Estratto dell'articolo di Alessandro D'Amato per www.open.online
Anna Elia è la madre di Renato Benedetto Caiafa, il 19enne che ha ucciso Arcangelo Correra. Un altro suo figlio, Luigi Caiafa, è stato ucciso durante una rapina con una pistola giocattolo nel 2020. Suo marito Ciro è morto in via Sedil Capuano sotto gli occhi di moglie e figli. […]
«Nessuno meglio di me sa cosa sta provando Antonella, la madre di Arcangelo Correra. Vorrei abbracciarla e piangere assieme a lei. L’incubo di sabato mattina, l’ho già provato sulla mia pelle. Ed è anche per il dolore che accomuna me e Antonella, che chiedo allo Stato di fare qualcosa per i figli di Napoli: qui girano troppe armi, sono in tanti a vivere con la pistola addosso», dice oggi al Mattino.
COSA HA DETTO RENATO CAIAFA
Renato Caiafa è indagato per omicidio colposo. Il pm ha disposto il suo fermo con l’accusa di detenzione e ricettazione della pistola, visto che potrebbe essere consapevole della provenienza illecita dell’arma). Lo assiste l’avvocata Annalisa Recano. Caiafa ha detto ai pm di aver trovato la pistola per caso dalle parti di via dei Tribunali: «Lì, poggiata sulla ruota di un’auto parcheggiata, ho visto la pistola», ha raccontato Caiafa. E l’avrebbe presa iniziando a maneggiarla. […]
ARCANGELO CORRERA RENATO CAIAFA
Dopo che è partito il colpo ha portato il cugino all’ospedale. Poi è tornato a casa tenendo ancora la pistola nel bauletto dello scooter. Si è confidato con una zia. «Sono dispiaciutissimo, noi eravamo cugini e anche molto amici». […]
LE PAROLE DELLA MADRE
[…] Di sabato mattina Anna Elia sa solo quello che gli ha detto il figlio: «Ho le sue parole che mi rimbombano in testa. Mi ha detto: “Mamma vai da Antonella (che è la mamma di Arcangelo) e diglielo che è stato un errore, che non volevo, che non so perché è partito quel colpo». Dopo lo sparo «Arcangelo ha parlato per qualche secondo. Ha detto agli amici di non preoccuparsi “che non era successo niente”, fino a quando poi ha perso conoscenza. Lo hanno portato in sella allo scooter in ospedale».
LA PISTOLA
Anna Elia è categorica sull’arma: «Escludo che fosse di sua esclusiva appartenenza. Chi possiede un’arma ha soldi, perché le pistole costano, e mio figlio non ne aveva di soldi. Lavorava a giornata in pizzeria, poi ci chiedeva dieci o venti euro per la benzina di tanto in tanto. Non poteva essere sua quell’arma. Sono madre di un ragazzo ucciso e vedova di un uomo morto ammazzato, non gli avrei mai consentito di custodire una pistola». […]
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