Sintesi dell’articolo di Brendan O’Neill per “Spiked”, pubblicato da “La Verità”
JK ROWLING E IL NUOVO LIBRO SU HARRY POTTER
Pensate se Philip Roth, quando era in vita, fosse stato ogni giorno bersagliato da offese antisemite. Se non avesse potuto accendere il computer senza vedersi chiamare canaglia, stronzo, merda, con invio di immagini porno spinte e minacce di morte.
Vi sareste aspettati reazioni, giusto? La Casa Bianca avrebbe detto qualcosa. Il mondo letterario sarebbe sceso al suo fianco. I commentatori si sarebbero detti disgustati. J.K. Rowling non è un Roth, ma è comunque una scrittrice importante. Forse la principale personalità culturale prodotta dal Regno Unito negli ultimi 20 anni.
Eppure viene tranquillamente sottoposta a ignobili offese misogine, forme d'odio irripetibili anche per un giornale libero come il nostro: «Ucciditi», «Troia, ti ammazzerò», «Muori puttana». Com'è possibile che il primo ministro non dica nulla? Come può il Guardian starsene pigramente a osservare?
Il reato d'opinione della Rowling, ovvio, è pensare che il sesso biologico sia reale. Crede che chi nasce maschio è maschio, e non dovrebbe avere accesso agli spazi riservati alle donne. Cinque anni fa sarebbe stato perfettamente normale pensarlo.
Ditelo adesso e sarete minacciati di ritrovarvi una bomba sotto casa, come è successo alla Rowling questa settimana. Nessuno che creda nella libertà, nella ragione e nell'uguaglianza può tollerare quanto sta accadendo.
Il silenzio dell'élite progressista sulla violenza contro J.K. Rowling è per certi versi peggiore della violenza stessa. Perché loro sanno che quanto accade alla Rowling è sbagliato. E orribile. Credono che tacere salverà loro la pelle. Si sbagliano di grosso.