INCHIESTA HACKER, ATTI RISERVATI DI ENI NEGLI UFFICI DELLA EQUALIZE
Estratto dell’articolo di Ilaria Carra, Rosario Di Raimondo per www.repubblica.it
"Evidente pericolo che corre la Sicurezza Nazionale”: è una premessa netta quella della maxi informativa del Nucleo investigativo dei carabinieri di Varese che ricostruisce in oltre 4mila pagine l’inchiesta sulle spie e sugli hackeraggi che sta scuotendo il mondo della politica e degli affari. Un pericolo, scrivono i carabinieri, “per il potere eversivo delle attività criminali del gruppo denominato “Via Pattari 6” (indirizzo milanese in cui gli stessi hanno i loro uffici e la sede dei loro affari) e per il coinvolgimento di soggetti legati ad asset economici strategici per la Nazione”. Ma di mezzo, a quanto emerge, ci sarebbero anche i servizi segreti israeliani. […]
SCOVATO L’ARCHIVIO DELL’EX POLIZIOTTO UN SERVER TOP SECRET IN LITUANIA
Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
«La Guardia di finanza cosa mi chiederà se viene qua a rompermi le scatole? Una copia del server italiano, una copia del server nel Regno Unito e una copia del server in Lituania. Noi poi gli diciamo che è un peccato che non lo troviamo, e nessuno andrà in Lituania a vedere...».
Errore: la previsione di Samuele Calamucci (il più bravo dei tecnici informatici dell’agenzia Equalize) in una intercettazione del 4 novembre 2022 con Enrico Pazzali (il presidente di Fondazione Fiera Milano che possiede al 95% l’agenzia amministrata dall’ex superpoliziotto e socio al 5% Carmine Gallo) si rivela sbagliata ora che la Procura di Milano ha individuato ed è riuscita a fare sequestrare in Lituania il server di Equalize, più «vero» di quello italiano, probabilmente già ripulito nel timore di indagini («Carmine è a rischio perquisizione, quindi noi non dobbiamo lasciare qua nessun materiale estraneo»).
SAMUELE CALAMUCCI DAVANTI AL PC CONTA UNA MAZZETTA DI SOLDI
A Gallo (che secondo l’avvocato Antonella Augimeri «chiarirà la sua posizione non appena ci sarà la piena discovery di tutti gli atti d’indagine»), è stato poi trovato anche quell’archivio cartaceo (frutto della conservazione di tre decenni di atti giudiziari) che in una intercettazione l’ex poliziotto spiegava a Calamucci di pensare di far conservare a una segretaria in scatoloni in garage.
È in questa conversazione che Gallo tra gli atti conservati annovera anche quelli del processo Ruby-Berlusconi; ed è sempre qui che Calamucci, come modo di dire, afferma di avere anche lui un hard disk dove «c’ho di là 800 mila Sdi», cioè tanti esiti di accessi abusivi alla banca dati del Viminale (quantificati per ora dall’imputazione invece in 52 mila).
NUNZIO SAMUELE CALAMUCCI CON CARMINE GALLO E I 'RAGAZZI' AL LAVORO AL QUARTIER GENERALE DI EQUALIZE
[…] In più occasioni i dipendenti di Equalize, adusi a pagare un poliziotto e un finanziere per far fare loro gli accessi abusivi allo Sdi, affrontano il tema del fatto che questa modalità classica di consultazione non è però fattibile su politici e persone di interesse pubblico, perché quando si toccano questi nomi il sistema è tarato per generare un alert: così il tecnico Giulio Cornelli (ora indagato) spiega a Calamucci che, se uno mettesse il nome di «Mentana ad esempio, quella roba lì gli parte l’alert...».
Su Gallo il pm addita anche il fatto che «riesca ad assicurare a clienti e amici, anche pregiudicati», passaporti «spesso «merce di scambio» per avere «utilità per sé o per altri a lui legati». […]
L’hard disk e il pc di Nunzio Samuele Calamucci