1-«SE C’È UN TRENO VI AVVISO E VI TOGLIETE» L’ALLARME A VISTA PER FINIRE PRIMA I LAVORI
Estratto dell’articolo di Massimiliano Nerozzi, Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera”
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Ai video delle telecamere della stazione, alle telefonate registrate dal server di Rfi, ai documenti, si aggiungono le prime testimonianze davanti ai magistrati, per rafforzare l’ipotesi sulla quale sta lavorando la Procura di Ivrea: l’incidente ferroviario di Brandizzo è stato causato (anche) da errori umani, ma aumenta il sospetto che ci fosse un modus operandi se non comune, certamente tutt’altro che raro.
Ovvero: squadre di operai che entrano sui binari prima degli orari concordati, o addirittura tra un treno e il successivo. Con una sorta di sorveglianza a vista: «Io vi avviso, e voi vi togliete». Come aveva raccontato qualche giorno fa al Tg1 Antonio Veneziano, ex collega dei 5 operai morti la notte tra il 30 e il 31 agosto: «È capitato più volte mentre ero lì, andavamo sul binario per affrettare il lavoro». Ieri Veneziano è passato in Procura, come hanno fatto altri lavoratori, alcuni con una t-shirt bianca con stampato il volto di Kevin Laganà, il più giovane delle vittime.
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L’altra audizione chiave è stata quella del dirigente movimentazione della stazione di Chivasso, una ragazza di 25 anni, da due in servizio, dopo il corso ad Alessandria. Quella notte era in contatto telefonico con Antonio Massa, 46 anni, la «scorta ditta» di Rfi alla squadra di operai, indagato insieme al caposquadra della Sigifer, Andrea Girardin Gibin, 52: sono accusati di disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale.
Per tre volte — durante le telefonate con Massa — la donna comunicò che il permesso per iniziare i lavori non c’era: «Deve passare un treno in ritardo»; «Non potete farlo (i lavori, ndr ) prima di mezzanotte»; e «aspetta che chiedo». Alert che sarebbero rimasti inascoltati. Una versione incisa nel server e ribaditi a colleghi e parenti: «Tre volte gli dissi, “non c’è l’autorizzazione”».
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Una ricostruzione che ieri, da persona informata sui fatti, ha riavvolto per oltre sei ore davanti ai pubblici ministeri Giulia Nicodemi e Valentina Bossi, che coordinano le indagini della Polfer. Va da sé, l’altro punto da chiarire è se l’entrare sulla sede dei binari in attesa dell’autorizzazione (che mai arrivò) fu una tragica eccezione o, appunto, una pratica più diffusa di quel che si pensi. […]
2-LE CHIAMATE, IL CONVOGLIO E LE MISURE DI SICUREZZA COSA NON HA FUNZIONATO
Estratto dell’articolo di A. P. per il “Corriere della Sera”
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[…] La Procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo colposo, con dolo eventuale, iscrivendo nel registro degli indagati i due superstiti: Antonio Massa, 47 anni, «scorta dritta», e Andrea Girardin Gibin, 52, il capocantiere della Sigifer. Per i magistrati sarebbero state violate le procedure di sicurezza da parte di chi, a terra, era tenuto ad avviare i lavori solo dopo aver ricevuto il nullaosta dalla dirigente centrale di Chivasso di Rfi.
Nessuna responsabilità è stata invece attribuita ai due macchinisti del convoglio che, avendo avuto il segnale verde, sono andati avanti e, nel buio, non hanno visto gli operai al lavoro, travolgendoli a 100 chilometri orari.
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La procedura prevede che il cantiere venga aperto solo dopo il nullaosta della responsabile dell’ufficio di Chivasso all’agente di scorta (Massa), il quale deve compilare e firmare un modulo per l’apertura del cantiere. Con questo documento il capocantiere può dare inizio ai lavori. Inoltre, sui binari è previsto un dispositivo elettrico di sicurezza, il Cdb, Circuiti di binario, finalizzato a segnalare la presenza di treni o altro materiale sulla linea, in modo che l’ufficio preposto ne sia informato.
[…] Agli inquirenti Massa ha detto: «Pensavo che il treno fosse già passato». Quella sera il convoglio è arrivato a Brandizzo con 20 minuti di ritardo. «Deve passare un treno, in ritardo», aveva precisato la dirigente di Chivasso al telefono. «Non potete farlo prima di mezzanotte», aveva aggiunto […]
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