Francesca Del Vecchio per “la Stampa”
CAROL MALTESI CON DAVIDE FONTANA PALO POLE DANCE
«All'inizio, l'idea di usare un martello nel video è stata di Carol: l'ho colpita piano sulle gambe e sulla pancia. Poi sulla testa». Per tre ore, davanti alla Corte d'Assise di Busto Arsizio, Davide Fontana ha ricostruito come ha ucciso Carol Maltesi, come ha sezionato il corpo e se ne è disfatto gettandolo in un burrone dopo averlo tenuto per due mesi in un congelatore acquistato su Amazon con la carta di credito della vittima, per far credere che fosse ancora viva.
Fontana, bancario di 43 anni in carcere da marzo, l'11 gennaio ha ucciso la 26enne durante le riprese di un video hard casalingo. Davanti ai giudici ha ripetuto quanto già confessato dopo l'arresto per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. In aula ha ricordato di aver impiegato «tre o quattro» giorni per fare a pezzi la ragazza, per poi nasconderne i resti. Secondo i carabinieri, aveva creato un account falso con cui chiedere alla vittima un video per OnlyFans che la ritraesse con mani, piedi e bocca legati. E da quello stesso account un altro video su «un rapporto a tre».
L'assassino di Carol ha ripercorso le fasi del delitto: «Le ho tagliato la gola per non vederla soffrire, ma non ho premeditato nulla: la mattina dell'11 gennaio dovevamo girare due video hard a casa sua, a Rescaldina. Nel primo, la trama era quella concordata. Nel secondo volevamo fare qualcosa di diverso e a Carol è venuta l'idea del martello». Ma la 26enne, madre di un bimbo di sei, tra un video e l'altro avrebbe ricevuto un messaggio del fidanzato. «Era legata al palo con le mani dietro la schiena, il nastro adesivo sulla bocca e un sacco sulla testa - ha proseguito Fontana -. Il martello era sul tavolo».
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Per i magistrati l'avrebbe colpita 13 volte. «Me ne ricordo solo tre o quattro - ha ammesso -. Quando le ho tolto il cappuccio mi sono reso conto di quello che avevo fatto». E invece di chiedere aiuto, che secondo il medico legale avrebbe potuto salvare la vittima, l'ha sgozzata con un coltello. «Camminavo terrorizzato per la stanza - ha proseguito Fontana - e ho mandato con il suo cellulare un messaggio al fidanzato con cui avevamo concordato di girare i video».
Nei giorni successivi, poi, il sezionamento del corpo: «L'ho fatto nella sua camera - ha ricordato - usando un seghetto acquistato il 12 gennaio». Il bancario ha anche spiegato di avere cercato di bruciare i resti, e poi di averli messi nel congelatore per conservarli. Fino a marzo quando li ha gettati in una scarpata. «Non sostenevo più quella situazione. Quando il corpo è stato ritrovato volevo confessare e togliermi la vita. In carcere cercherò di riabilitarmi». Prima di concludere la testimonianza, Fontana si è rivolto alla Corte: «Darei la mia vita per cancellare quello che ho fatto. Mi odio, ho sempre odiato chi commette violenza contro le donne. La condanna per quello che ho fatto sarà la vergogna che provo».
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