Marilisa Palumbo per www.corriere.it
Seimilacinquecento dollari a persona. Tanto chiede l’immarcescibile Erik Prince, il signore delle guerre private, spuntato all’aeroporto di Kabul per vendere «posti verso la libertà». Con un sovrapprezzo se il malcapitato ha bisogno di aiuto per arrivare allo scalo. Fondatore di Blackwater, una società che forniva guardie di sicurezza alla Cia e al dipartimento di Stato, molti dei quali impiegati accanto all’esercito ufficiale proprio in Afghanistan e in Iraq (e alcuni condannati per avere ucciso civili sul terreno), Prince è stato protagonista di innumerevoli polemiche e scandali.
afghani in un aereo per fuggire da kabul
Tra gli ultimi una losca operazione di reclutamento di ex agenti americani e britannici per costruire attacchi a politici progressisti e sindacati americani e – la storia è uscita sul Time appena un mese fa – il piano a dir poco opaco da 10 miliardi di dollari per tirare su un esercito privato in Ucraina.
La fuga dall’Afghanistan
folla di afghani all aeroporto di kabul
Molto vicino a Trump, fratello della sua ministra dell’Istruzione Betsy DeVos, Prince ottenne da Steve Bannon l’incarico di presentare un piano per sostituire i soldati Usa impiegati in Afghanistan con un esercito di mercenari (voleva anche mandare dei contractor a fermare i migranti in Libia, qui lo raccontava al Corriere).
Non se ne fece nulla, e ora, nell’ultimo atto di questa guerra eterna, ha trovato il modo di fare cassa anche sulla disperazione. Ma nella giungla dell’aeroporto di Kabul, come racconta il Wall Street Journal, che per primo ha dato notizia della presenza di Prince, i bene intenzionati per fortuna sono molti di più dei cinici.
Piccole e grandi organizzazioni stanno provando ad aiutare in tutti i modi possibili con le evacuazioni. La Georgetown University, la Johns Hopkins, il Truman National Security Project, l’ex segretario di Stato Hillary Clinton attraverso al Clinton Foundation. E tanti altri. Un po’ come i privati che offrirono le loro barche per salvare le truppe alleate intrappolate a Dunkerque.
I voli da Kabul
È una corsa contro il tempo: molti voli charter ripartono con posti vuoti, perché è sempre più difficile avvicinarsi all’aeroporto dopo che i talebani hanno annunciato di non voler più far passare afghani. Senza contare le continue difficoltà burocratiche.
«E’ il caos più totale – ha detto al WSJ Warren Binford, professore di legge dell’università del Colorado che sta seguendo vari tentativi di evacuazione – Stiamo assistendo a una massiccia operazione di “ferrovia sotteranea” (la rete attraverso cui gli schiavi del Sud fuggivano verso gli Stati dove potevano vivere liberi, ndr), solo che invece di farla funzionare per decenni, ci serve in piedi per ore, al massimo giorni».
erik prince1 kabul spari aeroporto erik prince 1 talebani bloccano l ingresso all aeroporto di kabul 2 kabul spari aeroporto calca all aeroporto di kabul afghanistan evacuazione di cittadini afghani all aeroporto di kabul 3 erik prince