Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “La Repubblica”
Se fosse stato un film di spie, sarebbe andata così: una cena sulla costa di Hammamet, una decina di vecchi colleghi, tutti agenti segreti, che si ritrovano per festeggiare la cattura di un latitante inseguito per anni. Un cameriere che porta al loro tavolo “una specialità della casa”, una bottiglia di un liquore speciale. Che invece nasconde un veleno. Risultato: un morto, due persone in coma, gli altri in ospedale per giorni. Qualcuno, nelle carceri italiane, che sorride. Perché anche da lontano, c’è chi non dimentica.
Siccome però non si tratta di un film, quello che è accaduto sulle coste di Hammamet secondo quanto i nostri servizi di sicurezza sono fino a questo momento stati in grado di ricostruire — l’ambasciata in questi giorni ha svolto un lavoro certosino, non lasciando nulla di intentato; lo stesso sta facendo l’intelligence che nei prossimi giorni informerà ufficialmente il Copasir — è andata in maniera diversa.
Così: circa una settimana fa quattro cittadini italiani sono rimasti intossicati durante una cena con una decina di persone ad Hammamet. Un uomo, Giuseppe Maio, 60 anni, residente in Tunisia, è morto. Un altro, ex agente dell’Aise in pensione, sarebbe ricoverato in gravi condizioni. Tra i ricoverati c’è anche un carabiniere. Non si trattava di ufficiali in servizio. Ma tutti in pensione. [...]
Tutto era trascorso regolarmente fin quando a tavola è stato servito dal padrone di casa un liquore di sua produzione. Un persichetto, un liquore alla pesca, all’interno del quale erano stati lasciati i noccioli del frutto che potrebbero essere stati letali. All’interno può esserci un seme, l’armellina, potenzialmente letale. È quello che potrebbe aver avvelenato la comitiva di italiani tra cui il padrone di casa: iricoverati non sarebbero a rischio di vita, ma l’ex agente dell’Aise rischia gravi danni neurologici.
Alessandro Prunas - AMBASCIATORE ITALIANO A TUNISI
Vista comunque la caratura dei personaggi coinvolti nella vicenda, la magistratura tunisina ha aperto un’indagine e disposto un’autopsia. Ed effettuati i primi accertamenti. Nulla al momento farebbe pensare a qualcosa di diverso da «una storia molto italiana, un po’ sfortunata» come la definisce un alto dirigente della nostra intelligence.
Che giura non ci sia dietro nulla che assomigli a quanto accaduto il 28 maggio del 2023 nel lago Maggiore, quando una tempesta improvvisa uccise quattro persone che erano in barca: due erano agenti dell’Aise — Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi — uno un collega del Mossad, Erez Shimoni. [...]
Nel caso di Hammamet si era fatto riferimento alla cattura di Angelo Salvatore Stracuzzi, il “re del calcestruzzo” arrestato ad agosto in Tunisia, coinvolto in un’inchiesta nella quale si ipotizzano i reati di trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso. Cattura alla quale alcuni degli intossicati potrebbero aver partecipato. Ma sembrerebbe che no, il lavoro questa volta non c’entra. Almeno per il momento.
elisabetta belloni foto di bacco ANTONIO TAJANI antonio tajani al convegno di forza italia a paestum aise 2 elisabetta belloni - processo sul caso giulio regeni aise 1 GIOVANNI CARAVELLI