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(ANSA) - Spunta anche l'ipotesi, ancora tutta da verificare con accertamenti in corso, che la presunta rete di cyber-spie abbia avuto legami e contatti in Belgio e che, in particolare, là potrebbe essere stato collocato un server, non rintracciato allo stato, per le attività di presunti dossieraggi illegali con informazioni riservate prelevate da banche dati.
E' un altro filone da approfondire, da quanto si è saputo, nell'inchiesta milanese che il 25 ottobre ha portato all'arresto, tra gli altri, dell'ex super poliziotto Carmine Gallo e dell'hacker Nunzio Samuele Calamucci. Indagine nella quale è stato già sequestrato nei giorni scorsi un server in Lituania, mentre la Dda milanese, che coordina le indagini con la Dna, sta preparando anche una rogatoria verso l'Inghilterra, dove avrebbe agito un altro "gruppo" collegato in particolare a Calamucci.
Negli atti depositati dell'indagine, coordinata dal pm Francesco De Tommasi e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, si legge che Calamucci, intercettato, parlava di "rapporti cosiddetti 'humint' con soggetti che gestiscono le banche dati nel mondo". E diceva: "E chiedi i documenti a persone, per la rete o a vari contatti istituzionali, io se c'ho bisogno di un lavoro che è in Belgio (...) chiamo in Belgio (...) chiamo in Belgio e dico, con chi mi devo collegare per scaricare questo? Questo mi dice, con tizio, con caio e con sempronio!".
Lo stesso Calamucci, poi, che usava "il termine 'cugino' per indicare un'appartenenza comune ad ambienti di una non meglio specificata struttura d'intelligence" e parlava dell'apertura in vista di "una sede londinese del gruppo tramite il marchio Equalize", così si esprimeva: "è un mio cuginetto (...) lo mandiamo in Inghilterra attraverso un passaggio, prima andrà qualche, qualche mese in (...) Belgio (...) poi apre una sede secondaria di Equalize in Inghilterra, che corrisponde a una sede nostra!".
Intanto, nell'inchiesta, dopo gli interrogatori di Angelo Samuele Abbadessa e di Massimiliano Camponovo, il tecnico informatico ai domiciliari che ha parlato di un gruppo "sovraordinato" con base a Londra, e dopo l'ascolto di alcuni testimoni, altre persone saranno sentite, ma non prima della prossima settimana.
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Lo stesso Camponovo più avanti potrebbe essere interrogato ancora. E hanno chiesto di essere ascoltati, ma non subito, anche Giulio Cornelli, anche lui ai domiciliari, e l'altro presunto hacker del gruppo Mattia Coffetti, indagato. Dai verbali raccolti in questi giorni sono già arrivate una serie di ammissioni.
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