Adriana Logroscino per corriere.it
Davanti alla curva del contagio che continua a puntare verso l’alto, la politica è alle prese con la ricerca di un difficile equilibrio: l’allarme c’è e risuona forte, ma non si vorrebbe compromettere il Natale con nuove chiusure. Così le misure per contenere la pandemia sono di nuovo terreno di scontro.
Tra leader di partito, tra esponenti dello stesso partito, tra livelli istituzionali, centrale e locali. Accendono il dibattito cinque presidenti di Regione espressione del centrodestra e uno del Pd: eventuali lockdown riguardino i non vaccinati. Il modello è la regola in vigore in Austria da due giorni, ma applicata allo schema italiano dei passaggi di colore e alle relative limitazioni.
Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia, martoriato dai contagi e a rischio zona gialla già da lunedì prossimo, sostiene: «Eventuali nuove chiusure non devono essere pagate da chi si è vaccinato, nel caso di passaggio di colore — chiarisce — le restrizioni si applichino ai non immunizzati». Giovanni Toti, alla guida della giunta ligure, concorda col collega che presiede anche la Conferenza delle Regioni, e così il presidente del Piemonte Alberto Cirio.
Si schiera il calabrese Roberto Occhiuto: «La maggioranza degli italiani ha dato fiducia alla scienza: non può pagare la scelta incomprensibile di una minoranza». E anche il presidente della Lombardia, Attilio Fontana: «Non possiamo imporre restrizioni ai cittadini che hanno dimostrato senso del bene comune». Il toscano Eugenio Giani (Pd) prende la medesima posizione: «Chi non è vaccinato non può partecipare alla vita della comunità».
Al fianco dei presidenti leghisti e centristi è il leader di Italia viva, Matteo Renzi, che dal suo profilo social apre un sondaggio: «Non ti vaccini? Resti a casa. Che ne pensate?». Se per il presidente del Veneto, Luca Zaia, sarebbe «di difficile applicazione», l’idea non piace affatto a Matteo Salvini, da sempre contrario a una stretta nei confronti di chi non si vaccina: «Salvini — rivelano fonti della Lega — condivide la posizione del governo. L’Italia non ha i numeri dell’Austria, il sistema sanitario regge, la durata del green pass non cambia. L’obiettivo è evitare nuove restrizioni».
Da quel che filtra da Palazzo Chigi, infatti, l’ipotesi di «adottare restrizioni sul modello austriaco non è sul tavolo». Lo dice apertamente la ministra Mariastella Gelmini, che nel governo è l’interlocutrice naturale delle Regioni: «Niente nuove restrizioni per ora». Nella stessa trincea di Salvini, in questa battaglia, si trova il presidente M5S Giuseppe Conte. «Le misure vanno dosate o la popolazione non ti viene dietro. Sono contrario a ulteriori strette. La situazione è più serena che altrove».
È la speranza di tutti. Ieri però i nuovi positivi sono stati 7.698 e 74 i morti. In più lo studio dell’Iss con la fondazione Bruno Kessler dimostra ancora l’equazione: i vaccini hanno salvato 12 mila persone e annullato l’effetto moltiplicatore della contagiosissima variante Delta.