ROMANZO ARTIFICIALE - L'ALLARME DEGLI EDITORI TEDESCHI ALLA BUCHMESSE DI FRANCOFORTE: "I SISTEMI DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE VIOLANO SISTEMATICAMENTE LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE" - IL PROBLEMA NON RIGUARDA SOLO I DIRITTI D'AUTORE, MA ANCHE I LETTORI, CHE DOVREBBERO SAPERE CHI HA SCRITTO IL TESTO CHE STANNO LEGGENDO - IN EUROPA È VIETATO VENDERE CIBI DI PROVENIENZA IGNOTA: PERCHÉ LO STESSO NON DOVREBBE VALERE CON I LIBRI, CONSIDERANDO ANCHE IL RISCHIO DI DIFFONDERE DISINFORMAZIONE E CONTENUTI PERICOLOSI?

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Estratto dell'articolo di Lorenzo Tomasin per "La Stampa"

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L'intelligenza artificiale ha tenuto banco ieri alla Buchmesse di Francoforte, dove forti voci di preoccupazione si sono levate, ancora una volta, circa le conseguenze dell'uso di queste tecniche per l'esercizio e la salvaguardia del diritto d'autore: un grido d'allarme è giunto, in particolare, dalla presidente dell'Associazione tedesca di autori ed editori, Karin Schmidt-Friedrichs, che ha parlato del «maggior furto di dati della storia», e da Silke von Lewinsky (Max Plank Institut für Innovation), che ha sottolineato come i sistemi di AI generativa «fanno continuamente uso di materiale protetto, cioè violano sistematicamente la proprietà intellettuale».

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[…] L'AI consente di generare testi originali a partire da istruzioni. Una volta composti, i testi generati sono privi di autore […], e quindi non soggiacciono, o rischiano di non soggiacere, alle condizioni del diritto d'autore. Un simile apparente superamento di quello che da alcuni secoli […] è un caposaldo della nostra civiltà giuridica, potrebbe paradossalmente schiudere la strada al riconoscimento di un diritto complementare che sembra ora porsi con forza: cioè il diritto del lettore.

 

Si tratta del diritto di ogni testo ad essere associato a uno o più autori definiti (magari anonimi, collettivi o protetti da uno pseudonimo, ma individuabili); e ancora, del diritto di sapere come un testo è stato composto e quali sono i passaggi che hanno portato alla sua formazione. […]

 

 

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Di fronte a prodotti che possono ormai considerarsi, da un certo punto di vista, privi di autori umani identificabili, si pone con urgenza il bisogno di trasformare quest'arte in uno strumento di difesa del diritto di conoscere l'origine e il percorso dei cibi che nutrono la nostra mente: cioè i testi. Il fatto che essi possano essere redatti in modo nuovo, automatico, meccanico o stocastico, non rende ipso facto legittime le loro pratiche di produzione e diffusione (come quelle di qualsiasi prodotto).

 

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Molte cose tecnicamente possibili sono considerate oggi socialmente o giuridicamente inaccettabili, perché contrarie a diritti riconosciuti universalmente. E non tutto ciò che è tecnicamente realizzabile (ad esempio, produrre e diffondere testi privi di uno o più autori precisamente identificabili, e composti secondo processi non puntualmente ricostruibili) può essere considerato conforme al rispetto delle persone coinvolte nella filiera. A (ri)partire dai lettori.

 

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Non si possono vendere cibi di provenienza ignota, né si possono violare, per alcuna ragione, diritti universali, anche se la violazione è facilmente realizzabile ed economicamente vantaggiosa (di solito, solo o prevalentemente per alcuni). Il problema della cosiddetta AI appare da questo punto di vista prima di tutto un problema giuridico: più che di adeguare, come molti pretendono, la legislazione alla tecnologia, si tratta forse di chiedersi se alcune tecnologie si adeguano alla nostra idea […] di diritto e di dignità delle persone.

 

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