Domenico Pecile per il "Corriere della Sera"
Cinque ragazzi tra cui un minorenne di 17 anni, tutti abitanti nel Nord Italia, sono indagati per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una friulana 18enne. Gli abusi si sarebbero protratti per diverse ore, l'altro ieri pomeriggio, in un appartamento di Lignano Sabbiadoro.
A dare l'allarme è stata la stessa ragazza che, una volta riuscita a fuggire, ha raggiunto l'abitazione in cui risiede in ferie assieme alla famiglia. Sconvolta e visibilmente ancora sotto choc ha raccontato tutto a suo padre. Che a quel punto in un impeto di rabbia incontrollata ha deciso di farsi giustizia da sé, raggiungendo pochi minuti dopo l'appartamento dei cinque giovanissimi.
I fatti: metà pomeriggio di martedì, la ragazza sta passeggiando sul lungomare della località balneare friulana. Incrocia tre giovani. «Dai, vieni con noi», le dicono invitandola a seguirli nell'appartamento dove stanno trascorrendo un periodo di vacanza. Lei accetta senza problemi anche perché conosce uno dei tre ragazzi che aveva già visto qualche estate fa.
Insomma, a suo dire non c'era nulla da temere da quell'invito. E mai avrebbe pensato, come dirà più tardi lei stessa agli inquirenti, che una volta in casa tutto si sarebbe trasformato in una trappola di violenza e di abusi, un incubo.
Una volta nell'appartamento, infatti - stando al racconto fatto dalla giovane a Massimiliano Ortolan, vicequestore di Udine che assieme al pubblico ministero ordinario e a quello per i minori sta conducendo le indagini - sarebbe stata costretta a rapporti sessuali.
Non solo, ma ai tre ragazzi che l'avevano attirata in trappola si sarebbero poi aggiunti altri due giovani che, pare, soggiornino nello stesso stabile. La violenza sarebbe stata reiterata, protraendosi a lungo.
Fino a quando - è ancora la testimonianza della giovane - approfittando dell'uscita dall'appartamento di uno dei cinque ragazzi sarebbe riuscita a fuggire confidandosi con un bagnino, che conosceva, prima di raggiungere i suoi cari.
Sono circa le 20.30 quando una volante della polizia raggiunge l'appartamento della violenza. A dare l'allarme sono stati alcuni condomini spaventati dalle urla del padre della vittima che era riuscito ad abbattere la porta d'ingresso. I quattro giovani nel frattempo si erano rifugiati in una stanza.
Sono stati gli stessi condomini a suggerire all'uomo di desistere, rinunciare a una vendetta «fai da te» e di rivolgersi alle forze dell'ordine. L'uomo si è lasciato convincere e quando i poliziotti sono arrivati sul posto la situazione si era già normalizzata.
Nel frattempo la ragazza era stata accompagnata in ambulanza al Pronto soccorso di Latisana, ancora visibilmente scossa. «Nel nosocomio - riferisce ancora il vicequestore Ortolan - è stata sottoposta a tutte le visite previste nei casi di violenza sessuale dall'apposito protocollo. Posso soltanto riferire che, al di là di una lesione interna per altro senza prognosi, la ragazza è parsa ai sanitari visibilmente scossa per l'accaduto».
Secondo lo stesso Ortolan «la vicenda va ora approfondita con grande attenzione. Stiamo raccogliendo tutte le testimonianze». Al vaglio degli inquirenti c'è l'ipotesi che la giovane abbia subito anche percosse.