Massimo Basile per www.repubblica.it
sacha baron cohen travestito da borat ai kennedy awards 1
New York - E all’improvviso Borat ha rubato la scena nella notte dei Premi Kennedy. L’attore inglese Sacha Baron Cohen ha cominciato a prendere in giro Donald Trump e Kanye West, e a farlo sotto gli occhi di un divertito presidente Joe Biden e della first lady Jill. “Io so che il presidente è qui - ha detto Borat, guardandosi intorno - dove sei, Trump?”. “Non stai benissimo - ha aggiunto - il tuo glorioso panzone è sparito, la tua pelle color arancio si è impallidita”. Poi ha chiesto se Vladimir Putin o l’agente nervino ne sapessero qualcosa.
L’attore, che è ebreo, ha poi rivolto l’attenzione al rapper, protagonista dell’episodio più controverso delle ultime settimane: la cena a Mar-a-Lago con Trump e il negazionista dell’Olocausto Nick Fuentes.
sacha baron cohen e isla fisher ai kennedy awards
“Voglio dire - ha ripreso Borat, il personaggio ‘kazako’ dei suoi film - che sono molto sconvolto dall’antisemitismo negli Stati Uniti. Non è giusto. Il Kazakistan non è più al primo posto nell’attaccare gli ebrei. Smettete di rubarci l’hobby”, e nel dirlo ha cominciato a intonare lo slogan “Stop the steal, stop the steal”, richiamando quello di Trump per le elezioni 2020, quel “fermate il furto” che i trumpiani non hanno mai smesso di evocare. “Il vostro Kanye - ha aggiunto - ha provato a trasferirsi in Kazakistan e perfino a cambiare il nome in Kazkhstanye West. Ma noi abbiamo detto: No, è troppo antisemita anche per noi”.
Infine, la citazione degli U2, facendo la parodia del brano With or without you sostituita dalle parole With or without jews, ‘con o senza gli ebrei’. Quello dell’attore inglese è stato il momento più divertente di una serata intensa, in cui a Washington è andata in scena la 45ª edizione dei Kennedy Center Honors, il più alto riconoscimento americano alle personalità che hanno dato lustro alle arti e alla cultura. Premiati assieme agli U2, l’attore e regista George Clooney, la cantautrice Amy Grant, la cantante Gladys Knight e la compositrice Tania Leon.
“Essendo nato in un piccolo paese del Kentucky - ha commentato Clooney - non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei seduto alla balconata dei premiati al Kennedy Center Honors”. Gli U2, band rock irlandese che ha venduto più di 170 milioni di dischi in tutto il mondo, erano presenti con Bono, David Howell, Adam Clayton e Larry Muller Jr. I quattro si erano incontrati da adolescenti e si esibiscono insieme dal ’76. La prima volta negli Stati Uniti era stata nel 1980.
“Avevamo un grande sogno allora - hanno dichiarato - ma mai avremmo immaginato che quarant’anni dopo saremmo stati invitati per ricevere uno dei più grandi riconoscimenti di questa nazione. Sono quattro decenni di amore con il Paese e la sua gente, i suoi artisti, la sua cultura”. “Noi - hanno aggiunto - consideriamo l’America la nostra casa lontana da casa e siamo grati al Kennedy Center Honors di essere accolti in questo grande gruppo di artisti straordinari”.
In platea c’erano molte celebrità, tra cui Matt Damon, Julia Roberts e Sean Penn, ma anche personaggi della politica. Oltre ai Biden, c’erano la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, accompagnata dal marito, Douglas Emhoff, il segretario di Stato Antony Blinken, l’epidemiologo Anthony Fauci e il cantante Eddie Vedder.
Standing ovation per Paul Pelosi, il marito della Speaker Nancy Pelosi, rimasto vittima di un’aggressione in casa. La politica e lo spettacolo si sono fusi più volte nel corso di un evento che Trump ha sempre evitato. Lo stesso Clooney ha dichiarato ammirazione per Biden: “Lo amo. E’ una persona gentile animata da grandi intenzioni e ha fatto approvare alcune cose molto importanti, anche se non sono bravi a vantarsene. Sono molto orgoglioso di essere un suo sostenitore”. Alla domanda se pensasse a una carriera in politica, Clooney ha sorriso assieme alla moglie, l’avvocata e attivista Amal Clooney, e commentato: “Ascoltate, noi abbiamo davvero una vita magnifica”.
A commuoverlo è stato, invece, il padre di 88 anni, Nick, storico giornalista e conduttore tv, che ha ricordato il giorno in cui era in studio, nel ’68, quando uccisero Martin Luther King a Memphis. La famiglia era piombata nella stanza accanto. “Vidi arrivare George - ha raccontato - aveva sette anni e questa grossa borsa in mano. Gli chiesi cosa ci tenesse dentro. Ne aveva rovesciato il contenuto su un tavolo. Erano tutti i suoi giocattoli. Mi disse: ‘Papà, non li voglio più, nessuno, mai più'. Strappai il discorso che pensavo di fare. Niente sarebbe stato più eloquente di quello che George aveva appena fatto e aveva appena detto”.
sacha baron cohen travestito da borat ai kennedy awards 2 joe biden e paul pelosi