Paolo Mastrolilli per La Stampa
LA VITTIMA - TORTURE A CHICAGO BRITTANY - TORTURE A CHICAGO
Le immagini sono disgustose, scioccanti. La vittima sta piegata in un angolo, col nastro adesivo sulla bocca, mentre due ragazze e due uomini la seviziano. Insulti, percosse, anche un coltello usato per tagliarle lo scalpo. È l' ultimo caso di violenze a Chicago, la città americana che ha il triste record annuale degli omicidi commessi nel corso del 2016. Stavolta però le sevizie sono state riprese e pubblicate su Facebook e YouTube, e siccome gli aggressori sono neri, e costringono la vittima bianca ad insultare Donald Trump, l' episodio si è trasformato subito in una disputa politica.
HILL -i- TORTURE A CHICAGO LA VITTIMA - TORTURE A CHICAGO
Il caso è scoppiato martedì quando il video è comparso su Facebook. Poco dopo la polizia ha visto in strada un ragazzo bianco che camminava in pantaloni corti, ed essendo pieno inverno lo ha fermato. Il ragazzo balbettava, era disorientato e mostrava di avere chiari problemi mentali. È stato portato in ospedale, e presto identificato come la vittima delle sevizie. Grazie al video gli agenti hanno riconosciuto i quattro aggressori, tutti diciottenni, e li hanno arrestati. Uno di loro era compagno di scuola della vittima, che era stata sequestrata per due giorni in casa nella West Side della città.
LA VITTIMA - TORTURE A CHICAGO
La polizia ora sta interrogando i colpevoli, che verranno incriminati almeno per rapimento di persona. L' obiettivo è capire se nel loro gesto c' era una motivazione politica, oppure se le parole pronunciate nel video sono idiozie di quattro adolescenti balordi e annoiati. Qualunque sia la risposta, però, il caso politico è già scoppiato. I siti di informazione più vicini a Trump dicono che si tratta di un chiaro caso di razzismo al contrario, e accusano gli agenti e gli altri media di non denunciarlo perché sono sempre restii quando gli aggressori sono neri e le vittime bianche.
La vicenda si è saldata con l' emergenza generale per le violenze a Chicago, che ha una forte valenza politica perché si tratta della città originaria di Barack Obama, ed è guidata come sindaco dal suo ex capo di gabinetto alla Casa Bianca Rahm Emanuel. Nel corso del 2016 a Chicago sono avvenuti 762 omicidi, più della somma di quelli registrati a New York e Los Angeles.
È il livello più alto in questa città dal 1996, e secondo gli esperti le motivazioni sono almeno quattro: povertà e cattiva istruzione; aumento dei comportamenti criminali violenti e dell' attività delle gang, che si colpiscono tra loro in una guerra fatta di costanti attacchi, vendette e rappresaglie; incremento della disponibilità di armi illegali; diminuzione delle attività di prevenzione da parte dei poliziotti che, dopo le polemiche provocate dalle proteste del movimento Black Lives Matter seguite agli scontri di Ferguson, hanno paura di finire sotto accusa per uso eccessivo della forza.
Trump ha subito approfittato della situazione, e il 2 gennaio ha pubblicato questo tweet: Il tasso degli omicidi a Chicago è da record - 4.331 vittime di sparatorie, con 762 omicidi, nel 2016. Se il sindaco non riesce a fermarlo, deve chiedere aiuto alle autorità federali. In altre parole, il presidente eletto ha proposto di commissionare la città del presidente uscente, se il suo sindaco ed ex braccio destro Emanuel non è capace di risolvere l' emergenza.
LA VITTIMA - TORTURE A CHICAGO
Sullo sfondo, oltre alla rivalità politica, c' è naturalmente anche la questione razziale. La maggior parte delle vittime e dei colpevoli, infatti, sono neri e vivono nella South e West Side di Chicago. Questo conferma la retorica usata da Trump durante la campagna elettorale, secondo cui i democratici non hanno saputo aiutare gli afro americani, che quindi non hanno nulla da perdere ad appoggiare la sua amministrazione.
proteste contro la violenza chicago CHICAGO 1