Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Il regista Fausto Brizzi è indagato per violenza sessuale. I magistrati della Procura di Roma hanno formalizzato l' accusa dopo che tre ragazze si sono presentate per raccontare di essere molestate o costrette a subire le sue avance. L'indagine rischia però di finire in archivio. Per due casi l' esposto è stato infatti presentato dopo la scadenza dei sei mesi prevista dalla legge, mentre per l' altra donna non ci sarebbero gli elementi sufficienti a dimostrare l'aggressione.
Quello della denuncia «tardiva» è un problema che si era posto subito dopo le prime interviste che alcune aspiranti attrici avevano rilasciato alla trasmissione «Le Iene» raccontando di essere state invitate nel suo loft per un colloquio di lavoro o per un provino e di essere state poi obbligate a subire rapporti. Le giovani avevano infatti dichiarato di aver avuto «paura di non essere credute» o di provare «vergogna per quello che era successo».
Ma questo non esclude che, qualora si chiuda la fase penale, possano decidere di aprire un contenzioso in sede civile. Brizzi si è sempre difeso sostenendo di «non aver mai avuto nella mia vita un rapporto che non fosse consenziente», ma le ricostruzioni delle donne - almeno una decina hanno deciso di andare in tv - erano tutti simili nei dettagli e nelle modalità che il regista avrebbe utilizzato per adescarle. Le prime voci sul conto del regista cominciano a circolare nel novembre scorso, mentre negli Stati Uniti esplode il «caso Weinstein».
iene attrici accusano fausto brizzi
Attrici americane come Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow, Ashley Judd e altre star di Hollywood denunciano di essere state molestate dal boss della Miramax, Harvey Weinstein. Tra loro anche Asia Argento che in un' intervista al New Yorker svela tutti i dettagli del suo rapporto con il produttore. Nasce così il movimento «Metoo» che dilaga in tutto il mondo e travolge altre istituzioni come l' Unione europea e il Parlamento inglese dove funzionarie e dipendenti decidono di rendere pubblico il ricatto dei loro superiori o colleghi.
iene attrici accusano fausto brizzi
Le indiscrezioni assicurano che anche in Italia ci sarebbero numerosi casi che coinvolgono alcuni registi. E le Iene decidono di dedicare alla vicenda numerosi servizi. Di fronte alle telecamere Tea Falco, Giovanna Rei, Giorgia Ferrero confermano «molestie e violenze». Parlano anche alcune giovani con la voce camuffata e il volto oscurato. Nessuna accetta di rivelare il nome del regista, ma i dettagli sono simili.
iene attrici accusano fausto brizzi
Tutte parlano di un appartamento con vasca idromassaggio dove sono state invitate e poi costrette a subire molestie. «È cominciata con un provino romantico o passionale. Lui diceva che dovevo abbandonarmi, non avere remore. Mi diceva di spogliarmi così la scena sarebbe stata più realistica. Invece mi sono accorta che si era spogliato anche lui e mi era addosso. Mi guardava con occhi da pazzo, mi teneva ferma».
Una ragazza dice di aver «provato a opporre resistenza, ma ero paralizzata», un' altra dice che lui «era ingestibile, continuava a bloccarmi con la mano il mento e il collo per tenermi stretta. E io ero lì, è successo tutto in un attimo». Sono gli stessi autori de «Le Iene» a contattare Brizzi per una replica, ma lui decide di non rispondere. Quando il suo nome diventa di dominio pubblico, in un comunicato nega qualsiasi tipo di violenza.
Con una lettera aperta parla anche sua moglie Claudia Zanella: «Se buona parte di tutto ciò che ho sentito ed è circolato nel nostro mondo fosse vero, da essere umano profondamente rispettoso del prossimo, ne sarei profondamente disgustata. Però deve esserci una distinzione: davanti alla violenza o all' abuso dobbiamo correre dai carabinieri a denunciare; davanti a un approccio non gradito, invece, dobbiamo rispondere con un secco "no" e andarcene, come ho fatto io stessa molte volte in questi anni nell' ambiente del cinema, della televisione, della moda».
MATTEO renzi CON FAUSTO brizzi
Un paio di mesi fa tre ragazze si rivolgono alla magistratura. Sanno che il codice penale fissa un termine di sei mesi per la presentazione della denuncia, ma vogliono comunque provare ad avere giustizia o comunque uscire allo scoperto «per quello che abbiamo subito». Le verifiche coordinate dall' aggiunto Maria Monteleone vengono affidate al pubblico ministero Francesca Passaniti che sta terminando le verifiche prima della decisione finale che potrebbe arrivare nei prossimi giorni.
fausto brizzi e claudia zanella spy 28 2014 980x571