Sylvia Malinas per www.iodonna.it
Frank e Molly si sono rivisti sabato sera all’Università del Texas. Frank e Molly sono Robert De Niro e Meryl Streep. Quelli di Innamorarsi, film del 1984 la cui coppia ha sempre surclassato Mike e Linda di Il Cacciatore, prima collaborazione tra i due attori. Treno per pendolari e pochi posti a sedere, nonché Natale e scambio di libri alla Rizzoli di New York, batte Vietnam, elicotteri e roulette russa.
(La guerra è un tema importante; quello di un appuntamento sul treno delle 7.30 molto di più, e non già da La solitudine di Laura Pausini.) Ecco perché ieri sera a Austin, e tutte le altre volte che si sono incontrati, De Niro e Streep sono sempre quei due che hanno avuto un lampo d’amore in un film abbastanza mediocre, riscattato solo dallo loro presenza. Ma cosa ci facevano in Texas?
La colpa è di Robert. A 79 anni, sommerso da cimeli che lo avrebbero costretto a partecipare prossimamente a una puntata di Accumulatori seriali (parole sue), De Niro ha deciso di donarne una parte al Centro Harry Ransom, inserito e inaugurato 65 anni fa all’interno dell’ateneo. L’apertura dell’esposizione permanente (che affianca lasciti di Picasso, Stella Adler, T.S. Eliot e Harry Houdini) è stata l’occasione perché Meryl Streep lo raggiungesse, assieme a Luke Wilson e Robert Rodriguez.
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«De Niro è assolutamente imprevedibile»
Non solo foto ricordo tra i due, ovvio. Nel discorso dedicato al collega Meryl ha sottolineato come una delle qualità più speciali di De Niro sia «la coerenza nella tenuta del personaggio, pur essendo assolutamente imprevedibile sul set, oltre che modesto e generoso». Un amico e professionista da rispettare per i molti meriti artistici, «tra cui avere fondato il Tribeca Film Festival nel 2002 per contribuire a spingere l’affluenza di persone e turisti a New York dopo l’11 settembre». E forse da rispettare anche per essere stato uno dei pochi attori a difendere Meryl – con una lettera all’attrice pubblicata poi da People – quando fu attaccata da Trump per il discorso contro di lui tenuto ai Golden Globe nel 2017.
La donazione di premi, sceneggiature, oggetti di scena, corrispondenze, calendari e appunti non è avvenuta in blocco, ma a partire dal 2006. Gradualmente, per quella paura di Robert di finire sommerso; e perché collezionare è un’attività continua, ereditata dal padre – Robert De Niro Sr, artista, poeta e sculture espressionista figurativo morto nel 1993; personalità affascinante e omosessuale dichiarato che ha intercettato una parte esaltante dell’intellettualismo del Novecento.
Vedere organizzata e messa sotto vetro buona parte della sua vita ha fatto contento De Niro? «Immagino le mie carte cercare di fare conversazione con le carte di questi grandi intellettuali e artisti, e sentirsi rispondere: ‘Che diavolo ci fate voi qui?’». Poi: «Onestamente, se avessi visto in anticipo come sarebbe stata organizzata la mia spazzatura, forse me la sarei tenuta».
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Il quarto film tra Robert e Meryl che mai si fece
Il primo fu Il Cacciatore, film epocale di Michael Cimino del 1978 (5 Oscar e nomination a Meryl e De Niro; e a Christopher Walken, che vinse). All’epoca Meryl era fidanzata con John Cazale, attore straordinario malato di cancro ai polmoni, scritturato anche lui da Cimino ma a rischio poiché, saputo delle sue condizioni di salute, assicurazione (e produzione) volevano sostituirlo (intervenne De Niro pagando di tasca sua). Cazale muore a marzo, poco dopo la fine delle riprese.
Robert e Meryl si ritrovano su un set nel 1984, con Innamorarsi, storia delicata di un amore che si insinua tra le insoddisfazioni reciproche. La storia, girata in modo convenzionale, non fa sfracelli al botteghino, recupera dignitosamente i soldi investiti ma negli anni acquisisce lo status di piccola love story cult. E in generale come titolo di appartenenza a Meryl, in cui De Niro c’è, fa il suo lavoro, ma è ben lontano dalle vette di mostro sacro del metodo Stanislavski.
La terza collaborazione avviene nel 1997 con La stanza di Marvin. Film che è uno scontro di bravura tra Meryl e Diane Keaton, un titolo pre-Titanic di Leonardo DiCaprio, e solo infine una storia con De Niro, dottore che segue Keaton malata di leucemia.
Nulla di fatto per l’annuncio nel 2013 di un quarto progetto, The Good House, tratto dall’omonimo romanzo di Ann Leary con adattamento affidato al Premio Pulitzer Michael Cunningham. A recitare nelle parti di Hildy Good e Frank Getchell sono finiti Sigourney Weaver e Kevin Kline, altra coppia di attori con grande feeling sullo schermo (si veda Dave – Presidente per un giorno e Tempesta di Ghiaccio).
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