare in tempo reale. «Mi sono spaventata perché mi stava mandando un messaggio audio che non è mai arrivato».

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Quella registrazione, attivata dalla vittima su Whatsapp, e che ora i carabinieri del Nucleo investigativo diretti da Antonio Coppola cercheranno di recuperare dal Motorola di Manuel, è importante. Se effettivamente è rimasto in memoria potrebbe essere l'audio in diretta dell'omicidio. […] Le telecamere hanno immortalato anche la ronda in scooter di due pusher che si sono fermati alla stazione di servizio a pochi metri da Manuel e che ora gli investigatori, diretti dalla pm Letizia Mocciaro, vogliono trovare.

 

Daniele Rezza Daniele Rezza

«Sono fuggito verso casa», ha confessato Rezza, che oggi sarà interrogato dal gip, […] Con una lucidità disarmante – che fa già annunciare al suo avvocato, Maurizio Ferrari: «Chiederemo una perizia psichiatrica» – ha gettato la sim del cellulare e il coltello (non ancora trovato). Alle 3,16 le telecamere lo hanno ripreso in direzione di viale Campania.

 

 A casa ha incrociato il padre che non gli ha chiesto nulla. Qualche ora prima della fiaccolata a cui ieri sera hanno preso parte 400 persone a Rozzano, tra chi urlava «Vergogna» e chi invocava «Giustizia per Manuel» e più sicurezza in città, contro la famiglia Rezza si è scagliata con tutto il suo dolore anche la madre della vittima, Angela: «Il padre doveva portarlo in caserma, non farlo scappare, non lavargli i pantaloni sporchi di sangue». Ha aggiunto la sorella, Marika, dietro i grandi occhiali da sole: «L'ergastolo a vita lo paghiamo noi, non lui».

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