Gabriele Carrer per “la Verità”
Ieri è stata superata la quota delle 120.000 vittime della pandemia di coronavirus in tutto il mondo, mentre il totale dei contagi avanzava rapidamente verso i 2 milioni e quello dei guariti rimaneva distante dal mezzo milione. Il contagio negli Stati Uniti - che contano un terzo dei casi di tutto il mondo - sembra aver rallentato.
uantomeno nello stato di New York, epicentro dell' epidemia, dove i ricoveri stanno diminuendo: «Sì, penso che si possa dire che il peggio sia passato», ha detto il governatore Andrew Cuomo, annunciando un' alleanza con altri sei governatori nella regione per cercare di capire come togliere le restrizioni.
«Se si fa nel modo sbagliato, può ritorcersi contro di noi, e stiamo vedendo cosa accade in altri posti nel mondo», ha detto Cuomo. Le sue parole sulla riapertura non sono piaciute alla Casa Bianca. Il presidente Donald Trump, convinto che «c' è una chiara evidenza che la strategia per rallentare la pandemia da coronavirus sta funzionando», aveva spiegato che lui ha «l' autorità totale» di decidere sulla ripresa economica imponendosi anche sul volere dei governatori.
Ma Cuomo non ci sta: sulla ripresa vuole decidere lui, non subire Washington, e paventa una crisi costituzionale. Trump ha affidato la controreplica a Twitter: «Cuomo ha chiamato tutti i giorni, perfino ogni ora, implorando qualsiasi cosa, molte delle quali avrebbero dovuto essere responsabilità dello Stato, come nuovi ospedali, letti, ventilatori.
Ho fatto tutto per lui e per ogni altro, e ora sembra che voglia l' indipendenza! Non accadrà!», ha tuonato il presidente contro il governatore democratico. Intanto, questa potrebbe essere la settimana decisiva per l' annuncio del taglio dei finanziamenti degli Stati Uniti all' Organizzazione mondiale della sanità, ritenuta «cina-centrica» da Trump.
Il quale però rischia un nuovo fronte di scontro con il dottor Anthony Fauci, suo consigliere, secondo cui è eccessivamente ottimistico pensare di far ripartire l' economia americana il primo maggio.
Se il Regno Unito annuncerà nei prossimi giorni che estenderà le misure di contenimento fino al 7 maggio, chi non ha ancora introdotto alcun provvedimento restrittivo è la Svezia, dove ieri sono stati superati i 1.000 morti: precisamente 1.033, secondo i dati dell' autorità di sanità pubblica.
Preoccupa anche la Spagna, dove torna a salire il numero dei decessi, 567 nelle ultime 24 ore, rispetto ai 517 confermati lunedì (le vittime in tutto sono 18.056). Ottimismo in Germania: «Ci sono alcune tendenze positive nei dati», ha comunicato il Robert Koch Institut.
Alle porte dell' Europa ci sono la Turchia, che per contenere il contagio ha deciso una maxiamnistia per 90.000 detenuti (quasi un terzo del totale dei prigionieri) esclusi però gli oppositori del presidente Recep Tayyip Erdogan, e la Russia, che ha superato i 20.000 contagi con il record di casi in 24 ore (oltre 2.700) e si attrezza per allestire altri 21.000 posti letto a Mosca nei prossimi dieci giorni.
La Cina, infine, continua a riportare pochi casi: 89 quelli nuovi, 86 importati e tre casi interni nella provincia del Guangdong, e nessun decesso.
È emergenza però nella città di Suifenhe, vicino al confine russo: tanto che i media del regime come il Global Times raccontano che la provincia «ha mobilitato gli abitanti nella battaglia contro l' epidemia offrendo una ricompensa di 3.000 yuan (l' equivalente di circa 388 euro) a chi vive nelle zone di confine e segnala ingressi irregolari» in territorio cinese e di «5.000 yuan a chi cattura» le persone che oltrepassano «illegalmente» il confine e le consegna alle autorità.
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